Nella contrada viterbese di Castel d’Asso c’è ora un cippo importante per i pellegrini che percorrono la via Francigena. Segnala che sono a cento chilometri dalla meta, la tomba di San Pietro nell’omonima basilica vaticana a Roma, dopo un cammino che per molti è stato di migliaia di chilometri.
Il bel cippo di peperino chiaro è stato posto con una semplice cerimonia nella mattinata di sabato 20 aprile presso chiesa rurale di Santa Maria Mater Amabilis, amministrata dall’associazione Amici del Beato Domenico della Madre di Dio, al secolo il viterbese Domenico Barberi, associazione che da alcuni mesi è diventata editrice del nostro giornale.
Quel cippo, istallato dalla sezione viterbese dell’associazione Amici della via Francigena, è appunto particolarmente importante proprio perché cento chilometri sono la distanza “canonica” minima sufficiente per ottenere in San Pietro in Vaticano il “testimonium”, il documento che certifica l’avvenuto compimento del pellegrinaggio a piedi fino a Roma. Alto più di un metro, il cippo ricalca quelli posti lungo il cammino di Santiago di Compostela, chiamati “mojon”.
Per l’occasione si sono dati convegno i volontari di varie associazioni che curano questa particolare attività che si rifà alle opere di misericordia elencate nel Vangelo di San Matteo: “Ero pellegrino e mi avete ospitato” (Mt. 25,35). Per gli Amici della via Francigena c’erano il presidente don Mario Brizi e il vicepresidente don Vincenzo Mirto, il diacono permanente vero instancabile animatore dell’associazione.
L’associazione Archeotuscia, benemerita nella valorizzazione delle ricchezze culturali del territorio era rappresentata dal presidente Luciano Proietti. Per gli Amici del Beato Domenico c’era il presidente Sandro Mosè Toso, succeduto quest’anno nell’incarico a Mario Mancini, presente anch’egli, che ha guidato per tanti anni l’associazione, così come per decenni è stato il principale motore di Sosta e Ripresa, di cui resta direttore editoriale, e principale testimone e divulgatore del magistero di Tommasina Alfieri che il giornale ha fondato, magistero ed eredità ai quali il giornale stesso si ispira.
Non è mancata anche la lieta, per quanto grazie a Dio non insolita sorpresa dell’arrivo inaspettato di due pellegrini inglesi che si sono uniti alla festa e hanno aggiunto il timbro della chiesina (accessibile a tutti i pellegrini) sulle loro credenziali.