a cura di don Gianni Carparelli
Pellegrini della speranza cristiana. Il Papa è ritornato a ricordarci questo impegno in cammino. Dentro il nostro darsi da fare per organizzare pellegrinaggi parrocchiali a Roma o altrove, di offrire opportunità per le confessioni e la comunione sacramentale non manchi questo “cammino per seminare speranza” che lo si vede nei frutti che genera nella Chiesa e nelle comunità. Dai frutti si riconosce se l’albero è buono o finto. Lo leggiamo in Luca 6:43.
L’albero delle nostre devozioni, se non dà frutti buoni, è un albero da curare meglio o da tagliare. Vuol dire che alla radice non c’è la linfa di Dio. Nella lettera di indizione del Giubileo ordinario 2025 il Papa in un linguaggio comprensibile a tutti parla con chiarezza evangelica. Speranza e pazienza (n. 5), perché la vita cristiana con le sue gioie e dolori (n. 4) ha bisogno di tempo per germogliare nel cuore delle persone. E’ come un “andare” continuo, un “pellegrinare” alla ricerca di quello che desideriamo e che vogliamo costruire. Fermarsi in un luogo di riflessione e preghiera, ecco le Chiese Giubilari, è sostare in una oasi di spiritualità (n. 5) per riprendere fiato e abbeverarsi alle fonti della bellezza della fede in Gesù.
Il 29 dicembre pomeriggio la Comunità-Chiesa di Viterbo si incontrerà con il suo Pastore e Guida nella Cattedrale per dare inizio a questo “andare” verso il Signore che “viene”. E poi ognuno di noi personalmente e come comunità (piccola o grande che sia) deve “peregrinare”, guardarsi intorno, e seminare “segni di speranza”. La pace, le persone nel disagio come i detenuti, gli ammalati, i giovani, i migranti, gli anziani, i nonni e nonne, i poveri… Il Papa li nomina chiaramente.
E noi cosa pensiamo o cerchiamo di fare?
Siamo una piccola comunità a Castel d’Asso, anche se vivace, attiva e presente. Cerchiamo di vivere in pace tra di noi. Per questo dopo la preghiera liturgica ci fermiamo a prendere un caffé insieme, chiacchierare, informarci e dare una mano. Domenica 15 dicembre avremo ospite da noi una persona che vive paralizzata a letto e che ha ricevuto la Cresima a Lourdes, recentemente dal Vescovo Piazza. Ci dirà della sua esperienza spirituale. E’ contento di venire tra di noi. E’ speranza che cresce nella sua vita non molto facile.
Con Il GAVAC (servizio di volontari per aiutare i carcerai e gli ex carcerati), ci siamo presi l’impegno di tenere aperta la casa-alloggio per chi esce dal carcere e non sa dove andare. Anche questo è offrire speranza. Noi pagheremo l’affitto mensile. La risposta alla mia proposta è stata generosissima. E’ il nostro stile spirituale di “pellegrinaggio” nella vita e con la vita. Dicevo tempo fa che la nostra vita deve diventare la risposta alle nostre preghiere. Apriamo così la Porta Santa della speranza. So che molti di voi visitano i malati e gli anziani. Altri li curano nelle loro famiglie. Qualche giovane comincia e vedere la fede e la Chiesa con occhi diversi, più benevoli.
Un giovane architetto è venuto a vedere come può essere utile per mettere a posto, se ci riusciamo, il centro sociale attiguo alla chiesetta. Prima di Natale pranzeremo insieme dentro la Chiesetta per far crescere sempre meglio i frutti dei nostri “alberi”, che siamo noi. E che la nostra “Mater Amabilis”, Madre nostra e Madre della speranza (n. 24) sia sempre vicino a noi come guida e “Stella Maris” (n. 24). Padre nostro… Ave Maria… Gloria …. Gloria… Gloria.
AMEN. (con Papa Francesco, “La Speranza non delude”, 2024)
