Il Natale, per quanti per quanti lo considerano un appuntamento con la storia della salvezza, universale e propria, e non un appuntamento di consumo, ha il suo momento centrale nella partecipazione alla Messa, nella notte, all’aurora o nel giorno. Per qualcuno persino in tutte e tre. Lo è ovviamente per quei sacerdoti che ne presiedono la celebrazione in tutte e tre. Lo è per molti che, per devozione o magari per solitudine di affetti che a Natale si fa più cocente, trovano nelle ore passate in chiesa qualche spazio di serenità, forse persino di gioia. Per i primi il compito più importante è offrire ai secondi, insieme al sacramento che consacrano “in persona Christi” qualche riflessione sulla liturgia della Parola. Si chiama omelia, in sostanza esposizione e commento dei passi della Scrittura, soprattutto del Vangelo, ma non solo, proposti dalla Chiesa in quel giorno.
Alcuni lo fanno con grande padronanza dell’ermeneutica, che significa interpretazione e al tempo stesso aiuto a comprendere la Parola non solo con rigide riflessioni dottrinali, ma con un approccio conoscitivo alla realtà, alle condizioni, ai valori. Altri con grande capacità di calare la riflessione nel vivo della storia qui e ora. I migliori riuscendo a ben coniugare i due modi.
Riferirne, considerarlo notizia, per un giornale che si dichiara nella testata di ispirazione cattolica in un senso sembrerebbe facile: basta riportare le omelie di quanti, per dono ricevuto o per grazia di stato, si dimostrano appartenere a questa categoria. Ma in realtà è difficile, perché quel giornale non è fatto solo di liturgia, né solo di cronaca, come altri più fortunati che possono ignorare il senso di quanto pubblicano e trattare un’omelia, persino quella di un Papa o di un vescovo, come un’occasione per trovare qualche spunto di polemica che susciti curiosità.
In questo, allora, Natale Sosta e Ripresa non porge solo gli auguri ai propri lettori, ma chiede loro un dono, quello di essere aiutata, soprattutto con la preghiera, ma anche con una partecipazione più attenta, a rispettare e ad arricchire quanto dichiara in testata.
Santo Natale a tutti

Direttore Responsabile
Giornalista professionista, ha lasciato a fine febbraio del 2016, pochi giorni dopo il suo sessantesimo compleanno, L’Osservatore Romano, il giornale della Santa Sede, dove aveva svolto la sua professione negli ultimi trent’anni, occupandosi principalmente di politica internazionale, con particolare attenzione al Sud del mondo.
Ha incominciato la sua professione giornalistica nel 1973, diciassettenne, a L’Avanti, all’epoca quotidiano del Partito Socialista Italiano, con il Direttore Responsabile Franco Gerardi. Nello stesso periodo, fino al 1979, ha collaborato con la rivista Sipario e ha effettuato servizi per l’editrice di cinegiornali 7G.
Ha diretto negli anni 1979-1980 i programmi giornalistici di Radio Lazio, prima emittente radiofonica non pubblica a Roma, producendovi altresì i testi del programma di intrattenimento satirico Caramella.
Ha poi lavorato per l’agenzia di stampa ADISTA, collaborando contemporaneamente con giornali spagnoli e statunitensi.
Nel 1984 ha incominciato a lavorare per la stampa del Vaticano, prima alla Radio Vaticana, dove al lavoro propriamente giornalistico ha affiancato la realizzazione, con altri, di programmi di divulgazione culturale successivamente editi in volume.
All’inizio del 1986 è stato chiamato a L’Osservatore Romano, all’epoca diretto da Mario Agnes, dove si è occupato da prima di cronaca e politica romana e italiana. Successivamente è passato al servizio internazionale, come redattore, inviato e commentatore. La prima metà degli anni Novanta lo ha visto impegnato in prevalenza nel documentare i conflitti nei Balcani e negli anni successivi si è occupato soprattutto del Sud del mondo, in particolare dell’Africa, ma anche dell’America Latina.
Su L’Osservatore Romano ha firmato circa duemila articoli sull’edizione quotidiana e su quelle settimanali. Ha inoltre contribuito alla realizzazione di alcuni numeri de I quaderni de L’Osservatore Romano, collana editoriale sui principali temi di politica, di cultura e di dialogo internazionali.
Collabora con altre testate, cattoliche e non, e con programmi d’informazione radiofonica e televisiva.
È Direttore Responsabile, a titolo gratuito, della rivista Sosta e Ripresa.
Ha insegnato comunicazione e politica internazionale in scuole di giornalismo e ha tenuto master di secondo livello, come professore a contratto, in Università italiane. Ha tenuto corsi, seminari e conferenze in Italia e all’estero. Ha tenuto corsi sull’attività diplomatica della Santa Sede in istituti superiori di cultura in Italia.
È autore di saggi, romanzi, raccolte di poesie, diari di viaggio, testi teatrali. Sue opere sono riportate in antologie poetiche del Novecento.
È tra i fondatori dell’Associazione Amici di Padre Be’ e della Fondazione Padre Bellincampi ONLUS, che si occupano di assistenza all’infanzia, e dell’associazione L.A.W. Legal Aid Worldwide ONLUS, per la tutela giurisdizionale dei diritti dell’uomo. Ha partecipato a progetti sociali per la ricostruzione di Sarajevo. È stato promotore e sostenitore di un progetto di commercio equo e solidale realizzato in Argentina.