4 NOVEMBRE FESTA DELL’UNITA’ NAZIONALE E
DELLE FORZE ARMATE .
Il 4 novembre Festa della Vittoria dell’Unita d’Italia e delle Forze Armate,
presidio di difesa della Pace e di attuazione del dettato costituzionale di
ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali.
Stefano Stefanini
Nella Ricorrenza dell‘Unita‘ Nazionale e della
Giornata delle Forze Armate del 4 novembre abbiamo approfondito
nella trasmissione Fatti e Commenti di questa settimana con il prof.
Sante Cruciani, docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso
l’UNITUS di Viterbo la situazione internazionale e le prospettive seppur
flebili di un reale cessate il fuoco nei conflitti in Medio Oriente e Russo
Ucraino e in altri focolai sparsi nel mondo.
Avremo come ospiti in studio il dott. Domenico Interdonato giornalista e
come militare inviato in missioni di pace con l’Esercito Italiano e
Francesca Maccaglia .

Nella celebrazione della Giornata del 4 novembre, martedi prossimo,
verranno ricordati i giovani Eroi immolati nella Prima Guerra Mondiale 1915-
1918, tra cui Don Pacifico Arcangeli, cappellano militare e Medaglia d’Oro al
Valor Militare, caduto sul Monte Grappa nel 1917 le figure di giovani soldati
ortani: il capitano Sirto Sacchetti, il capitano Ferruccio Cianchi, il Cavaliere di
Vittorio Veneto Torquato Maggi, testimone dei sacrifici dei giovani Soldati con
i suoi racconti dei giorni di guerra ai ragazzi delle scuole locali, il cappellano
Padre Geremia Subiaco, decorato per un intervento di recupero dei
commilitoni sulle Tofane, con una testimonianza diretta delle sofferenze
subite e della grande gioia per la vittoria conquistata con enormi sacrifici.
Il 30 ottobre scorso e’ ricordata in particolare l’eroica figura del capitano
cappellano don Pacifico Arcangeli, uno dei tre cappellani militari italiani
insigniti della Medaglia d’Oro al V.M. nella Prima Guerra Mondiale,
insegnante presso il Seminario di Orte, cultore di letteratura e poesia
giapponese, per la quale scrisse un interessantissimo manuale nel 1913, un
intellettuale immolato per i suoi soldati sul Monte Grappa.
Don Pacifico Arcangeli, insegnate presso il Seminario diocesano di Orte, il
primo dei tre cappellani militari italiani insigniti della Medaglia d’Oro al V.M.
nella Prima Guerra Mondiale.
Ricordiamo, altresì, il testo che insieme a Bruno Salvatori, chi scrive ha
dedicato ai giovani soldati della Grande Guerra “1915-1918 1^ Guerra
Mondiale. In ricordo dei nostri giovani Eroi” SED Editore Viterbo, presentato
presso la sede Comunale di Orte nel novembre del 2018 per il centenario
della conclusione della Grande Guerra.
Martedì 4 novembre nei nostri Comuni, davanti ai Monumenti e nelle nostre
Chiese verranno ricordati i Caduti, e i combattenti reduci della Prima Guerra
Mondiale.
Come nei momenti impegnativi della lotta al Coronavirus negli anni scorsi,
anche in questo periodo di crisi internazionali e di guerre atroci che seminano
morte nelle popolazioni innocenti, tutti noi dobbiamo avere la consapevolezza
che le radici del presente si basano sul sacrificio di tanti giovani soldati di
allora che, spesso inconsapevoli dei pericoli e degli immani sacrifici a cui
sono andati incontro, hanno accettato di sacrificarsi per un ideale di Unità, di
Solidarieta e di sviluppo economico sociale che attraverso i decenni ci ha
portato a beneficiare di sempre migliori condizioni di vita e in particolare
godendo dei Valori fondamentali delle Libertà Democratiche.
Per queste ragioni nelle festività nazionali come quella del 4 novembre
dobbiamo rivalutare, senza sterili contrapposizioni pseudo ideologiche, le
pagine più eroiche, e più drammatiche, della storia d’Italia.
In occasione del 4 novembre non va, infine, dimenticata la testimonianza di
Salvatore Federici, “memoria storica”, classe 1925, per decenni presidente
dell’Associazione Combattenti e Reduci di Orte e di Viterbo, scomparso
qualche anno fa.
Dopo l’8 settembre 1943 era stato arrestato dai nazifascisti e deportato nei
campi di prigionia in Germania, da dove tornò solo due anni dopo.
Iscritto alla Sezione Associazione Nazionale Partigiani d’Italia fin dall’inizio,
ha più volte partecipato, nelle scuole e altrove, a iniziative dell’Associazione,
Istituzionali e di altro tipo in tutta la provincia di Viterbo. Ricordiamo che
Salvatore Federici e’ stato per anni presidente dell’Associazione Combattenti
e Reduci di Orte e successivamente di Viterbo, a cui ha dedicato tutto il suo
entusiasmo per la diffusione e salvaguardia dei valori della democrazia e la
testimonianza commossa degli orrori dei Campi di prigionia nei confronti dei
giovani delle scuole di ogni ordine e grado della nostra provincia.
Lo ricordiamo sempre presente, insieme al suo predecessore presidente
dell’Associazione Combattenti, Renzo Paolessi, con la sua divisa e il berretto
di Marinaio, con quale aveva servito giovanissimo la Patria ed era andato
incontro alla dolorosissima esperienza dei campi di prigionia, ad ogni
Celebrazione pubblica per le ricorrenze della Repubblica: il 4 Novembre, il 25
aprile, il 2 Giugno, il 29 agosto in ricordo del Bombardamento che distrusse
nel 1943 l’abitato e la stazione ferroviaria di Orte, sempre orgoglioso di
condurre la Bandiera Italiana dell’Associazione dei Combattenti e Reduci.
Personalmente, per onorare il ricordo e la testimonianza di storia vissuta di
Salvatore Federici e la sua incrollabile fiducia nei giovani e nella democrazia,
vorrei citare l’introduzione scritta che ottenni da lui per arricchire il testo che
insieme a Bruno Salvatori dedicammo nel 2018 “In ricordo dei nostri giovani
Eroi” ai giovani soldati della Prima Guerra Mondiale, in occasione della
celebrazione del Centenario della conclusione del Conflitto.
In quella occasione scrisse che “le Istituzioni, in particolare la Presidenza
della Repubblica, le Forze Armate e di Polizia, i Comuni e le Istituzioni
Scolastiche stanno opportunamente lavorando per riscoprire e diffondere nei
cittadini ed in particolare tra i più giovani, i Valori più profondi della nostra
Storia”.
E Salvatore Federici e’ stato l’ultimo e più efficace testimone dei Valori della
Costituzione Repubblicana, nata dal sacrificio di tanti uomini e donne che,
anche dopo il primo ed il secondo conflitto mondiale, hanno saputo affrontare
con coraggio le avversità e i drammi della guerra, per dare, nella
Ricostruzione materiale e morale dell’Italua, un futuro di benessere e
democrazia alle generazioni future.

