Il Natale è trascorso ed in molti casi, troppi, sono stati mandati messaggi su WhatsApp, internet, via mail…Non è più come anni fa quando scrivevamo quei biglietti natalizi che con cura sceglievamo nelle cartolerie e nelle  tabaccherie, per poi spedirli agli amici in giro per l’Italia e per il mondo.

Ora c’è internet così veloce, così sbrigativo, così asettico. Sì, asettico, perché guarda caso non abbiamo più il tempo per telefonare, per sentire la voce della persona, ma soprattutto per ascoltare l’altro.

Con un semplice messaggio e magari con quelli anche illustrati tra vari emoticon, inviamo questi auguri e riceviamo questi auguri così freddi, che non sanno di niente.

“Quando la comunicazione ha il prevalente scopo di indurre al consumo o alla manipolazione delle persone, ci troviamo di fronte a un’aggressione violenta come quella subita dall’uomo percosso dai briganti e abbandonato lungo la strada, come leggiamo nella parabola”, Ma il vero rischio è che “alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale”.

Parlava così Papa Francesco nel 2014, ed ormai che  stiamo entrando nel nuovo anno, è così attuale, vero, ma soprattutto evidente.

Siamo connessi, ma non lo siamo veramente, perché alla fine non c’è l’incontro vero. Ci stiamo facendo trascinare dal mondo virtuale, tralasciando i rapporti veri con noi stessi e con gli altri. Rapiti da telefonini, non ci rendiamo conto che la vera cura di noi stessi, inizia proprio dal nostro stile di vita, dal rispetto e tutto finisce dentro la navigazione.
Un rischio altissimo, perché ci isoliamo e ci escludiamo ed internet può disorientarci  ma anche, se ben usato,  aiutarci a crescere.

Il doppio rischio dell’isolamento e dell’esclusione. “L’ambiente comunicativo – spiega Bergoglio – può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia di essere escluso”.

La  comunicazione potrebbe essere una conquista più umana che tecnologica, proprio come puntualizzato sempre da Papa Bergoglio quando sostiene: “Mi piace definire questo potere della comunicazione come ‘prossimità’. Come si manifesta la ‘prossimità’ nell’uso dei mezzi di comunicazione e nel nuovo ambiente creato dalle tecnologie digitali? Trovo una risposta nella parabola del buon samaritano, che è anche una parabola del comunicatore. Chi comunica, si fa prossimo”.

La verità è che, quindi, corriamo il rischio di dipendenza , di perdere il contatto con la realtà concreta. Schiavi della rete, di una folle overdose da web.
In occasione della 53esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali il Papa ha lanciato un altro messaggio soprattutto ai giovani, grandi fruitori delle nuove tecnologie, esortando tutti all’incontro tra le persone ed  alla solidarietà. Significativo il passaggio nel quale afferma che “Se internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, è vero anche che si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito”.
Le festività natalizie che abbiamo lasciato alle spalle ci hanno ricordato che Dio continua ad amare ogni uomo, così come è, perché ai suoi occhi siamo preziosi.

Lo ha ricordato sempre Papa Francesco nell’omelia della Santa Messa di Natale nella Basilica di San Pietro giorni fa: “Dio non ti ama perché pensi giusto e ti comporti bene; ti ama e basta. Il suo amore è incondizionato, non dipende da te. Puoi avere idee sbagliate, puoi averne combinate di tutti i colori, ma il Signore non rinuncia a volerti bene”.
Cosa fare allora con il Nuovo Anno? Semplicemente accogliere il dono di questo amore disinteressato, unico e vero. Dargli un senso, cambiando noi stessi, facendo della nostra vita un dono verso l’altro. Ascoltiamolo, accettiamolo, cerchiamolo non sulla piattaforma virtuale.
Perché alla fine sarà “superata la vetta dell’egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo”. Buon Anno

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