Una lapide commemorativa esistente nel palazzo vescovile di Montefiascone ricorda le nozze che, il primo settembre del 1719, si celebrarono a Montefiascone tra Giacomo III Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra e di Scozia e la principessa polacca Maria Clementina Sobieska.
Il matrimonio aveva impegnato attivamente varie cancellerie d’Europa, e specialmente quella vaticana, interessata a mantenere un regnate cattolico sul trono inglese. Tra le tante principesse europee, la santa sede aveva prescelto, come consorte ideale per Giacomo III, Maria Clementina perché di autentica fede cattolica. La religiosa principessa avrebbe potuto, una volta congiunte le casate, essere di sostegno al Pretendente nella sua azione politica.
Le nozze, osteggiate dalle corti di Vienna e Londra, dovettero essere celebrate in forma privata e segreta; la straordinaria scelta di Montefiascone, quale luogo per l’avvenimento, fu determinata dal profondo rapporto che esisteva tra Clemente XI ed il vescovo della diocesi di Montefiascone, Sebastiano Pompilio Bonaventura.
Nel tardo pomeriggio del 28 agosto 1719, il trentunenne Giacomo III giunse a Montefiascone, accompagnato da un piccolo seguito, e fu accolto trionfalmente dalla popolazione.
Il sovrano prese dimora presso il palazzo vescovile ove attese la venuta della sposa.
Non fu facile per la giovane diciassettenne raggiungere il fidanzato. Partita alcuni mesi prima con la madre per l’Italia, era stata arrestata a Innsbruck e chiusa in un castello sul fiume Inn. Vi era rimasta, come prigioniera politica, dall’autunno del 1718 alla primavera del 1719 quando, con un rocambolesco stratagemma della madre che l’aveva sostituita ad una cameriera somigliante, era riuscita a valicare le Alpi ed a raggiungere il territorio veneto. Successivamente, a Bologna, venne sposata per procura dal cardinale Origo.
Maria Clementina giunse a Montefiascone l’1 settembre 1719 ed in quella occasione incontrò per la prima volta il promesso sposo; lo stesso giorno, all’ora del tramonto, il vescovo Bonaventura – autorizzato con speciale facoltà dal papa, secondo la lettera del segretario di stato cardinal Paulucci, datata Roma, 31 agosto 1719 – li unì in matrimonio. La coppia regale rimase ospite del vescovo per diverse settimane.
Il secondo figlio, Enrico Benedetto, (1725), creato duca di York, fu creato cardinale di Frascati. È stato l’ultimo erede (giacobita) al trono di Scozia e Inghilterra.
Giancarlo Breccola
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