Il coro

Eremo della Palanzana Tommasa Alfieri

Chorus… Coro.

Voci che si uniscono, che diventano una, con le stesse parole, la stessa invocazione, stesso canto…

Una sola voce… un solo accordo… un solo tempo…

Eppure ognuno vi mette il suo cuore, il suo bisogno, la sua richiesta. Ma la unisce a quella degli altri e salgono insieme.

L’Eremo deve essere il luogo del silenzio, della solitudine con Dio, mai dell’isolamento. Tutto deve raccogliere, nulla deve separare.

Il “coro” deve continuare nel lavoro, alla mensa, dovunque.

La Carità fa di tutto un “coro” di preghiera, di supplica, di offerta. Ed in questo “coro” entra tutto: il fiore, la pianta, l’ape, gli uccelli, gli animali… tutto un “coro” di lode al Signore perché è grande, perché è buono, perché è nostro Padre.

Qui nel coro, si canta bene, insieme, il Magnificat.

 

Il leggio del coro

Eremo della Palanzana Tommasa Alfieri

Il Coro: ecco il leggio con il salterio antico.

Pagine di cartapecora che suonano quando si voltano. E neumi e lettere. Quanti occhi hanno letto queste pagine in quattrocento anni!

Eppure queste parole sono fresche come se fossero di oggi: ed il loro significato è pieno e profondo.

Perché all’Eremo pare che anche le parole tirino fuori tutta la loro ricchezza come, nell’Horticello de’ fiori, le rose tutto il loro profumo.

Sarà il silenzio, sarà il raccoglimento di ogni angolo, sarà la pace sovrana che regna qui… ma come è che qui sembra di capire assai più che non altrove il senso della parola di Dio?

Deus, in adiutorium meum intende…

Domine, sitivit in te anima mea…

Ma sembra proprio di sentirla, quasi nella gola, questa sete di Dio… e pare proprio di toccarlo il Signore che viene in mio aiuto…

Come il silenzio apre le ricchezze del Signore!

(Uno sguardo che accarezza la memoria. Dagli scritti di Tommasa Alfieri. Ed. Amici della Familia Christi 2010 Viterbo pagg. 51-54).

(Continua)

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