E’ veramente complesso e limitativo, definire il pittore Alberto Burri, soltanto per il risultato della singola opera.
Forse la spiegazione, che più si avvicina ad una definizione abbastanza completa, è considerare la sua opera come un effetto termodinamico, secondo cui “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Infatti, è lui stesso che spiega il senso delle sue creazioni: “non la chiami opera…sono pezzi di realtà manipolati…oggetti manipolati, deformati, lacerati, bruciati e ricomposti, ricostruiti secondo una rappresentazione, che segue una precisa regola compositiva”.
Chi opera nel mondo dell’infanzia, sa molto bene, cosa rappresenta la creatività e come “usarla” al meglio nel processo educativo.

Francesca e Anna, le educatrici dell’Asilo Nido i Cuccioli, nell’incontro a Viterbo, riconoscendo la grande valenza educativa nel processo artistico di Burri, hanno sviluppato un progetto che desse modo ai bambini più piccoli di sperimentare le sensazioni che provava questo artista, nell’approcciare la materia per poi ricavarci la propria opera d’arte.
Hanno creato una sorta di parallelismo tra la sperimentazione quotidiana, con i materiali che l’artista usava, per arrivare alla creazione della “loro “opera d’arte.
Tutto ciò realizzato con la supervisione della dott.ssa Rosamaria Purchiaroni, della Presidente dell’Associazione Nidinsieme M.Elisa Berti Calabrò, del dott.Pietro Cecchetti e il coinvolgimento dei genitori degli alunni.
Il risultato di questo progetto di sensibilizzazione e di crescita culturale, realizzato all’interno di una struttura, considerata fino a ieri, un servizio assistenziale, è stato motivo di un seminario organizzato sabato 1 dicembre nell’ambito dell’ottava Consulta dell’Associazione.
Presente, nella sala diocesana, molte educatrici provenienti anche dai comuni limitrofi, sua eccellenza il Vescovo Lino Fumagalli, la Consigliera Comunale dott.ssa Patrizia Notaristefano, il dott. M.Palazzetti direttore dell’IPSE, il dott. G.Conti psicologo e psicanalista, la dott.ssa M.Grazia Landi, già Dirigente Scolastica e una rappresentanza qualificata dell’I.C.”S.Canevari”, che hanno avuto parole di elogio, per il lavoro svolto e anche di incoraggiamento a proseguire nella progettazione di questa esperienza.
Le conclusioni nella relazione finale dello psicologo dott. P. Cecchetti sono state la sintesi del seminario.
Partendo dalla domanda iniziale:
“Ma che cos’è questa MATERIA che prende FORMA direttamente nello spazio del quadro? Come possiamo pensare alla MATERIA CHE PRENDE FORMA in relazione alla prima infanzia e allo sviluppo psicologico di un bambino piccolissimo ?…..”
Dopo una ricca disquisizione, è approdato alla conclusione, utilizzando una definizione data dal pittore stesso: «Le parole non mi sono d’aiuto quando provo a parlare della mia pittura. Questa è un’irriducibile presenza che si rifiuta di essere tradotta in qualsiasi altra forma di espressione»