Domini: “l’Eucarestia e la Città
degli Uomini”..
Stefano Stefanini
Come di tradizione, le comunità ecclesiali rinnovano domenica 2
giugno i Riti legati alla Solennità del Corpus Domini, che le
comunità della Tuscia celebreranno, in qualche modo privilegiato,
nella dimensione storico-religiosa riconducibile alle città di Bolsena
e Orvieto: il Miracolo Eucaristico che si compì a Bolsena nel 1263,
a cui seguì la costruzione del magnifico Duomo di Orvieto.
L’affresco di Raffaello. Musei Vaticani “ La Messa di Bolsena”.
Dobbiamo ricordare come fatto storico ciò che accadde nella
nostra Tuscia viterbese: la basilica di Santa Cristina in Bolsena
custodisce la pietra dell’altare macchiata di sangue, mentre il
Duomo di Orvieto ospita il Corporale di lino macchiato del sangue
scaturito dal Pane spezzato dal sacerdote boemo Pietro da Praga,
assalito durante la celebrazione della messa dal dubbio sulla
trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di
Cristo.
Le cronache del Miracolo riportano che il sacerdote andò subito da
papa Urbano IV, che si trovava ad Orvieto, per riferirgli l’accaduto.
La Pietra del Miracolo Eucaristico di Bolsena.
Il papa inviò a Bolsena Giacomo, vescovo di Orvieto, per
verificare la veridicità del fatto e riportare le reliquie. Secondo
alcuni storici , il presule fu accompagnato dai teologi
Tommaso d’Aquino – a cui successivamente fu affidata la
redazione dei testi della liturgia della festività istituita – e
Bonaventura da Bagnoregio.
Tra la commozione e l’esultanza del popolo, il vescovo di Orvieto
tornò dal Papa con le reliquie del “miracolo”. Urbano IV ricevette
l’ostia e i lini che si supponeva fossero intrisi di sangue, li mostrò al
popolo dei fedeli e li depose nel sacrario della cattedrale orvietana
di Santa Maria.
La Basilica di Santa Cristina a Bolsena ove avvenne il Miracolo Eucaristico nel 1263.
A seguito di questo evento, l’anno successivo 1264, papa
Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini.
Anche l’arte sublime di Raffaello ha illustrato il miracolo eucaristico
di Bolsena in una delle quattro “Stanze Vaticane”, poste all’interno
dei Palazzi Apostolici. La scena rappresenta il “Miracolo
eucaristico di Bolsena”, avvenuto nel 1263.
Sull’Eucarestia e la sua attuale presenza nella vita delle nostre
Città ricordiamo le recenti parole di papa Francesco, sulla
centralità della preghiera eucaristica e della testimonianza
evangelica nella famiglia, nel lavoro, nella disponibilità verso
gli Ultimi e nella Festa Eucaristica domenicale, richiamando
direttamente un tema portante del Convegno Ecclesiale nazionale
italiano svoltosi a Firenze sul Nuovo Umanesimo Cristiano che ha
definito come “l’Eucaristia e la Città” sia un’importante esortazione
a considerare come “Ogni Messa domenicale generi e offra bene
comune, sostiene visioni e responsabilità di bene comune:
l’Eucarestia rappresenta il nutrimento della testimonianza della
carità nella città.”
Papa Francesco, in questi ultimi giorni Papa Leone ed i vescovi più
volte hanno esortato a considerare gli ambiti di vita come luoghi in
cui portare la speranza che viene dal Signore Risorto e dall’incontro
con lui nella celebrazione eucaristica domenicale, vengono
sintetizzati e resi pubblici con le processioni del Corpus Domini,
caratterizzate da artistiche infiorate segno di profonda adorazione
per il “Corpo di Cristo” – in cui l’Eucarestia viene messa al
centro delle “abitazioni degli uomini”, nella bella definizione
del sindaco di Firenze negli anni 50 e 60 del Novecento,
Giorgio La Pira, assertore infaticabile della Pace tra i popoli.
Giorgio La Pira durante la Guerra Fredda convoco’ a Firenze i
Colloqui del Mediterraneo tra i sindaci delle città di Oriente e
Occidente: ispirò alleanze tra città con il motto unire le città
per unire le nazioni: « nessuno ha il diritto di distruggere le
città: dobbiamo conservarle, integrarle e ritrasmetterle alle
generazioni future. La ricerca della Pace e dell’armonia va
edificata non solo nella cura della singola persona, ma deve
trasparire anche dagli edifici .. occorre creare un grande ponte
di preghiera tra Occidente e Oriente per sostenere la grande
edificazione di Pace nella quale tutti siamo impegnati … il
nostro comune programma costruttivo deve essere: dare ai
popoli la Pace, costruire case, fecondare i campi, aprire
officine, scuole e ospedali, ricostruire ed aprire dovunque le
chiese e le cattedrali. Perché la Pace deve essere costruita ad
ogni livello della realtà umana: economico, sociale, politico,
culturale e religioso. Soltanto così il nostro ponte di Pace tra
Oriente e Occidente diventerà incrollabile !
Siamo convinti che concretamente, in questo periodo storico intriso
di sofferenze e preoccupazioni legate alla guerra, ma anche da
altrettante opportunità di solidarietà umana, l’orizzonte del cammino
delle comunità cristiane resti quello della responsabilità per il Bene
comune, come quotidiano e costante impegno a migliorare il vivere
sociale delle nostre Città.