Sono innocenti i bambini – e non solo loro – che alla vigilia di Ognissanti si travestono da spettri, streghe o vampiri per “festeggiare Halloween”?  I bambini forse sì. Ma per gli adulti o quasi tali e soprattutto per i loro genitori, per le loro – le nostre – famiglie e per le nostre società il discorso cambia. Perché Halloween è una perversione, prima pagana, poi consumistica di Ognissanti. Lo è già nel nome, una contrazione di All Hallows’ Even (vigilia di tutti i santi), cioè di una festività cristiana che aveva fatto ragione di diversi culti pagani di evocazione dei morti. Ma di cristiano, a partire da due o tre secoli a questa parte, non ha mantenuto nulla ed è diventata occasione di recrudescenza se non proprio di quei culti, almeno di superstizioni affiancabili a sedute spiritiche o peggio a pratiche di sette sataniche.

Ognissanti Finché se ne è impadronito l’affarismo. Del resto è accaduto anche con il Natale. E la data di Ognissanti veniva buona per riempire gli scaffali dei negozi già due mesi prima. E se il Natale è rimasto tale almeno nel nome, nonostante l’orgia consumistica che ne sommerge il senso nelle nostre società, Ognissanti è diventata Halloween e dato che i santi fanno vendere al massimo per gli onomastici, via libera a zucche finte, vampiri e fantasmi. E via libera anche a un’imposizione culturale, al punto che a chi scrive è capitato di ascoltare, durante previsioni metereologiche su un’emettente televisiva, oltretutto pubblica, cioè pagata dai cittadini, la frase “il maltempo potrebbe continuare fino ad Halloween”, come se in Italia fosse stato modificato il calendario.

Non si tratta qui di condannare bambini che si mascherano e vanno a disturbare in case di sconosciuti al grido di “dolcetto o scherzetto”, non si tratta di condannare un gioco infantile di massa che dai Paesi anglosassoni si è ormai imposto anche alle nostre latitudini.  Si tratta di riflettere sulla supina, magari inconsapevole acquiescenza a un esempio di colonizzazione culturale in cui si si moltiplicano i bisogni per moltiplicare i consumi, di cedimento a una supremazia della materialità sul senso e sui valori della vita e persino della dignità umana.

Si tratta, in ultima analisi, di stupidità alimentata dall’ignoranza. Può sembrare un giudizio duro, ma certo non è superficiale. Da anni assistiamo, appunto, a una perversione di senso. Al punto che ci sono non poche famiglie che il 31 ottobre assecondano quei travestimenti di figli bambini, adolescenti o giovani e il 1° novembre magari vanno a Messa, senza cogliere la contraddizione o magari assolvendosi con un “ma che male c’è in un divertimento innocente?”.  E di famiglie così, fatte anche di persone certamente oneste, di madri certamente premurose e attente con i propri figli, ce ne sono tante. Ma spesso da questo orecchio non ci sentono e magari se qualcuno, sempre generoso con le loro famiglie in tutto, nel necessario come nel superfluo, rifiuta di esserlo per mascherate o addobbi per Halloween, scrollano le spalle come di fronte a una strana fissazione.

Ma il male c’è. Perché il cedimento a quanto detto sopra è male, sia che passi inosservato sia che venga minimizzato o persino negato. E spiace aggiungere che di questo tipo di male si parla un po’ troppo poco anche nelle nostre comunità ecclesiali, anche senza spingersi all’assurdo di parrocchie e oratori che addirittura ospitano simili “festeggiamenti”, come purtroppo accade.

Foto tratte dal web

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