Pubblicata „Dilexi te“ “Ti ho amato” l’ Esortazione Apostolica,
il primo documento di Papa Leone che invita ad essere
vicini ai poveri ed ai sofferenti. Essi appartengono alla
nostra famiglia e sono maestri del Vangelo.

Stefano Stefanini

Dilexi te, “Ti ho amato”, ha per tema l’amore per i poveri la prima Esortazione
apostolica del pontificato di Leone XIV. Il Papa l’ha firmata il 4 ottobre, festa
di san Francesco d’Assisi, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico
Vaticano.
Vatican News riporta: il Documento pubblicato oggi 9 ottobre richiama nel
titolo la quarta e ultima enciclica di Papa Francesco, Dilexit nos “Sull’amore
umano e divino del cuore di Gesù Cristo”, del 24 ottobre 2024.
L’Esortazione apostolica Dilexi te “Ti ho amato” (Ap 3,9) e’ incentrata
sull’amore verso i poveri.
Leggiamo insieme qualche brano più significativo dell‘Esortazione Apostolica,
primo documento indirizzato dal Pontefice ai credenti e alle donne e agli
uomini di buona volontà.
“Avendo ricevuto come in eredità questo progetto ormai avanzato, sono felice
di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio
del mio pontificato, condividendo il desiderio dell’amato Predecessore
che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra
l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri. Anch’io, infatti,
ritengo necessario insistere su questo cammino di santificazione, perché nel
«richiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela il cuore
stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte più profonde, alle quali ogni
santo cerca di conformarsi»”, scrive Papa Leone XIV (DT n. 3).
Scelta prioritaria per i poveri
Nell’Esortazione apostolica Dilexi te, il Santo Padre scrive “sono convinto
che la scelta prioritaria per i poveri genera un rinnovamento
straordinario sia nella Chiesa che nella società, quando siamo capaci di
liberarci dall’autoreferenzialità e riusciamo ad ascoltare il loro grido” (DTn. 7)
ma avverte che “questa ‘preferenza’ non indica mai un esclusivismo o
una discriminazione verso altri gruppi, che in Dio sarebbero impossibili;
essa intende sottolineare l’agire di Dio che si muove a compassione verso la
povertà e la debolezza dell’umanità intera e che, volendo inaugurare un
Regno di giustizia, di fraternità e di solidarietà, ha particolarmente a cuore

coloro che sono discriminati e oppressi, chiedendo anche a noi, alla sua
Chiesa, una decisa e radicale scelta di campo a favore dei più deboli”
(DT n.16).
Dilexi te evidenzia anche l’importanza di essere “una Chiesa per i poveri” e
sottolinea che “non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della
Rivelazione” (DT 5). In tal senso, il documento presenta “numerose pagine
dell’Antico Testamento in cui Dio viene presentato come amico e liberatore
dei poveri… «Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri […].
Tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri»” (DT n.17).

Maestri del Vangelo
Il Santo Padre mette in risalto che “il cristiano non può considerare i
poveri solo come un problema sociale: essi sono una ‘questione familiare’.
Sono ‘dei nostri’. Il rapporto con loro non può essere ridotto a un’attività o
a un ufficio della Chiesa” (DT 104) e ricorda l’insegnamento sul lavoro di
San Giovanni Paolo II per riflettere sul “ruolo attivo dei poveri nel
rinnovamento della Chiesa e della società, lasciandoci alle spalle il
paternalismo della sola assistenzaai loro bisogni immediati” (DT 87).
Infine, Dilexi te spiega che “i più poveri non sono solo oggetto della nostra
compassione, ma maestri del Vangelo. Non si tratta di ‘portar loro’ Dio, ma
di incontrarlo presso di loro” (DTn. 79) perché “se è vero che i poveri vengono
sostenuti da chi ha mezzi economici, si può affermare con certezza anche
l’inverso. È questa una sorprendente esperienza attestata dalla tradizione
cristiana e che diventa una vera e propria svolta nella nostra vita
personale, quando ci accorgiamo che sono proprio i poveri a
evangelizzarci”.

Condividi