di Stefano Stefanini
Nella trasmissione Fatti e Commenti in onda sugli schermi di Teleorte, canale 77 del Digitale Terrestre, abbiamo approfondito la figura del beato Domenico Barberi, passionista, a sessantuno anni dalla beatificazione voluta dal pontefice San Paolo VI, durante lo svolgimento del Concilio Vaticano II, quale apostolo dell’Ecumenismo, missionario in Inghilterra, ove chiamava gli anglicani “fratelli separati”.
Ottobre 1963. Papa Paolo VI nel corso dei lavori del Concilio Vaticano II proclama beato Domenico Barberi quale apostolo dell’Unita’ dei Cristiani e del dialogo interreligioso. Immagine del Beato Domenico raffigurato sull’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro.
Ho chiesto al collega Mario Mancini, segretario dell’Associazione Amici del Beato Domenico Barberi e già presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana di Viterbo, di poter pubblicare questo suo articolo sulla figura di Domenico Barberi, tratto dalla rivista Sosta e Ripresa.
MARIO “METODIO” MANCINI da “ Sosta e Ripresa” .
La devozione al beato Domenico della Madre di Dio, al secolo il viterbese Domenico Bàrberi, si consolida tra Viterbo e l’Inghilterra, dove Bàrberi operò a lungo e con profitto nell’Ottocento per il riavvicinamento tra cattolici e anglicani. A questo contribuisce l’azione dell’associazione viterbese che al beato è intitolata e che da tempo mantiene contatti con i luoghi inglesi, dove l’allora frate passionista svolse la sua missione.
Negli ultimi giorni di luglio del 2023 un nuovo tassello a questo scambio di visite ha aggiunto il viaggio in Inghilterra di chi scrive queste righe, e del tesoriere dell’associazione. Lo scopo è stato quello preparare una futuravisita in Inghilterra del vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza, il quale ha buoni motivi per recarvisi e per approfondire la conoscenza di questa figura originaria della sua diocesi.
Domenico Bàrberi era nato nel 1792, ultimo di sei fratelli, alle falde della Palanzana, il monte che domina Viterbo, il che spiega che venisse chiamato Meco della Palanzana. Rimasto orfano, fu adottato dallo zio materno, fattore in un casale padronale. Le umili origini della famiglia non gli avevano permesso di studiare, ma entrato nella Congregazione dei Passionisti, la tenacia della sua applicazione gli aveva permesso di diventare un letterato, filosofo e teologo.
La sua vocazione era la missione, in particolare, grazie a delle ispirazioni spirituali, la missione in Inghilterra. Qui arrivò nel 1842, superando ogni sorta di difficoltà fisiche, linguistiche, pastorali (l’Inghilterra era appena venuta fuori da tre secoli di sanguinosa persecuzione anticattolica), sociali, economiche. Persino il caratteristico abbigliamento passionista era di ostacolo. Tutte le difficoltà vinse grazie all’amore incondizionato ed eroico che egli nutriva per quelli che chiamava “fratelli separati”.
In otto anni di incredibile lavoro restaurò il cattolicesimo nelle Midlands inglesi e lì il suo cuore cedette nel 1849. Ancora oggi è venerato da cattolici ed anglicani. Papa Paolo VI, nel 1963, durante il Concilio Ecumenico Vaticano II, lo proclamò beato come apostolo dell’Unità.
Domenico Bàrberi riceve la conversione al cattolicesimo di Newman.
Un altro motivo che ispira il vescovo Piazza ad un viaggio sulle orme del passionista viterbese è il rapporto assolutamente carismatico che ha unito il nostro Domenico con san John Henry Newman, teologo tenuto in gran conto dal Vescovo di Viterbo.
Il Newman, allora pastore anglicano di particolare fama, volle abiurare nelle mani del passionista viterbese e per tutta la vita (morì, da Cardinale all’inizio del ‘900) mantenne una grande riconoscenza spirituale per il suo “maestro”. Ancora oggi, sulla fama di santità del beato Domenico, fedeli e pastori della denominazione anglicana passano al cattolicesimo romano. Nelle Midlands ci sono tre parrocchie dedicate a “Blessed Dominic Barberi”.
Tra i convertiti dal beato Domenico si annovera il conte Spencer che entrò in religione nei passionisti con il nome di Ignatius e al quale fu poi affidata la successione alla guida della Congregazione passionista inglese. Fu un antenato di Diane Spencer, principessa di Galles e madre dell’attuale erede al trono, William, il primogenito di re Carlo III.
Nel luglio del 2023 i due “esploratori”, Mario Mancini e il tesoriere dell’Associazione, hanno potuto constatare di persona la grande considerazione che il loro mentore gode ancora oggi in Inghilterra, a Londra, presso il ritiro dei passionisti, a Littlemore (Oxford) nella parrocchia a lui dedicata e costruita nel luogo del suo incontro carismatico con Newman, a Birmingham, con l’arcivescovo Bernard Longley che deve la sua vocazione al beato Domenico, a Sutton (Liverpool) dove sorge il bellissimo santuario dove è venerata la sua tomba, a Manchester dove opera un’altra parrocchia a lui dedicata. Dappertutto l’accoglienza è stata entusiastica, con lo scambio di ricordi e l’impegno di assiduità nella preghiera per il riconoscimento del nuovoprossimo “santo” dell’ Unità dei Cristiani e del dialogo interreligioso, come contributo alla Pace in questo tempo travagliato della storia.