Papa Francesco, il giorno della festa della Madonna Assunta, ha detto: “Maria non è una statua immobile di cera, ma una sorella con i sandali logori e con tanta stanchezza” citando anche da Carlo Carretto che io ho avuto la fortuna di conoscere a Spello e di intervistare poi per la radio CHIN (Canada) pochi mesi prima che morisse nel 1988.

Lei ci precede nel cammino e da Lei dobbiamo imparare i cammini della fede. Nel momento in cui ha sentito la presenza di Dio nella sua vita, parte e fa la prima “processione mariana”. Si reca dalla cugina che aveva bisogno di aiuto. In quell’aiuto ha versato tutta la sua preghiera e gratitudine a Dio.

Un po’ come le nostre processioni, vero? (scusate questa “svirgolatura” ironica). Da tempo a Castel d’Asso cerchiamo di capire meglio questi cammini. Mater Amabilis perché cerchiamo, ripeto: cerchiamo!, di procedere come farebbe la Madonna. Procedere per dare una mano, per stare attenti, per far fiorire umanità e rispetto, attenzione ai fragili, occhi aperti sulla realtà, dialogare con tutti come faceva il Beato Domenico Barberi, e fare quel che possiamo fare per migliorare le strade a volte tortuose sulle quali camminano e inciampano non pochi. Questo cammino richiede attenzione tra di noi e in mezzo a noi. Ripartire come piccola comunità che rifiorisce anche in mezzo alle spine e alle difficoltà.

Rinfrescare la nostra fede, credere per trasformarci in presenza del Signore. Lui ora cammina con i nostri piedi e solleva il disagio con le nostre mani. E la preghiera non è solo una bella orazione recitata, ma un cammino verso la casa di Elisabetta (come Maria, la madre) che per noi potrebbe dire altre cose: salutare e dare un bicchiere di acqua, visitare una persona ammalata, invitare a pranzo chi è solo, ascoltare anche chi parla troppo e si ripete, chiamare chi non vediamo da tempo, non sprecare e condividere…

Noi oggi a Castel d’Asso ci siamo invitati a pranzo, nella stessa casa dove avevamo pregato e cantato insieme. I banchi sono diventati tavoli. Le statue e i quadri un invito devoto a vivere come chi veneriamo. Ognuno ha portato qualche cosa. E la Madonna ci guardava sorridendo. Faceva caldo, ma il calore dell’affetto e della accoglienza era rinfrescante e invitava a trasformare una Chiesa ingessata, a volte mummificata nei riti senza vita, in una Chiesa viva, Madre di tutti.

La Chiesa si trasforma così e diventa acqua frescacome… sorgente di acqua viva in mezzo a un mondo assetato”. Così avevamo pregato insieme a Benedetto XVI (vedi: Deus Caritas Est, preghiera finale della lettera enciclica, del 2005). Quello che diciamo di credere e ammirare nel santi, diventi il cammino della nostra vita, la vera preghiera.

Gianni Carparelli

Condividi