Per l’Associazione intitolata al Beato Bàrberi questo è il primo Avvento vissuto senza l’appuntamento per la Messa nella chiesetta di Santa Maria Mater Amabilis a Castel d’Asso, il primo Natale senza prepararvi il presepio. La chiesetta, infatti, è inagibile perché vi sono cominciati i lavori di rifacimento del tetto, attesi da tempo e per i quali l’APS Amici del Beato Domenico della Madre di Dio (questo è il nome ufficiale dell’associazione) si è molto impegnata per reperire parte rilevante della cifra necessaria.
Il che in parte addolcisce il dispiacere di non poter entrare per qualche tempo nella “casa di famiglia”, cara al punto che per Viterbo qualcuno ha preso l’abitudine, persino su organi di informazione, di definire tout court l’associazione come “comunità di Castel d’Asso”, magari con qualche pregio di sintesi, ma purtroppo con scarsa considerazione degli scopi e dell’operato dell’associazione e, per inciso, di questo giornale del quale è editrice.
Ma sempre di famiglia si tratta e come ogni famiglia privata per qualche tempo della sua abitazione, dopo un breve periodo di “dispersione” l’associazione ha chiesto ospitalità e l’ha trovata. Così dalle campagne di Castel d’Asso l’associazione è “sfollata” in pieno centro medievale di Viterbo, accolta fraternamente dai fedeli della parrocchia di San Pellegrino e dal loro parroco don Mario Brizi. E c’è da dire che la convivenza ha preso presto uno stile di fraternità vera e di dialogo, anche con iniziative condivise. Così come è stata pienamente condivisa la Santa Messa festiva delle 10.30 che don Mario ha voluto far presiedere a don Gianni Carparelli che è membro del consiglio direttivo dell’associazione.
In questa prima domenica d’Avvento, 3 dicembre, l’omelia di don Gianni ha paragonato, con figura ardita e incisiva questo periodo che apre l’anno liturgico e ci conduce al Natale a “una gravidanza cosmica”. «Un seme entra nella nostra vita –ha detto il celebrante – ed è un atto di amore. Dio, come noi lo crediamo, ci vede vagare lontano dalle sue vie e ci prende quasi per mano e per stringerci a Lui (Isaia, 63)». Di conseguenza, «…un senso di gratitudine nasce allora dentro di noi per questo dono (1 Cor. 1) ma dobbiamo fare molta attenzione per proteggere il dono e prepararci con calma a rispettarlo con la vita. Dire “grazie” a Dio è vivere come lui vivrebbe. Anche se abbiamo la sensazione che il donatore del seme non stia sempre vicino a noi, in realtà è sempre dentro di noi in una maniera non sempre tangibile». Infatti, «… quello che sta maturando dentro di noi arriverà un giorno e avrà un volto (Salmo 79). Durante questo cammino, a volte faticoso, il nostro sguardo e il nostro amore vede e non vede. Ma è ricco di speranza e di gioia. Il salmo 84 del versetto per la comunione dice: “Il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto”. Dalla nostra attesa in cammino e fatica nascerà una vita nuova».
Al termine della celebrazione l’associazione ha annunciato che domenica prossima, 10 dicembre, dopo la Messa chi vorrà potrà partecipare al pranzo, preparto dai propri soci, di lancio della campagna di abbonamenti a Sosta e Ripresa, e soprattutto di raccolta fondi destinati alle opere di carità del Vescovo. Il pranzo si terrà nei locali dell’Ospitale del Pellegrino, in via San Pellegrino N° 49.