Curiosando nella storia della città, o meglio, osservando la struttura delle sue piazze, in ogni delle quali, spesso è presente una fontana, una chiesa e alcuni palazzi signorili, merita il soffermarsi in Piazza San Faustino e rileggerne un po’ la storia.

Tralasciando la fontana, con la meravigliosa forma a fuso, tipica di questi luoghi, è preferibile approfondire la conoscenza della Chiesa dei Santi Faustino e Giovita , proprio in occasione delle festività del Natale.
La Chiesa è tra le più antiche della città, infatti esisteva già nel 1226 e raggiunse il suo massimo splendore nei primi anni del XVI, perché venne utilizzata per l’officiatura dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani o Cavalieri di Rodi, che perseguitati dai Turchi, si rifugiarono in Italia.
I monaci-guerrieri, si stabilirono nelle vicinanze della Chiesa, (Rocca Albornoz). Il 15 giugno 1527 l’Ordine abbandonò Viterbo per altra sede passando successivamente a Malta, assumendo la denominazione di Cavalieri di Malta. In ricordo fu donata un’immagine bizantina della Madonna del Filerno, che è stata incoronata nuovamente dal Sovrano Militare Ordine di Malta il 10 maggio del 1964 ed è conosciuta come Madonna della Luce o dell’Aurora.
Il particolare che andiamo a scoprire, è all’interno della Chiesa stessa e nell’ex Sagrestia situata nella navata di destra, guardando l’altare, dove si conserva un Crocefisso ligneo del ‘600 descritto da Feliciano Bussi nella sua Istoria della Città di Viterbo, come uno dei tre, al tempo più belli d’Italia; un Presepe permanente poliscenico di stile palestinese con diorami della vita di Gesù e arricchito con statuine fatte a mano da esperti artigiani spagnoli.
La nascita di questo presepe ha origine nelle tradizioni popolari e nei momenti di vita quotidiana, quando le idee nascevano all’interno della comunità del quartiere e si sviluppavano per il bene comune.
Viene da chiederci: “Come nasce l’idea di questo particolare Presepio”?
Cerco risposte da Silvio Cappelli, persona di grande conoscenza della storia di Viterbo, ma anche protagonista, in quanto, lo ed insieme al padre Fulvio, attivo nella realizzazione del presepe.
“Il presepio è stato realizzato intorno agli anni ’60, da Angelo Ruggiero, insieme alla moglie, tuttora vivente e abitante nella piazza di San Faustino; ed è la somma di un’esperienza iniziata dal gruppo presepistico viterbese (di cui, tra gli altri, faceva parte anche Ferruccio Giorni, Fulvio Cappelli, Aldo Colombari, Ugo Cornacchia e i giovani Carta e Pagnottelli) nella chiesa di san Faustino con il parroco don Oreste Guerrini e successivamente con don Gabriele Jannariello. Per un periodo, il presepio fu organizzato all’interno della basilica di San Francesco con padre Giovanni Auda.
“Perchè nasce l’idea di costruirlo diverso dai soliti presepi artigianali, che si realizzavano anche in casa?”
“Quando il gruppo presepistico si sciolse, agli inizi degli anni ‘70, Fulvio Cappelli, continuò a costruire il presepio a San Francesco, ogni anno diverso. Contemporaneamente, Angelo Ruggiero, proprietario delle statuine, decise di impiantare un presepe permanente all’interno della chiesa di San Faustino, prendendo come esempio il presepio permanente di Piazza Euclide a Roma. Nel tempo fu aiutato da tutti in questo suo lavoro, anche da mio padre Fulvio e da me. E’ stato costruito con materiale effimero: scatole di cartone, materiale arrangiato e un essenziale impianto elettrico.
“Attualmente chi cura la sua manutenzione?”
“Per la manutenzione annuale, negli ultimi tempi, se ne è occupato anche Roberto Fanelli, ma se abbiamo ancora questa testimonianza, opera di un prezioso lavoro artigianale, lo dobbiamo ad “Angioletto” Ruggiero e sua moglie.”
Un’ opera di grande valore storico e artistico, che merita sicuramente una visita, ma tuttavia andrebbe ripensato e programmato un piano per migliorare la fruibilità di tutti i visitatori.