Un gruppo marmoreo che colpisce il visitatore, anche il non credente, per la sua straordinaria espressività.
È la Pietà o Deposizione che si può ammirare all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta, meglio conosciuta come Duomo di Orvieto, scolpita nella seconda metà del XVI secolo da Ippolito Scalza, scultore ed architetto, tra l’altro proprio il realizzatore di tre delle quattro guglie della stupenda facciata del Duomo stesso che cattura lo sguardo.
Ci sono voluti nove anni per realizzarla, dopo la commissione nel 1565: infatti i lavori iniziano nel 1570, per essere completati nel 1579.
Un’opera meravigliosa, ricavata da un unico blocco di marmo e composta da quattro figure: il Cristo esanime, adagiato sul grembo della Vergine Maria, Nicodemo con il volto chino verso la figura di Gesù, mentre con una mano regge la scala ed il martello e nell’altra stringe le pinze, gli strumenti della crocifissione e la Maddalena, inginocchiata con il volto sulla mano di Cristo.
La commissione dei lavori inizialmente viene affidata all’architetto e scultore toscano Raffaello da Montelupo nel 1565, che però muore l’anno successivo, mentre era impegnato nella lavorazione della facciata esterna del Duomo. Così è allo scultore orvietano Ippolito Scalza che nel 1570 viene affidato il compito di realizzare la Pietà.
Questa Deposizione mette in risalto come la Madonna nell’accogliere il corpo esanime del Figlio Gesù, lo stringe sfiorandolo solo con le sue vesti, senza sfiorarlo con le mani. Questo riporta alla celeberrima Pietà di Michelangelo Buonarroti, in Vaticano, nella Basilica di san Pietro, realizzata intorno al 1497-1499.
Un’opera da vedere, come tutto il Duomo di Orvieto, un gioiello gotico del tardo Medioevo, dell’Italia centrale, elevato nel gennaio del 1889 da papa Leone XIII alla dignità di basilica minore.

Laura Ciulli è una giornalista cattolica e una poetessa. Nel primo di questi aspetti ha svolto la sua attività come redattrice presso alcuni quotidiani online e come responsabile di cronaca giudiziaria e speaker radiofonica in varie emittenti viterbesi e della Sardegna. Ha co-fondato e ha diretto la testata TusciaMagazine.it, e da un anno la testata InfiniteRealtà.it. Corrispondemte da Viterbo per Radio Radio nella trasmissione Doppia Vela Ventuno, realizzata in collaborazione con il ministero dell’Interno e con la questura di Viterbo e varie questure delle province del Lazio. L’ultimo impegno che ha assunto è la vicedirezione della testata giornalistica Sosta e Ripresa. Collabora anche con le testate online Il punto quotidiano.it e Ponte Adriatico.
Giornalista cattolica, dunque, come testimonia non solo la sua militanza durata per molto tempo nell’Unione Cattolica Stanpa Italiana (UCSI), che di per se stessa non costituirebbe una prova valoriale, e forse neppure il fatto che abbia frequentato l’Istituto di Scienze Religiose San Bonanentura da Bagnoregio, ma soprattutto la determinazione a improntare sempre più la sua attività pubblicistica e comunicativa all’attenzione peculiare alla verità, al confronto e alla verifica con la verità di ogni evento e di ogni notizia che il giornalismo cattolico dovrebbe avere. La sua crescita professionale in questo senso è stata continua, fin dalle prime giovanili esperienze. In questo si ascrive il servizio, a titolo completamente gratuito, che presta a Sosta e Ripresa, il giornale fondato da Tommasa Alfieri, un tempo periodico solo cartaceo e trasformato in quotidiano online soprattutto grazie al suo personale impegno. Un impegno sostenuto da un sempre più approfondito confronto con gli scritti della fondatrice e con il suo magistero laicale. Socia Anps, Associazione Nazionale Polizia di Stato, socia fondatrice del Gruppo Volontari Sezione Anps Viterbo, donatrice Avis ed iscritta al Gruppo DonatoriNati della Questura di Viterbo.
Come poetessa Laura Ciulli ha all’attivo alcune premiazioni e selezioni in concorsi nazionali come Aletti editore, Premio letterario IBISKOS, Associazione Amici dell’Umbria, Centro Culturale Internazionale d’Arte SEVER. Secondo la professoressa Biondolillo, quotata critica d’arte, “Accostarsi alla poesia di Laura Ciulli è come attraversare i sentieri di un mondo spirituale ove troviamo l’Io tramite un liguaggio poetico della ricercatezza del verso basato sull’accostamento della parola densa di significato concentrato sull’acquisizione dell’essenzialità…”.