Tommasa Alfieri pH Laura Ciulli

Nostalgia

 

Eremo Nostalgia

È indiscutibile: quando si lascia l’Eremo qualcosa ti tira indietro quasi ad impedirti la partenza. Perché non appena passato il cancello, viene voglia di voltarsi, di guardare il lungo viale che sale e la facciatina della Chiesina che si scorge in fondo, tra lecci e cipressi.

E tornare indietro.

E ti domandi perché te ne vai e lasci quel silenzio, quei tramonti, quella natura che ti parla del suo Creatore ad ogni passo, perché lasci quel tabernacolo che si anima di fasci di luce quando il sole splende e penetra dalla finestra di lato, perché lasci quella adorazione, quel colloquio pieno di pace che puoi fare con Chi ti aspetta sul monte per parlare al tuo cuore…

E ti prende una nostalgia sottile di quello che lasci e già stanchezza per quello che, a pochi chilometri, troverai: rumore, corsa, affanno, conflitto, immersione nelle cose fatte dall’uomo, molte belle, ma tante no. Già senti l’accavallarsi di notizie poco belle e tante tristi, dure, malvage… alcune sconvolgenti.

E la nostalgia cresce. Ma la risposta viene, perché lo sai, perché torni…

Quel mondo va amato, è in quel mondo che il Signore passa portando la sua Croce, è in quel mondo che tanti rifiutano la loro croce, che tanti dimenticano, fanno il male, ridono di una gioia falsa…

E sono tuoi fratelli… e quello è anche il tuo mondo.

Torni per portarvi silenziosamente la tua presenza nel lavoro, nel servizio, nell’ospitalità, nell’incontro. Proprio per portare lì la tua nostalgia, quella che deve accompagnarti sempre, quella che fa sì che tu sia nel mondo e non del mondo: la nostalgia del colloquio sul monte dove sempre più tutto diventa semplice, lineare e ti porta a toccare con mano che “porro unum est necessarium”.

Sul monte, dove il Signore si ritirava a notte dopo aver parlato alle folle del Regno di Dio ed aver sparso la Luce, la misericordia, il perdono, la salute dell’anima e del corpo su tanti…

Quella nostalgia è il segno che qualcosa hai capito… dove la tua anima deve risiedere e dove deve passare, facendo in nome di Cristo Signore, il Bene.

Quella nostalgia è per tornare. Non è la nostalgia amara di chi lascia e non ritroverà più… E la nostalgia dolce di chi si assenta per servire, e lo fa con tutto il cuore e tutto il desiderio e poi… torna alla sua aria, al suo silenzio, alla sua operosa contemplazione, per non inaridire, per non spegnersi, per non lasciarsi trascinare nel poco e nel nulla…

Santa nostalgia! Con chiamata diversa, con ampiezza diversa, quella nostalgia del silenzio con Dio bisogna averla tutti… e lasciarsi trasportare sul monte dove Qualcuno ci aspetta… per rivelarsi e rivelarci il Suo Amore sempre più… Poi… tornare e raccontarlo con la vita al mondo.

Un caro amico valente scultore ha tracciato in un disegno il ricordo di un’opera che fece anni fa e intitolò “nostalgia”: un cavallo che corre innanzi con la testa volta indietro ed una figurina che lo cavalca; che fa lo stesso… C’è vento; innanzi si va perché quel vento chiama; ma tutto è volto indietro, a quello che si è lasciato…

Vento che spinge verso il mondo dove qualcuno nel mistero del Corpo Mistico aspetta senza che noi neppure si sappia, il nostro servizio di Fede e di Amore nutrito di preghiera;

Nostalgia serena che ci ha accompagnato sempre e che ci fa voltare il cavallo e risalire il monte per trovarvi Colui che ha sostenuto nel mondo la nostra debolezza e la nostra miseria e ci ha permesso di servirLo nei nostri fratelli.

Che ora troviamo qui, all’Eremo, perché nel silenzio ci vuol parlare di Croce e di Resurrezione, di sacrificio e di vittoria, di offerta e, Lui voglia! di vita spesa, di vita consumata con Lui. Di vita eterna.

Andare: tornare. Due moti che fanno respirare l’anima.

Santa nostalgia!

Uno sguardo che accarezza la memoria. Dagli scritti di Tommasa Alfieri. Ed. Amici della Familia Christi 2010 Viterbo

pagg..148-150)

(FINE)

Il disegno nel titolo di questa pagina conclusiva di Parole dall’Eremo è di Mario Vinci.

Le foto pubblicate che accompagnano tutti i brani ripubblicati in questi ultimi due mesi sono quelle originali e sono state scattate da Maurizio Pinna, Riccardo Rolli, Ornella Trentin, Daniele Mancini e Roberto Bolaffi, con le due uniche eccezioni di quelle, prese dal web, dei brani La volpe e Il cuculo che nella pubblicazione originale ne erano prive.

Le foto di Tommasina Alfieri, come tutte quelle pubblicate su Sosta e Ripresa, sono di don Pierangelo Iacobelli

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