Per inizio Conclave. Extra omnes? Ma siamo “tutti dentro-Intra omnes”. Con la fede nei cammini del Vangelo, con la speranza che il Papa ci guidi su questi cammini, con la preghiera che sostiene la Chiesa intera.

Ecco la mia riflessione.

Lo Spirito Santo non è una nuvoletta con le ali

In questi giorni certamente avrete sentito parlare dello “Spirito Santo” come l’ispiratore durante il Conclave. I non credenti non sanno di cosa si stia parlando, e i credenti… pure! Ne parlano anche i cardinali che celebreranno una Liturgia “Pro Eligendo Pontifice” per chiedere la sua assistenza. Nel frattempo discutono più o meno velatamente su chi dovrebbe essere il prossimo Papa. E non mancano manovre di sottobanco, insinuazioni, pettegolezzi, invidiuzze, qualche calunnietta… e tra una preghiera e l’altra anche occhiate maliziose, suggerimenti, proposte… insomma tutto meno lo Spirito Santo. E allora? Bisogna essere innamorati della Chiesa=Corpo mistico di Cristo, anche se impolverata di troppo umano, per sentire quel soffio della “Grazia di Dio” che si infiltra tra gli abiti corali delle eminenze (che dovrebbero smettere di chiamarsi cosi!) per rimaneggiare quasi inavvertitamente gli orientamenti e poi arrivare a una scelta che in nome del maestro Gesù, continui a guidare la cosiddetta barca di Pietro tra le onde di questo mondo sfasciato. Guidarla senza discontinuità e sempre con lo sguardo alle sue vere origini, che è Gesù Cristo. A me sembra che questo avvenga, seppur nella fatica di non inquinarsi troppo per portare alla luce la bellezza seminata da secoli e che c’è, sparsa ovunque. Duemila anni di storia lo stanno a provare: una istituzione, nata sulla vita di Gesù Cristo, con tutte le sue ombre a volte anche oscure, ma che riesce sempre a ri-emergere nella bontà e santità di tanti suoi membri sparsi per il mondo. La composizione del collegio che eleggerà il Papa è una immagine del mondo nella sua varietà spirituale e culturale. Il punto di riferimento spirituale è sempre quel Gesù Cristo che sembra (per me lo è) misticamente diffuso in ogni credente, anche il più fragile e peccatore, in ogni associazione ecclesiale e gruppo diocesano o parrocchiale… e se c’è, in qualche modo emerge e si fa sentire. Come lo “Spirito” che aleggiava nei racconti delle prime pagine della Genesi e che ritroviamo nelle ultime righe del libro della Rivelazione, quando dice: “… Vieni Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!”. Questa fede nella presenza di Dio resa più comprensibile attraverso il “Suo Volto” (Gesù è il Volto di Dio), mi da una sensazione spirituale che in qualche modo “aleggia” dentro di me e aiuta a purificare le mie intenzioni e le mie scelte. Questa fede, anche se impolverata, è presente nelle scelte degli elettori nel Conclave che sono invasi da questa “pressione” evangelica: quale è la scelta migliore per una Chiesa che non inizia a camminare adesso, ma che porta avanti un cammino sempre in cammino? Cosa possiamo e dobbiamo fare in modo che il messaggio del Vangelo e di Gesù Cristo penetri nelle coscienze di questo millennio con le sue sfide e proposte che sono differenti da quelle delle generazioni passate? Gli elettori sono, si, persone umane con le loro fragilità, ma non può non albergare nelle loro coscienze lo “Spirito del Vangelo”. E il Vangelo non è una colonna di ghiaccio che si scioglie a ogni sbalzo di temperatura culturale o un blocco di marmo immobile e intoccabile. Ci sono problematiche emergenti, anzi emerse, che Francesco ha avuto il coraggio di prendere in mano e che emergeranno comunque sempre più chiaramente. Non basta dire che la Chiesa è un “Corpo Mistico” per mettere da parte la realtà effettuale delle cose e inginocchiarsi in preghiera. E’ “Mistico” nel senso che il Corpo e la vita di Cristo sono ora nella nostra vita, presente non fisicamente, ma attraverso la nostra vita. Siamo “noi” che lo rendiamo presente ed è per la nostra fragilità che il suo “Regno” tarda a venire, ma gli andiamo incontro costruendolo. Quando Giovanni alla fine del libro della Rivelazione fa dire al Signore: “… Si, sto per venire“, ci dice che questa sua promessa “…sto per venire…” è sempre in arrivo, perché attende il nostro “Amen”, la nostra purificazione come comunità=Chiesa. Per cui questo “arriverà” è sempre dietro la curva. Ma il desiderio di aiutarlo ad arrivare secondo lo sguardo della fede, che abita in ogni di noi e anche dei cardinali in conclave, è la presenza di quello Spirito che si infiltra in noi e ci illumina, come un giorno di Pentecoste che non finisce mai.

E quelle lingue di fuoco, immagini della fede, ricordano che lo Spirito infiamma di vita nuova tutti, non importa da dove vengano (Atti 2:7-11) e porta quei frutti buoni visibili che permettono di rendersi conto se è presente, come un fuoco dal cielo ma dentro di noi : “… amore, gioia, pace, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5:22), frutti ben diversi da quelli di una vita egoista e vuota come descritti poco sopra (Gal 5:19). Permettetemi di parafrasare quello che un giornalista-pensatore di oggi, Bruno Mastroianni, ha detto e che sembra descrivere questo quadro di frutti buoni, citando anche quello che Francesco suggeriva: “cerchiamo di avvicinarci-stare accanto alle persone e di ascoltare, facendo leva sugli ultimi perché chi è sensibile a chi viene emarginato e soffre è anche capace di stare attento a tutti e semplificando le regole affinché la vita cristiana non venga ridotta a elenchi di fare-non fare, e sia cammino, faticoso, ma sincero verso la casa del Padre…”. La comunità-Chiesa deve essere una porta aperta per dare a tutti la opportunità di costruire le proprie speranze (ecco il Giubileo 2025) e di non incontrare ostacoli burocratici da perfezionisti che bloccano il desiderio di sentirsi abbracciati dalla grandezza del mistero della vita. Dobbiamo imparare a camminare insieme (una Chiesa sinodale, ancora da capire) senza avere timore di sbagliare o di essere imperfetti, perché siamo imperfetti ma perfettibili. Tutti, senza distinzione, dal peccatore più ostinato al Papa. Il desiderio onesto di diventare migliori già ci rende migliori. A guidarci è questa presenza impercettibile del Signore Gesù: “… Io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28:20). I credenti semplici e buoni sentono questo quasi istintivamente. Ai non credenti chiedo solo di non buttare via la ricchezza della fede cristiana perché vedono tanta acqua sporca. Credetemi c’è anche tantissima acqua limpida in giro. Come dappertutto e in qualsiasi istituzione toccata da mani, diciamo, umane. Nel conclave ci sarà tutto l’umano delle persone, ma anche quel barlume che illumina il bene della Chiesa e che filtra dentro di noi, silenzioso. La stessa manifestazione universale di riconoscenza al Papa defunto è “segno dello Spirito” che illumina le menti della Chiesa. Ci dice quello che la Chiesa desidera e di cui ha bisogno. Sarà questa luce a dare un nome al successore di Pietro, dopo Francesco. E noi lo seguiremo con rispetto e amore, camminando creativamente con la Chiesa, non contro di essa.

 

Don Gianni Carparelli

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