„Ripensiamo l‘Europa“ 
 La lectio magistralis del prof. Jean-Dominique
Durand venerdì 24 ottobre 2025 presso la
Sala  David Sassoli di Palazzo Valentini.

Stefano Stefanini

Il Centro di Documentazione Europea dell’Università LUMSA invita
gli studenti e quanti sono interessati alle tematiche europee
alla Lectio magistralis che il prof. Jean-Dominique Durand terrà a
Roma venerdi 24 ottobre 2025, alle ore 17, presso la Sala David
Sassolidi Palazzo Valentini, sede della Città metropolitana di Roma
Capitale, in via IV novembre, 119/a.
L’evento, realizzato in collaborazione tra l’Associazione Nazionale
Democratici Cristiani (ANDC) e il Centro di Documentazione
Europea dell’Università LUMSA, intende stimolare una riflessione
sul ruolo dell’Europa in un contesto segnato da mutamenti globali,
risorgenti imperialismi e conflitti che mettono in discussione valori e

libertà fondamentali mettendo in risalto un appello all’unità dei
democratici cristiani per ripensare l’Europa nata dai padri fondatori
De Gasperi, Adenauer e Schuman.
L’incontro sarà presieduto da Lucio D’Ubaldo (presidente
Associazione Nazionale Democratici Cristiani).
Dopo i saluti iniziali di Mariano Angelucci(Consigliere Città
Metropolitana Roma Capitale) e di Carla Ciocci (vicepresidente
Associazione Nazionale Democratici Cristiani), seguirà la lezione
magistrale “Ripensiamo l’Europa” del prof. Jean-Dominique
Durand, emerito di Storia contemporanea presso l'Università Jean
Moulin Lyon 3, che sarà introdotta dai professori Alberto Lo
Presti (Centro di Documentazione Europea – Università LUMSA)
e Fabrizia Abbate (Università del Molise). 
Al termine seguirà un dibattito animato dagli interventi di mons.
Francesco Savino(vicepresidente della Conferenza Episcopale
Italiana) e di Giuseppe Fioroni (vicepresidente dell’Istituto Toniolo).
Al centro della riflessione lectio del prof. Durand sarà la domanda
cruciale: come salvaguardare e rinnovare il patrimonio di civiltà e
democrazia che ha reso possibile l’Unione Europea? e soprattutto
come rilanciarlo in un contesto segnato da sfide imponenti e
minacce crescenti, dalla guerra in Ucraina fino alla pressione
esercitata da potenze che puntano a indebolire l’Europa?
L’appuntamento vuole essere un’occasione di confronto e di
impegno, per incoraggiare un percorso verso una maggiore
integrazione politica e istituzionale, capace di reinventare la storia e
riscoprire il nucleo vitale della visione d’Europa dei padri fondatori.

 Lucio D’Ubaldo così riassume i caratteri dell’evento dedicato
alla Lectio magistralis del prof. Jean-Dominique Durand.
I mutamenti globali impongono una riflessione sul ruolo
dell’Europa. Il suo ordinamento sovranazionale, unico ad essere
sperimentato con successo nel Ventesimo secolo, ha garantito 70
anni di pace in un continente afflitto da guerre fin dal medioevo. È

nata una moneta unica che ha messo in evidenza come
l’integrazione economica, civile e culturale non sia più un semplice
auspicio, ma una condizione indispensabile per avanzare sulla
strada della crescita comune legando partecipazione democratica,
equità sociale ed innovazione.
Ora, è convinzione diffusa che nel quadro di risorgenti imperialismi
l’Europa costituisca una riserva di civiltà. La democrazia è sotto
attacco, sono a rischio le nostre libertà. Come salvare, allora, un
patrimonio di valori che sostiene l’impalcatura dell’Unione? E
soprattutto come rinnovarlo nel contesto di sfide così grandi e
minacce così forti, con una guerra di occupazione ai danni
dell’Ucraina che scoperchia la tradizionale volontà della Russia di
fare dell’Europa uno spazio di neutralità militare e di subalternità
politica?
Certo, nell’immediato la risposta non può non riguardare la capacità
di difesa, visto ciò che incombe all’orizzonte; ma alla lunga non può
non esigere uno sforzo di attenzione al cammino necessario per
una maggiore integrazione politica e istituzionale. Più Europa
significa reinvenzione di una storia, per riscoprire il nucleo vitale
della politica di De Gasperi, Adenauer e Schuman.

Da qui, senza integralismi e preclusioni, la prospettiva di un’Unione
europea che possa ancora avvantaggiarsi di una memoria
straordinariamente ricca e della spinta evocativa che da essa si
sviluppa sulla scia del pensiero democratico cristiano.

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