I valori della professione suggeriti da Papa Leone XIV
ai giornalisti delle agenzie di stampa partecipanti alla
Conferenza dell‘Associazione Minds International, ricevuti in
Vaticano.
Stefano Stefanini
I valori della professione suggeriti da Papa Leone ai giornalisti delle agenzie
di stampa partecipanti alla Conferenza dell‘Associazione Minds International,
ricevuti oggi in Vaticano presso la Sala Clementina
Informazione e‘ bene pubblico e si fonda su alleanza fiduciaria tra giornalisti
e cittadini.
L’informazione è un bene pubblico che tutti dovremmo tutelare. Per questo,
ciò che è davvero costruttivo è l’alleanza tra i cittadini e i giornalisti all’insegna
dell’impegno per la responsabilità etica e civile:
Gli strumenti sono: trasparenza delle fonti e della proprietà”, l’“accountability”
come responsabilità (ndr), “qualità”, e l’“obiettività”.
Una forma di cittadinanza attiva è quella di stimare e sostenere gli operatori e
le agenzie che dimostrano serietà e vera libertà nel loro lavoro. Allora si
verifica un circolo virtuoso che fa bene al corpo sociale.
L’informazione libera è un pilastro che sorregge la costruzione delle nostre
società e, per questo, siamo chiamati a difenderla e garantirla.
Sostenere le agenzie e i giornalisti
Il Papa ricorda come “queste testimonianze estreme” sono “l’apice del tributo
di quotidiana fatica di tantissimi che lavorano perché l’informazione non sia
inquinata da altri fini, contrari alla verità e alla dignità della persona”.
E afferma che “l’informazione è un bene pubblico che tutti dovremmo
tutelare”. Per Leone XIV è infatti “un paradosso” il fatto che “nell’era della
comunicazione” sia le “agenzie di informazione”, sia i “fruitori
dell’informazione” siano in crisi.
“Nessuno oggi dovrebbe poter dire ‘non sapevo’”, riflette, in particolare in
periodi di guerre che ci si augura evolvano rapidamente in accordi di pace.
Papa Leone Incoraggia allora ancora più fortemente i giornalisti nel loro
servizio “così importante” ed esorta anche a creare un “circolo virtuoso che fa
bene al corpo sociale” tra chi legge e chi produce:
Ciò che è davvero costruttivo è l’alleanza tra i cittadini e i giornalisti
all’insegna dell’impegno per la responsabilità etica e civile. Una forma
di cittadinanza attiva è quella di stimare e sostenere gli operatori e le
agenzie che dimostrano serietà e vera libertà nel loro lavoro.
Il Papa sottolinea che “le chiavi per restituire ai cittadini il loro ruolo di
protagonisti del sistema, convincendoli a pretendere un’informazione degna
di questo nome” sono la “trasparenza delle fonti e della proprietà”,
l’“accountability”, la “qualità”, e l’“obiettività”.
L’antidoto all’informazione “spazzatura”
Leone XIV sottolinea ancora come in particolare i giornalisti delle agenzie di
stampa sono “chiamati ad essere i primi sul campo, i primi a dare la notizia”,
specialmente “nell’era della comunicazione permanentemente live, della
digitalizzazione sempre più pervasiva dei mass media”. Molte volte devono
infatti “scrivere con rapidità, sotto pressione, anche in situazioni molto
complesse e drammatiche”.
Svolgono quindi un servizio particolarmente “prezioso” e “deve essere
un antidoto al proliferare dell’informazione ‘spazzatura’”; questo
richiede “competenza, coraggio e senso etico”. Le agenzie di stampa,
continua il Pontefice, sono chiamate “ad agire nell’attuale contesto
comunicativo secondo principi – purtroppo non sempre condivisi – che
coniugano la sostenibilità economica dell’impresa con la tutela del
diritto ad una informazione corretta e plurale”.
Occorre infatti liberare la comunicazione dall’inquinamento cognitivo che
la corrompe, dalla concorrenza sleale, dal degrado del cosiddetto click bait.
Vigilare sugli algoritmi
“Non siamo destinati a vivere in un mondo dove la verità non è più
distinguibile dalla finzione”, assicura inoltre Papa Leone.
E cita anche Hannah Arendt, quando disse che “il suddito ideale del regime
totalitario non è il nazista convinto oppure il comunista convinto, ma la
persona per la quale non c’è più differenza tra realtà e finzione”.
Pone quindi delle domande importanti, specialmente riguardo le nuove
tecnologie.
Gli algoritmi generano contenuti e dati in una dimensione e con una velocità
che non si era mai vista prima. Ma chi li governa? L’intelligenza artificiale sta
cambiando il modo con cui ci informiamo e comunichiamo, ma chi la guida e
a quali fini?
“Dobbiamo vigilare”, mette in guardia il Papa, “perché la tecnologia non si
sostituisca all’uomo, e perché l’informazione e gli algoritmi che oggi la
governano non siano nelle mani di pochi”. Ringrazia infatti i giornalisti
dell’associazione per la loro “riflessione” su queste sfide attuali.
Un baluardo di civiltà rispetto alle sabbie mobili dell’approssimazione
Una esortazione agli operatori dell‘informazione: “Con il vostro lavoro,
paziente e rigoroso, voi potete essere un argine a chi, attraverso l’arte
antica della menzogna, punta a creare contrapposizioni per comandare
dividendo; un baluardo di civiltà rispetto alle sabbie mobili
dell’approssimazione e della post-verità”, evidenzia infine il Papa.
“L’economia della comunicazione non può e non deve separare il proprio
destino dalla condivisone della verità”.
Un’ultima sollecitazione come una delle regole auree della professione: „Mi
raccomando, non svendete mai la vostra autorevolezza! „