Cantano nell’Aula Paolo VI in Vaticano i bambini che hanno accolto l’invito di Papa Francesco all’incontro “Impariamo dai bambini e dalle bambine” di lunedì 6 novembre. Sono circa 7.500, giunti da 84 Paesi del mondo, compresi seicento della diocesi di Viterbo accompagnati dal vescovo Orazio Francesco Piazza. Ad accoglierli erano state la musica e il canto dell’Orchestra della Pace e del Piccolo Coro dell’Antoniano. E migliaia di voci bambine si sono aggiunte per cantare la gioia, la pace, il rispetto e la cura del pianeta, con brani come Bello il mondo o Le tagliatelle di Nonna Pina o Supereroi.

Proprio quest’ultima, del cantante italiano Mr.Rain, che ha partecipato all’incontro, era diffusa dagli altoparlanti in italiano e in spagnolo, mentre Papa Francesco arrivava nell’Aula, in leggero anticipo, entrando a sorpresa dal fondo, per percorrere il corridoio e salutare e benedire quanti più bambini possibile. Sul parco ad accoglierlo ce ne erano un piccolo gruppo, in rappresentanza di tutti quelli che nel mondo «stanno soffrendo per i disastri climatici, per la guerra e la povertà – ha detto il Papa -. Non dimentichiamoli!».

Voci allegre nel canto, dunque, ed entusiaste nelle ovazioni che accolgono il Papa e non solo in quelle. Ma anche capaci di un silenzio, del quale quell’aula non è sempre capace durante le udienze papali, quando dal palco gli organizzatori dell’incontro, patrocinato dal dicastero vaticano per l’Educazione e la Cultura, lo hanno chiesto per i loro coetanei prigionieri della guerra e della fame.
E a queste tragedie si era riferito anche il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero, nel saluto iniziale: «Siamo qui per imparare da voi. Il mondo sta vivendo un momento difficile, tanti bambini soffrono… Voi, la vostra gioia, i vostri sogni, la vostra presenza, sono potenti antidoti contro questi mali. Aiutateci e aiutate il mondo a essere migliore».
Erano arrivati di mattina presto a Roma grazie a oltre 60 bus speciali e 8 treni straordinari a basso impatto ambientale e avevano trovato un clima quasi primaverile, che più tardi avrebbe ceduto a uno dei temporali che da giorni si abbattono sulla capitale. Poi avevano superato in fretta file e controlli grazie alla premura dei volontari della protezione civile, dai militari italiani, dei poliziotti e dei carabinieri. A tutti sono stati distribuiti pacchi di ristoro preparati con the freddo e acqua, un panino con la cotoletta di pollo e… cioccolatini.

All’appello non avevano potuto rispondere 22 bambini di Prato che erano attesi, ma ai quali ha impedito di partecipare la tragica alluvione che ha colpito quella zona della Toscana. «Le mandano un saluto e un abbraccio», ha detto padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di Assisi, tra gli organizzatori insieme con Aldo Cagnoli, coautore con lui del libro L’Enciclica dei bambini.
Per un’ora e mezza avevano atteso il Papa nella grande aula, come un’immensa scolaresca in gita. E per tutta questa attesa anche fuori dall’aula si sono sentiti i canti, i cori di ovazione, gli applausi dell’allegria genuina di cui i bambini sono capaci e che per gli adulti che ascoltavano erano quasi il compenso di un’ora di sollievo dal pensiero di sibili e boati diversi, quelli di missili e bombe che devastano tante parti del mondo, uccidono tante persone, tanti bambini, nelle guerre che raccontano tutti e nelle troppe dimenticate, come avrebbe detto il poi il Papa nel suo dialogo a tu per tu con i suoi piccoli visitatori.
Domande e risposte vere tra l’anziano pontefice ed i bambini, consci che sono accomunati dal bene per l’altro, che vogliono rendere migliore questo mondo stando insieme con semplicità, perché «la vita è un dono, un dono bellissimo e noi siamo tutti amici, fratelli, e non nemici», dice il papa e perché, aggiunge, «la Chiesa è la casa delle famiglie ed il Signore ci riceve sempre con un abbraccio».
Perché la vita degna degli uomini è nella pace, in questa parola che si è ascoltata in tutte le lingue, nei discorsi e nelle canzoni, che si è letta negli striscioni e nei disegni portati in Vaticano da quella porzione di futuro della società che si chiama bambini. Quel futuro che richiede anche la custodia del creato. «Se tu distruggi la Terra, distruggi te stesso. Diciamolo tutti insieme, lentamente, senza gridare: distruggere la Terra è distruggere noi… Perché la Terra ci dà tutto per vivere: ti dà l’ossigeno, ti dà l’acqua, ti dà le erbe, ti aiuta tanto per vivere. Se noi distruggiamo la Terra, distruggiamo noi».
Si parla del controllo del modo di porci con gli altri e il consiglio del Papa ai bambini – e non solo a loro – per calmarci quando siamo in preda all’ira è quello di bere un bicchiere di acqua prima di rispondere. E si parla anche di amicizia nell’aula Paolo VI, a un bambino che gli chiede se ha amici risponde che sono “… le persone che vivono con me a casa; poi ho tanti amici fuori, in qualche parrocchia, amico è pure qualche cardinale… È una grazia di Dio perché la persona che non ha amici è una persona triste”.
Perché anche l’amicizia costruisce la pace e tutti per essa siamo chiamati a lavorare. La voce dei bambini è necessaria, perché «sono messaggeri di pace», dice il Papa. anche se purtroppo sono le vittime innocenti di guerre, dove la «cattiveria si vede proprio da questo». Poi invita ad osservare un minuto di silenzio, per pensare ai bambini vittime dell’orrore di così tanta ferocia e poi a pregare tutti insieme il Padre Nostro.
Né il Papa elude la domanda più difficile di un bambino: «come si fa a fare la pace?». Lo ha domandato Ivan, 9 anni, ucraino. Non c’è “un metodo” per costruirla, risponde, «è più facile dire come si fa la guerra, con l’odio, con la vendetta, fare male all’altro e questo viene dall’istinto». La pace però è possibile realizzarla con un gesto: «… si fa con la mano tesa – ha detto Papa Francesco – con la mano dell’amicizia tesa, sempre cercando di coinvolgere le altre persone per andare insieme. La mano tesa… Salutando gli amici, ricevendo tutti a casa. La pace si fa con il cuore e con la mano tesa».
Ed è stata una stretta di mano tra tutti i presenti a formare una catena umana, accompagnata dalla conosciutissima canzone We are the world, a concludere l’incontro.
Poi il Papa ha lasciato l’Aula Paolo VI ed è andato nella stazione ferroviaria interna al Vaticano, ad augurare personalmente buon viaggio ad alcuni gruppi in partenza con il treno messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato.

In Vaticano si è invece fermata la “delegazione viterbese” che ha partecipato all’incontro. All’altare della Cattedra nella basilica di San Pietro il vescovo Piazza ha presieduto una Concelebrazione eucaristica con i sacerdoti della diocesi presenti. All’omelia il vescovo ha invitato i bambini e gli adulti che li accompagnavano a coltivare «il desiderio dell’incontro, perché è bello ritrovarsi insieme come Chiesa, dove siamo chiamati attorno a chi ci convoca, diventando testimoni». Sottolineato che «la professione di fede è il nostro inno, perché più diventiamo Chiesa, più la vita diventa secondo Dio», monsignor Piazza ha detto ai suoi piccoli diocesani di sentirsi «trasportati con chi vi accompagna nella vita al principio di unità fondamentale per scoprire l’amicizia»

Laura Ciulli è una giornalista cattolica e una poetessa. Nel primo di questi aspetti ha svolto la sua attività come redattrice presso alcuni quotidiani online e come responsabile di cronaca giudiziaria e speaker radiofonica in varie emittenti viterbesi e della Sardegna. Ha co-fondato e ha diretto la testata TusciaMagazine.it, e da un anno la testata InfiniteRealtà.it. Corrispondemte da Viterbo per Radio Radio nella trasmissione Doppia Vela Ventuno, realizzata in collaborazione con il ministero dell’Interno e con la questura di Viterbo e varie questure delle province del Lazio. L’ultimo impegno che ha assunto è la vicedirezione della testata giornalistica Sosta e Ripresa. Collabora anche con le testate online Il punto quotidiano.it e Ponte Adriatico.
Giornalista cattolica, dunque, come testimonia non solo la sua militanza durata per molto tempo nell’Unione Cattolica Stanpa Italiana (UCSI), che di per se stessa non costituirebbe una prova valoriale, e forse neppure il fatto che abbia frequentato l’Istituto di Scienze Religiose San Bonanentura da Bagnoregio, ma soprattutto la determinazione a improntare sempre più la sua attività pubblicistica e comunicativa all’attenzione peculiare alla verità, al confronto e alla verifica con la verità di ogni evento e di ogni notizia che il giornalismo cattolico dovrebbe avere. La sua crescita professionale in questo senso è stata continua, fin dalle prime giovanili esperienze. In questo si ascrive il servizio, a titolo completamente gratuito, che presta a Sosta e Ripresa, il giornale fondato da Tommasa Alfieri, un tempo periodico solo cartaceo e trasformato in quotidiano online soprattutto grazie al suo personale impegno. Un impegno sostenuto da un sempre più approfondito confronto con gli scritti della fondatrice e con il suo magistero laicale. Socia Anps, Associazione Nazionale Polizia di Stato, socia fondatrice del Gruppo Volontari Sezione Anps Viterbo, donatrice Avis ed iscritta al Gruppo DonatoriNati della Questura di Viterbo.
Come poetessa Laura Ciulli ha all’attivo alcune premiazioni e selezioni in concorsi nazionali come Aletti editore, Premio letterario IBISKOS, Associazione Amici dell’Umbria, Centro Culturale Internazionale d’Arte SEVER. Secondo la professoressa Biondolillo, quotata critica d’arte, “Accostarsi alla poesia di Laura Ciulli è come attraversare i sentieri di un mondo spirituale ove troviamo l’Io tramite un liguaggio poetico della ricercatezza del verso basato sull’accostamento della parola densa di significato concentrato sull’acquisizione dell’essenzialità…”.