PASQUA: VITTORIA DELLA VITA Gv 20, 1-9
“Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò al sepolcro, di buon mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa”.
Oggi è Pasqua! È il cuore del mondo; è la festa che celebra la nascita di un mondo nuovo; è il vertice della storia della salvezza; è “il giorno” per eccellenza; “questo è il giorno che ha fatto il Signore!” è il giubilo del salmista (Sal 119,24). La liturgia bizantina esplode in una gioia incontenibile e canta la grande Notte della Risurrezione: “O notte più chiara del giorno, più splendente del sole, più dolce del Paradiso! O notte liberata dalle tenebre, notte che scacci il sonno, notte che ci fai vegliare con gli angeli, che conduci la Chiesa fidanzata allo Sposo. O notte, Madre di tutti quelli che sono illuminati, notte verso la quale tende il desiderio di tutto l’anno”.
La santa Chiesa non si stanca di ripetere il festoso annuncio: “Cristo è veramente risorto: Alleluia, Alleluia!”; e con lui tutta la vita risorge. L’angelo ribalta la pietra sepolcrale e vi si siede sopra per significare il trionfo pieno e definitivo del Signore sulla morte. Così si parte dalla tomba vuota e dalla vittoria del Risorto per ricomprendere e reinterpretare tutto il mondo e la sua storia. Egli “ci precede!” riferisce l’evangelista Matteo (Mt 28,7) e ha anche impresso un ritmo di passo accelerato al nostro cammino; anzi, lui sta sempre “più avanti” e ci chiede perciò di guardare avanti e non voltarci indietro. Ci chiede di regolare i nostri orologi sull’oggi, sul tempo presente per saper leggere tutti gli avvenimenti piccoli e grandi e anche per scongiurare decisamente eventuali ritardi per non mancare ai suoi appuntamenti.
E come logica conseguenza è avvenuto che il male, la morte e il dolore sono stati definitivamente sconfitti. “Morte e vita si sono affrontati in un prodigioso duello – canta la Chiesa nella liturgia pasquale -. Il Signore della vita era morto, ora, vivo, trionfa” (Sequenza liturgica). La morte è stata sconfitta e assume l’aspetto di un riposo, di un sonno, di una breve requie (questo è anche il significato di cimitero: dormitorio, breve riposo dal termine greco koimetèrion). Il dolore assurge a una celebrazione che vede Cristo Risorto come protagonista, per cui si può parlare di sofferenza partecipata e non più di sofferenza solitaria; si può parlare di croce non portata da solo, ma portata sulle spalle di due insieme: “Cristo e io, Cristo e tu…”.
“Allora la vita può essere vissuta come una festa: il Risorto offre immaginazione e coraggio per creare “il nuovo”. Mentre le utopie umane s’infrangono tutte contro lo scoglio della morte, si aprono le porte della speranza cristiana, che non delude e non si risolve in un “desiderio smentito”. Nessuna croce, nessuna prova, nessun dramma può togliere la pace o spegnere la gioia che viene dalla Risurrezione” (M. Magrassi).
Ormai si può gridare l’Alleluia della vittoria; si può annunciare che Cristo Risorto è il vivente e il veniente; egli è per sempre il Kyrios: il Signore Risorto, il vittorioso. E davanti a lui “ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che il Signore è Dio”.
Nota della Direzione
La partecipazione alla Messa resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia festiva, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore sia indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica. Anche in questo anno liturgico (B) incentrato soprattutto sul Vangelo di Marco, ci guida e ci accompagna in questo cammino padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp da tempo firma importante e preziosa di Sosta e Ripresa, al quale la Direzione rinnova la gratitudine per questo servizio.

Licenza in Scienze Bibliche conseguita presso il Pontificio Istituto Biblico.
Dottorato in Teologia Dogmatica conseguito presso la Pontificia Università Gregoriana.
Docente presso l’Istituto di Scienze religiose di Viterbo.Docente presso il Centro Nazionale USMI.
Maestro degli studenti teologi cappuccini dell’Italia Centrale (1967-1976).
Superiore Provinciale dei Cappuccini della Provincia Romana (1982-1988).
Presidente dei Superiori Provinciali Cappuccini d’Italia (1982-1985).
Consultore teologo della Congregazione per le Cause dei Santi (1989- ).
Visitatore apostolico di un Istituto religioso per incarico della Congregazione dei religiosi.
Docente presso l’Istituto Teologico San Pietro dal 1997.
Autore notissimo, conduttore a Radio Maria, direttore spirituale e predicatore per numerosi istituti religiosi femminili.