L’incontro della Speranza è stato ribattezzato il “II Incontro Interreligioso” di Viterbo, che aveva per tema appunto: “Il cammino della Speranza”. Questo è il tema del prossimo Giubileo del 2025 che prende spunto dalla lettera di Paolo ai Romani al capitolo 5: “5 La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.”
L’incontro, ospitato nel Teatro dei PP Giuseppini del Murialdo a Viterbo, à stato introdotto da Sandro Mosè Toso, presidente della APS “Amici del Beato Domenico della Madre di Dio” (organizzatrice dell’Incontro) che ha dato il benvenuto al folto pubblico che affollava il teatro.
Sandro Mosè Toso ha usato una poetica immagine per rappresentare il movimento ecumenico e di dialogo interreligioso come diversi fiumi che portano la loro acqua al mare dove ogni goccia si unisce alle altre senza problemi. Ha poi ceduto il microfono a Maurizio Di Schino, redattore di TV 2000 che ha molto professionalmente guidato ed introdotto i relatori.
Ha esordito il Vescovo di Viterbo Mons. Orazio Francesco Piazza con una Lectio Magistralis proprio sulla Speranza di stare insieme invitati da due nomi così importanti: il Beato Domenico ed il suo più illustre convertito: San John H. Newman. In realtà il vescovo ha spaziato con lo sguardo al futuro per sollecitare la ricerca sulla identità spirituale di Domenico Barberi, apostolo dell’ecumenismo e per richiamare il principiodella “consonanza” di Ireneo di Lione, di porre il tema dell’Unità come punto di partenza e non come semplice prospettiva.
Lo ha seguito Sua Grazia l’Arcivescovo Anglicano Ian Ernest, rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede. Sua Grazia ha presentato una cartella dove, dopo aver definito due importanti parole: “Religioni e resistenza al male”, ha spronato le persone assetate di verità, libertà e speranza, a seminare semi che consentano loro di essere strumenti di pace, giustizia e amore. P Hermann Geissler (FSO) da parte sua ha esposto lasperanza secondo san John Henry Newman riassumendo due pensieri nei discorsi di Newman: “lo sguardo verso Dio” e “la lotta contro gli idoli”.
Don Gianni Carparelli, che ora cura l’associazione del B Domenico Barberi, ha impostato il suo discorso di Speranza sulla sua esperienza di dialogo con le varie religioni nello svolgere il suo ministero in tanti diversi ambiti internazionali. A conclusione del suo intervento si è svolto un intermezzo musicale con il canto dell’Inno al Beato Domenico Barberi composto ed eseguito al pianoforte da Daniela Sabatini, che insieme alla sorella violinista Stefania hanno accompagnato il canto del coro internazionale
L’incontro è ripreso con la Pastora metodista, aggregata alla “Tavola valdese”, Francesca Marini. La sua è stata una esegesi della speranza nell’Antico Testamento con brani estratti dai libri delle “Lamentazioni” e dei “Proverbi”. Più impegnativo è stato l’intervento dell’Imam palestinese Salameh Ashour che ha ricordato con personale rincrescimento quando in Medio Oriente vivevano da fratelli ebrei, musulmani e cristiani. Ha quindi evidenziato come l’attuale crisi di tutta la regione, con lo sterminio di popolazioni inermi è dovuto alle scelte dissennate delle potenze coloniali e dagli interessi economici e politici dei trafficanti di armi. Niente a che vedere con i desideri di pace e di convivenza della gente comune. La speranza risiede nella loro presa di coscienza che col numero di voti hanno il potere di eleggere i propri governanti tra persone veramente desiderose di pace e dibenessere.
Padre Gino Gianfrancesco, Superiore del Ritiro Passionista di Vetralla, dove Domenico Barberi iniziò la sua professione religiosa, ha ricordato il suo eccezionale carisma che lo portò a diventare, da umile pastorello semianalfabeta, il più eminente filosofo-teologo della sua congregazione, umilmente vivendo la speranza di poter realizzare il messaggio ricevuto in visione mistica di apostolo dei suoi amati “fratelli separati” in Inghilterra. Progetto che provvidenzialmente si realizzò e che fiorì una nuova primavera cattolica nelle Midlands inglesi.
Infine il Vescovo Piazza ha fatto una piccola chiosa conclusiva sollecitando le scelte di vita personali, ad alzare lo sguardo oltre la frontiera. la tribolazione vissuta nell’amore ci trasforma, ci dà forma. Una parola di speranza espressamente per l’Imam palestinese ricordando come la Chiesa, superando errori del passato, sia ora attiva anche in quei territori nell’azione senza preclusioni.
L’incontro si è concluso con la piantumazione dell’ulivo, simbolo di pace, nell’aiuola antistante il teatro ed ogni relatore ha contribuito con una palata di humus.