Tommasa Alfieri

Sosta e Ripresa vuole dare un contributo di sereno distacco dalla situazione contingente, riproponendo il Mese Mariano della professoressa Tommasa Alfieri, del secolo scorso, quando la “Signorina”, poco più che ventenne, era Presidente diocesana della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e grande promessa della Presidente Nazionale Armida Barelli.

Sono 31 riflessioni-meditazioni sulla Madonna (una al giorno) che la invocano con titoli originali e pieni di affetto filiale per la Mamma Celeste.

8 maggio

Mater pacis

Tommasa Alfieri ph laura ciulli

Ce n’era tanto bisogno; ed il segreto della pace è giunto a noi attraverso te, Maria, nel tuo Figliolo e Signore Gesù.

Ma questo povero mondo! Ha continuamente necessità di tornare vicino a te per ritrovare tra le tue braccia il Cristo bambino e risentire la promessa di pace per quelli che sono di buona volontà. Ecco, forse il mondo non ha la pace perché gli uomini non sono di buona volontà. Abbi pietà, Maria, di questa volontà che non sa essere buona e di’ al tuo e nostro Signore che ci ripeta il suo saluto di pace e ci ricordi che ha lasciato quaggiù la sua pace, come una perla nel fondo del nostro mare agitato.

Maria, far baratto di tutto pur di avere l’ulivo. La pace è il sorriso di Cristo! Aiutaci a trovarla. Forse bisogna buttar fuori nolto, tutto chissà? anche un velo basta a non farla trovare.

Avvicina il nostro orecchio alle labbra santissime del Maestro e facci sentire la sua voce. Non appena quella voce ci sarà scesa nel cuore avremo la pace, perchè Egli la porta come primo dono agli amici.

Per noi, Maria; combattuti dai sordi nemici della materia, agitati dagli attacchi del nostro egoismo, affannati dagli impeti disordinati della nostra volontà. Per noi non buoni e, quindi, non in pace… Ma Egli è venuto per noi.

Pace di Cristo! che il mondo capisca e si acquieti! ed ascolti. Egli solo può calmare le onde se nell’uragano qualcuno lo invoca.

Maria, chiamiamo insieme il Signore; con un appello più forte della tempesta.

La sua pace con noi, la sua pace per tutti. Così sia.

«Pacem meam do vobis».

A mani giunte… per averla.

Regina Crucis.

Mentre gli Angeli ed i Santi in Cielo ti hanno per loro gloriosa Regina, noi sulla terra vogliamo guardarti ed amarti, Maria, nel fasto di una regalità misteriosa; e ci piace chiamarti nostra Sovrana della Croce.

Perché tu fosti con Cristo mentre Egli si diceva, dalla Croce, sovrano del mondo; e tu ai piedi di essa ti vestisti del manto regale di un perfetto dolore.

Nessuna creatura mai ha saputo, Maria, come tu hai saputo, cosa sia soffrire; mai nessuno ha fatto come te della pena, vita. E tu sola, Maria, sai farci vedere un dolore che va più alto di qualunque debolezza e diventa dominio di forza, che supera ogni lotta e diventa governo di pace, che vince ogni misura e diventa regno di misericordia.

Tu che volesti tutto il dolore di Cristo, Maria; e te ne lasciasti transverberare e regalmente incoronare.

Noi non sappiamo così puramente soffrire; però, Maria, portaci ai piedi della Croce, innamoraci del dolore di Cristo, così da sentirlo vivo, da sentirlo in noi, così da sciogliere nel suo dolore i nostri e farli tutt’uno. Regina della Croce, tu sei splendida dello splendore crociato del Figlio; Madre del Re imperante dal legno, tu domini sul mondo con lui nella maestà di una perfetta consumazione d’amore. Per la quale noi siamo redenti.

Maria, veniamo alla Croce. Abbiamo bisogno di imparare che la sofferenza con lui e con te è scettro… noi che andiamo curvi sotto il dolore. Che Egli da lassù ci lavi nel suo sangue mentre tu ci avvolgi nel tuo manto. Così sia.

«Adstitit Regina a dextris tuis».

Con la regina ai piedi del Re

non temere il suo trono di Croce!

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