San Michele
E il piccolo oratorio di Nostra Signora e San Michele Arcangelo guarda dal basso in alto la severa e serena mole dell’Eremo.
È conscio della sua piccolezza e della sua situazione a valle, ma è fiero delle sue finestrine che guardano nell’infinito: e del suo piccolo altare che porta una scritta: “non veni ministrari sed ministrare” e del suo bassorilievo che mostra il Signore Gesù nell’atto di cucinare i pesci per i suoi apostoli che trascinano le barche a riva.
Quelle finestrine che hanno per orizzonte il cielo ci trattengono: staresti lì ore ed ore a guardare ed a pregare cioè a tacere immersi nella presenza di Dio. Quelle finestrine cambiano come cambiano i colori del cielo; tenui all’alba, di fuoco al tramonto, con delle striature impensabili di bellezza che ti fanno scegliere quell’ora di fine come la più bella del giorno: il tramonto che lancia il più grande richiamo di Vita e l’anima contempla ed ascolta.
Poi gli occhi scendono a posarsi su quel “non veni ministrari sed ministrare” non sono venuto per essere servito ma per servire… La scena cambia diventa più terrestre e più dura… anche se il Signore sul bassorilievo ha un gesto di attesa invitante verso i suoi discepoli.
Verrebbe voglia di risalire rapidi alle finestrine sul cielo senza ingombro di personaggi che disturbino in qualche modo la solitudine gaudiosa della preghiera, ma ti accorgi che il cielo è lo stesso, che stai guardando da due punti diversi, ma arrivi allo stesso cielo. Ti accorgi che guardi due orizzonti diversi, ma dello stesso cielo. Ti accorgi che quello che vedi da queste finestrelle è lo stesso cielo che si vede dal lago di Tiberiade nel bassorilievo dell’altare.
Ti accorgi che preghiera e servizio raggiungono lo stesso cielo che è Dio: che nella preghiera, se è vera, è implicito il servizio, che nel servizio, se è vero, è implicita la preghiera… perché è Uno il Signore che cerchi per forza di Amore nella preghiera di lode, di ringraziamento e di offerta… ed è Uno il Signore che cerchi per forza di Amore per servirlo nei fratelli…
Perché chi ama vuole raggiungere l’oggetto del suo amore ovunque Esso si trovi.
E il cielo che guardi, è lui che segna l’orizzonte? La terra sulla quale cammini è essa che segna l’orizzonte?
Non importa. È l’Amore che deve spingere il tuo sguardo fino all’incontro sconfinato del cielo con la terra: questo importa.
“Contemplazione e servizio” è il nostro Ideale che riaffiora e s’impone splendidamente ad ogni istante.
E adesso si chiudono gli occhi ed il tramonto è di fuoco, ed il rosso che passa attraverso le finestre invade il bassorilievo e lo fa soleggiare anch’esso.
Uno sguardo che accarezza la memoria. Dagli scritti di Tommasa Alfieri. Ed. Amici della Familia Christi 2010 Viterbo pag. 95)
(Continua)