RIFLESSIONI IN OCCASIONE DELL’INCONTRO
TRA PAPA LEONE E RE CARLO D’INGHILTERRA SUL 3°
INCONTRO ECUMENICO DI VITERBO SOTTO IL SEGNO
DELLA TESTIMONIANZA DEL BEATO DOMENICO
BARBERI E DI SAN JOHN HENRY NEWMAN.
Condiviso tra le varie confessioni cristiane lo spirito
evangelico dell’operare concretamente la carità verso il
Creato e gli Ultimi. Occorre promuovere un dialogo,
portatore di pace e collaborazione, risolutivo degli attuali
atroci conflitti internazionali.
Stefano Stefanini
La data di oggi 23 ottobre passerà alla storia come una
tappa fondamentale nel dialogo ecumenico e nella
prospettiva dell‘avvicinamento e della promozione dell‘Unita’
dei Cristiani, con la preghiera comune nella Cappella
Sistina, con la partecipazione di Papa Leone e di Re Carlo
d‘Inghilterra: cura del Creato, la Pace e la Speranza.
In occasione dell’anniversario della nascita del Beato
Domenico della Madre di Dio (22 giugno 1792)
l’Associazione a lui dedicata ha organizzato il 24 giugno
scorso nella sua città natale di Viterbo il terzo Incontro
Ecumenico.
Esprimiamo alcune riflessioni a proposito del dialogo
ecumenico e interreligioso che caratterizza da sempre lo
stile dialogante della Chiesa di Viterbo.
Potremo dire che questo stile ecclesiale di dialogo discende
e viene attualizzato dalla testimonianza eroica del
passionista viterbese beato Domenico Barberi, campione
del dialogo con i „fratelli separati“ anglicani .
Il dialogo ecumenico è un tema e un impegno centrale nei
pontificati di Papa Francesco, Papa Leone XIV, in
particolare di San Paolo VI, che ha proclamato Beato
padre Domenico nell’ottobre del 1963 nel corso del Concilio
Vaticano Secondo, come esempio del dialogo Tra fratelli
separati.
Nel solco dei predecessori, Papa Benedetto e Papa
Francesco hanno promosso attivamente il dialogo
interreligioso e il ripristino della piena comunione tra le
Chiese cristiane.
Papa Leone XIV continua questo impegno, sottolineando
l’importanza del dialogo e della cooperazione tra le diverse
confessioni cristiane e le altre religioni. Il ricordo di Papa
Paolo VI, in particolare attraverso il suo impegno per l’unità,
fornisce un ulteriore elemento di continuità per il dialogo
ecumenico attuale.
Se Papa Francesco ha promosso durante tutto il suo
pontificato un dialogo ecumenico intenso, sottolineando
l’importanza del rispetto reciproco, della collaborazione su
questioni sociali e della ricerca di punti comuni, Papa Leone
XIV, gia’ nei suoi primi interventi, ha confermato
l’intenzione di proseguire il cammino di dialogo e
riconciliazione con le altre Chiese cristiane, specialmente
quelle ortodosse, e di lavorare per la piena comunione.
Nell’attuale contesto storico politico e religioso le direttrici di
„ D i a l o g o e C o o p e r a z i o n e , S i n o d a l i t à ed
ecumenismo“ tracciate nel corso dell’Incontro Ecumenico di
Viterbo favoriscono le prospettive di sviluppo del dialogo
teologico, della cooperazione su questioni sociali come la
pace e la tutela dell’ambiente, riconoscendo il valore delle
diversità all’interno del cristianesimo e tra le diverse
tradizioni religiose.
Papa Leone XIV ha sottolineato che sinodalità ed
ecumenismo sono strettamente collegati e che il
cammino ecumenico si fa insieme, nel servizio e nella
fiducia reciproca.
E proprio il dialogo teologico a fondamento della
cooperazione orientata alla carità verso gli ultimi costituisce
il bagaglio comune di Valori Evangelici e Servizio nella
carità verso i bisognosi che e‘ prepotentemente emerso
negli interventi che hanno caratterizzato il 3o Incontro
Ecumenico svoltosi a Viterbo martedì 24 giugno nella Sala
Osbat del Palazzo dei Papi.
Le parole chiave pronunciate dai relatori di Viterbo e
riassunte da Mario Mancini sono state: superamento
del proselitismo e di diatribe teologiche per condividere
tra le varie confessioni cristiane il vivere insieme la
Carità: le opere di Misericordia del Vangelo che ci
accomuna tutti attraverso l‘ascolto, il rispetto reciproco,
la fraternità.
Dalla successiva Tavola Rotonda intitolata: “Lotte e Abbracci
tra Cristiani di diverse Confessioni A Viterbo – Tra Mito e
Realta’”, gli interventi di Padre ortodosso rumeno Bobita
Vasile e di don Gianni Carparelli dopo che Eleonora Rava e
Filippo Sedda per S. Rosa ed i Catarini, Francesca Marini
per Pietro Valdo, Luciano Osbat per Lutero e Egidio da
Viterbo avevano ricordato le storiche eresie passate nei
secoli da Viterbo con tragiche conseguenze.
Nel messaggio indirizzato all‘Incontro di Viterbo dal
rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la
Santa Sede e direttore del Centro Anglicano di Roma,
rev.mo Antony Ball, si evince una ferma volontà di dialogo
e di collaborazione tra cattolici romani, anglicani, ortodossi
e protestanti: „Siamo consapevoli che la nostra
vocazione specifica è quella di mostrare segni di
collaborazione visibili, attraverso pronunciamenti e
azioni concrete in un mondo travagliato, diviso,
confuso e scoraggiato, in cui c’è sete di comunione”.
Citando le parole condivise in una Dichiarazione congiunta
del 2006 dell’Arcivescobo di Canterbury, Roman Williams e
di Papa Benedetto XVI .
„L’Ecumenismo autentico va oltre il dialogo teologico, esso
tocca la nostra vita spirituale e la nostra comune
testimonianza. Mentre il dialogo si sviluppa, molti Cattolici e
Anglicani hanno trovato gli uni negli altri un amore per Cristo
che ci invita ad una cooperazione e a un servizio concreti“
Le stesse parole del Vescovo di Viterbo mons.
Francesco Piazza con cui ha concluso l’Incontro, hanno
tracciato i passaggi più significativi della testimonianza
ecumenica del Beato Barberi, insistendo sul
radicamento nel contesto sociale, nelle realtà spesso
marginali di fragilità morale e materiale, il condividere,
l’umanarsi, riferendosi direttamente a San Jhon H.
Newman.
In sintesi il cammino ecumenico tracciato e prospettato negli
incontri annuali di Viterbo, ormai istituzionalizzati, si incentra
concretamente nel condividere tra le varie confessioni
cristiane il servire insieme la Carità: le opere di Misericordia
del Vangelo che ci accomuna tutti attraverso l‘ascolto, il
rispetto reciproco, la fraternità.
Siamo convinti che questo dialogo in ambito prettamente
interreligioso giovi, altresì‘, in modo propositivo al dialogo tra
i governanti degli Stati in guerra, per il recupero oggi tanto
necessario di pace, concordia, collaborazione socio
economica e culturale, di superamento di inutili stragi di vite
umane innocenti.
