La volpe
lersera si è sentita. A notte, una notte di plenilunio: forse per questo è venuta con il suo roco “quasi” latrato, a farsi sentire a poca distanza dal Convento. Dicono infatti che la volpe urli alla luna.
Non so, ma ieri sera l’ho sentita come molte altre volte perché all’Eremo la volpe è di casa e proprio nel bosco dell’Eremo si è fatta la tana. Una volta poi è comparsa al piazzale dei pini con i suoi volpetti dietro, ad un po’ di distanza.
Spesso la si vede avvicinarsi curiosa a qualche metro da chi zappa o raccoglie le verdure. Deve essere una volpe un po’ anziana (è da qualche anno che è ospite dell’Eremo) perché è spelacchiata anche quando non è l’epoca della muta del pelo.
Ma è la nostra volpe e ci piace come è.
Tra noi e lei deve essere intercorso un patto di amicizia (certo solo di pensiero) perché non ha dato mai fastidio al pollaio (qualcuno dirà pure che c’è il cane vicino al pollaio!) e noi in cambio quando possiamo le gettiamo del cibo.
Sta di fatto che ci troviamo in ottimi rapporti. Certo, quel suo latrato non è dolce: potrebbe suonare un allarme come ci sembrava nei primissimi tempi: e si correva subito al pollaio per vedere cosa succedeva.
Ma no; avrà le sue ragioni per latrare, ma non ha nulla contro di noi, ne siamo certi. Sì, è feroce la volpe ed è astuta: spia, aggredisce, azzanna, sbrana. Qui all’Eremo no: la volpe non è feroce. Forse perché nessuno ha mai guardato con avidità la sua bella pelliccia quando l’aveva bella? Forse perché nessuno le ha fatto la posta per un colpo di fucile?
Certo gli animali si procurano il cibo senza tanti complimenti: e ne fanno le spese i loro simili, più deboli e più indifesi. Ma perché chiamarli crudeli? Mah!
E in qual modo l’essere umano spesso si procura il suo cibo, meglio il denaro per il suo cibo e molto più del suo cibo?
Anche l’essere umano, purtroppo, sa aggredire, azzannare e sbranare; in altra maniera dalla volpe perché ha l’intelligenza, il ragionamento… certo dovrebbe avere cuore e coscienza… Ma spesso non ha solo una fame, al singolare: ha molte fami e diventa crudele, di vere crudeltà.
Ma basta. Anche la volpe fa meditare, qui. Come frate lupo, così sorella volpe.
Il Cuculo
Stamane si è fatto sentire. Era in ritardo, si è fatto aspettare, forse perché la primavera era rigida e senza sole; ma stamane, in una giornata tutto chiarore, il cuculo è tornato!
L’Eremo si è sentito subito più abitato; nel silenzio il “cucù” si è diffuso ad intervalli regolari, dal bosco fino alla valletta, come un saluto fraternamente birichino.
É tornato il cuculo; sarà, saranno quelli dell’anno scorso? Penso di sì: sembra quasi di sentire nel suo richiamo “mi riconoscete? sono qui”.
Ma poi, molti uccelli sono fedeli; migrano e tornano poi stagionalmente ai luoghi che sono loro abituali, che conoscono e che sanno misteriosamente ritrovare. Tornano perché, a loro modo, li amano.
Così il cuculo ha percorso la giusta strada ed è tornato. Forse ha conservato riconoscenza per questo bosco senza inganni di cacciatori e per queste erbe, queste bacche, questi frutticini senza inganno di veleno.
È tornato, fedele. Quanto consola la fedeltà!
Non dimenticare, tornare, salutare il luogo amico, regalare il proprio canto riconoscendo le mura, gli alberi, l’acqua…
Quanto consola la fedeltà… anche di un uccellino. Penso alle semplici e insieme maestose lezioni che ci vengono dalla natura; agli insegnamenti che raccogliamo dalle piccole creature del buon Dio.
Ed intanto il cuculo insiste; pare voglia una risposta che lo garantisca che ci siamo accorti che c’è, che è con noi, fermo su di un ramo di castagno, di pino, di melo…
Vien voglia di dirgli “grazie”! Perché non si è dimenticato, è tornato e ci ha riportato il suo canto amico; è stato fedele.
Eh! proprio quello che noi stessi, esseri umani, spesse volte nella nostra vita non sappiamo fare.
Uno sguardo che accarezza la memoria. Dagli scritti di Tommasa Alfieri. Ed. Amici della Familia Christi 2010 Viterbo pagg..141-143)
(Continua)