Riaprono oggi i cancelli di Lourdes, chiusi dal 17 marzo, per la prima volta nella storia. Dopo due mesi senza la presenza di fedeli, pellegrini, malati e quanti si mettono al loro servizio, incomincia a terminare nel più conosciuto santuario mariano del mondo, quella dolorosa rinuncia imposta dall’epidemia del Covid-19 a tanti luoghi di culto.

Incomincia a terminare, appunto, perché il rettore del santuario, monsignor Olivier Ribadeau Dumas, nel dare la notizia ha specificato che si tratta di una ripresa graduale.

Il santuario e la grotta di Masabielle, quella delle apparizioni di Maria alla piccola Bernadette Soubirous nel 1858, saranno aperti dalle due alle sei del pomeriggio, per ora solo ai cittadini del dipartimento francese  degli Alti Pirenei, quello di Lourdes, a piccoli gruppi di dieci persone, guidati da un volontario dell’associazione che opera nel santuario, ciascun gruppo  per un periodo limitato.

Ma è comunque un primo passo e un segno di speranza che si aggiunge a quelli che hanno offerto proprio le trasmissioni per radio e per televisone, come in Italia TV2000, l’emittente della Conferenza episcopale  italiana, che in questi due mesi ha continuato a trasmettere, in diretta ogni giorno, la recita del Santo  Rosario dalla grotta di Masabielle, anche se senza la presenza dei fedeli.

Così come giorno e notte  i sacerdoti del santuario hanno garantito Messe e preghiere continue  a Maria, espressioni di vicinanza ai malati e ai devoti.

Sì, le celebrazioni sono ancora sospese, ma è comunque una ripresa. È riprendere a fare, a essere  Chiesa,  aperti all’azione dello Spirito, anche  fuori dai recinti domestici in cui l’epidemia ci ha confinati.

Tre mesi fa, nella XXVIII Giornata Mondiale del Malato, che si celebra l’11 febbraio, solennità della Madonna di Lourdes,  Papa Francesco aveva ricordato che «Gesù Cristo, a chi vive l’angoscia per la propria situazione di fragilità, dolore e debolezza, non impone leggi, ma offre la sua misericordia, cioè la sua persona ristoratrice. Gesù guarda l’umanità ferita. Egli ha occhi che vedono, che si accorgono, perché guardano in profondità, non corrono indifferenti, ma si fermano e accolgono tutto l’uomo, ogni uomo nella sua condizione di salute, senza scartare nessuno, invitando ciascuno ad entrare nella sua vita per fare esperienza di tenerezza».

E anche poter tornare a pregare dove lo fece santa  Bernadette Soubirous è un modo di “fare esperienza di tenerezza”,  quella di Gesù e di Maria che quanti giungono in questo santuario dei Pirenei sentono  forse più forte.

Foto tratte dal web

Grotta di Masaibelle, Lourdes

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