“Cuore di padre” è il titolo di un film documentario prodotto in Spagna sulla figura di san Giuseppe, sposo di Maria e padre “putativo”, cioè ritenuto tale nella sua vicenda terrena, di Gesù figlio di Dio. Quell’aggettivo “putativo” non è una diminuzione né un inganno. Giuseppe è stato davvero il padre di Gesù nella sua incarnazione nella storia, lo ha accolto, protetto, educato, resta da sempre per i cristiani l’esempio più evidente di cosa significhi paternità.
Nel 1870 il Papa Pio IX dichiarò san Giuseppe Patrono della Chiesa cattolica.
Per solennizzare questa dichiarazione Papa Francesco nel 2020 indisse l’Anno Speciale di San Giuseppe con la concessione dell’indulgenza plenaria legata a particolari atti di devozione compiuti in onore del “padre putativo” di Nostro Signore Gesù Cristo. Era allora il momento più drammatico della pandemia da coronavirus e Papa Francesco legò il nome di S. Giuseppe a quello della schiera di persone “della presenza quotidiana, discreta e nascosta” che portarono avanti il loro lavoro, in ogni campo, in silenzio e con dedizione.
Passata la parte più funesta della pandemia e travolti dal rimbombo di guerre e calamità naturali il ricordo di san Giuseppe sembra sbiadire in una sorta di “passata la festa, gabbato lu santo” al contrario. Sono tanti i mestieri e le professioni che godono del patronato di san Giuseppe, in particolare i lavoratori manuali, tanto che la Chiesa affiancò la festa liturgica del Santo a quella laica del 1° maggio. Il culto di san Giuseppe è comunque antichissimo ad anche in questo accomuna la spiritualità occidentale con quella orientale delle chiese ortodosse e nel mondo occidentale ha dato origine anche alla ricorrenza laica della “Festa del papà” che nei paesi a più profonde radici cattoliche si festeggia il 19 marzo.
Ora dalla Spagna viene una nuova iniziativa volta a rinverdire la conoscenza di questo santo: il film documentario “Cuore di Padre” è un viaggio alla ricerca delle orme di San Giuseppe con testimonianze attuali e straordinarie di persone semplici segnate dall’azione del santo. L’itinerario porta in luoghi poco conosciuti, come Cotignac in Francia o Tuscania in Italia, dove San Giuseppe è apparso in passato e in Spagna specialmente a Toledo, ad Avila e a Barcellona, dove sono state girate scene sia nella chiesa della Sagrada Familia che nel santuario di San José de la Montaña. “Cuore di Padre” mette in evidenza la particolare “attività” di San Giuseppe nel nostro tempo, giustificata dall’attuale crisi della figura paterna e dalla necessità di ricostruire l’unità familiare.
La devozione alla figura del patriarca è stata ulteriormente promossa dai recenti papi e Papa Francesco ha confidato di mettere sotto la statua dormiente del santo dei foglietti con le intenzioni che gli affida.
La casa di produzione cinematografica spagnola Goya Production, dopo averlo doppiato in italiano, sta promuovendo film, nelle diverse città italiane.
Per promuovere la pellicola nelle sale cinematografiche c’è bisogno della collaborazione di tutti: portare un film cattolico in Italia nelle sale non è sempre molto semplice: per questo occorre invitare direttamente parrocchie, gruppi di preghiera, singoli credenti alla diffusione della visione del film nelle sale cinematografiche.
Chi è interessato all’iniziativa di promuovere diverse opere cinematografiche cattoliche a temi di fede, può iscriversi per email al seguente link: http://www.cuoredipadre.it
Editore e Direttore Editoriale
Mario Mancini, nato in Roma nel 1943, dopo la laurea in scienze geologiche, con tesi in geofisica, nel 1967 e un anno di insegnamento della matematica in un istituto tecnico industriale romano, svolge per un quinquennio la sua professione di geofisico e sismologo prevalentemente all’estero, in particolare in Papua Nuova Guinea presso il Rabaul Central Volcanological Observatory e in Australia nella sezione aviotrasportata a Canberra, in entrambi i casi per la BMR Australia, intervallando le due esperienze con un viaggio di studio in Giappone nell’estate del 1970.
Rientrato in Italia nel 1972, si impiega come geofisico presso la CMP di Roma per la quale lavora per sei anni, con diversi incarichi in Italia e all’estero.
Fin da liceale, nel 1959, aveva conosciuto Tommasa Alfieri e l’Opera Familia Christi da lei fondata. La figura e la spiritualità della Signorina Masa, come i suoi discepoli chiamavano la Alfieri, resteranno per Mancini un fondamentale riferimento per tutta la vita. Laico consacrato nel gruppo maschile dell’opera già dal 1974, nel 1979 fa la scelta di dedicarsi completamente all’Opera e va a vivere nell’eremo di Sant’Antonio alla Palanzana.
Alla morte della fondatrice, nel 2000, l’intero patrimonio dell’Opera passa per testamento all’associazione Vittorio e Tommasina Alfieri, all’uopo voluta dalla stessa Alfieri e della quale Mancini era stato tra i fondatori.
Per accordi associativi, più tardi violati da persone riuscite ad assumere il controllo dell’associazione, Mancini resta all’Eremo, unica persona a risiedervi in permanenza e a occuparsene.
La nuova gestione dell’associazione, decisa a trasformare la Familia Christi da istituzione prettamente laicale e una confraternita sacerdotale anticonciliare, nel 2005 convince Mancini a dimettersi dall’associazione stessa, in cambio della promessa, purtroppo mai ratificata legalmente, di lasciargli l’Eremo.
Fino fino al 2012, questo luogo, sotto la conduzione di Mancini, che sempre nel 2005 ha fondato l’associazione Amici della Familia Christi e ha registrato presso il Tribunale di Viterbo la testata Sosta e Ripresa, anch’essa fondata da Tommasa Alfieri e della quale Mancini è direttore editoriale, svolge un prezioso compito di Centro di spiritualità e di apertura ecumenica e interreligiosa.
Nel 2012 la confraternita appropriatasi del nome di Familia Christi (poi sciolata dalla Santa Sede con riduzione allo stato laicale di tutti i suoi esponenti) in violazione degli accordi presi a suo tempo ottiene dal Tribunale la restituzione dell’Eremo.
Mancini resta a Viterbo e prosegue il suo impegno ecclesiale in vari uffici diocesani e nel comitato regionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso.