Un viaggio dentro l’anima dei popoli. Per incontrare le comunità autoctone: First Nations, Inuit e Metis e idealmente ogni popolo che ha sofferto con il colonialismo anche processi di assimilazione indebiti, razzismo e non raramente abusi.
Papa Francesco, pur se affaticato, si reca nel nord Ovest del Canada per abbracciare popoli per troppo tempo considerati inferiori. Per una informazione più dettagliata rimando alla lettura di un esperto di storia del Nord America, il prof. Massimo Rubboli della Università di Genova in “Le scuole residenziali per le popolazioni autoctone in Canada: tra colonialismo, assimilazione, razzismo e riconciliazione” del 13 luglio 2021. Con il noto Indian Act del 1876 si affidavano a diverse istituzioni religiose e con finanziamento pubblico (Cattolici, Anglicani, Metodisti e poi United Church of Canada) la gestione delle scuole dette residenziali dove centinaia e centinaia di bambini, tolti dalle loro comunità di origine venivano obbligati a risiedere per essere in qualche modo rieducati, assimilati alla cultura europea ormai dominante. Risultato questo anche di un concetto di superiorità razziale, culturale e, si diceva, spirituale.
Questo substrato ideologico portò anche ad abusi e mancanza di rispetto per le persone e la loro storia. Il venire alla luce di centinaia di tombe anonime a Kantloops (British Ciolumbia), MIereval (Saskatchewan), Crambrook (British C.) ha riacceso una rabbia sopita da decenni e più. Alcune Chiese vennero incendiate, proteste ovunque, reazioni di ogni tipo in Canada e altrove. Dopo un periodo di “scaricabarile” pian piano le cose si sono chiarite meglio e anche la Chiesa cattolica, non esente da certe responsabilità istituzionali, ha iniziato a riflettere meglio e cercare di capire non solo, ma anche di essere presente nel processo di chiarificazione e purificazione di un passato non troppo nobile anche se parte di un modo di pensare civiltà e rispetto diverso da quello che abbiamo maturato nei nostri giorni.
Papa Francesco non si tira indietro dicendo: “ma noi non c’eravamo”. Vuole incontrare chi ancora soffre le ferite di un passato riemerso alla luce, vuole guardare in faccia senza timore, vuole ascoltare senza interrompere, vuole entrare nel vissuto di popoli ai quali veniva negato il diritto di essere popolo, vuole abbracciare con affetto sincero non diplomatico e di apparenza mediatica per le foto sui giornali, vuole dire: dove si è sbagliato si è sbagliato, ma la Chiesa di Cristo è un’altra cosa e voi potete aiutarci a capirlo meglio. Voi con la vostra cultura di rispetto per la natura tutta, del vostro senso di comunione con tutto il creato, con la vostra semplicità di vita… voi potete aiutarci a migliorare.
Il viaggio di Francesco è un viaggio dentro l’anima dei popoli. C’è chi non lo capisce e chi non vuole capirlo per ragioni affatto spirituali. Anche recentemente un libro scritto da un certo Andrea Cionci (Il codice di Ratzinger, maggio 2022) riprende le critiche, senza senso per me, perché il Papa accolse in Vaticano l’immagine della “Pachamama” (4 ottobre 2019) e la benedisse. Ricordo se posso permettermi di scherzare, di quando una signora irlandese protestò perché nel mio ufficio parrocchiale a Richmond Hill (Ontario) avevo una statua del Buddha… “come si permette lei di…?”. Io sorridendo mi alzai, misi una corona del rosario attorno al collo del Buddha e dissi: “tranquilla… adesso è battezzato”. E ci facemmo due risate permettendomi di spiegare alla signora le ricchezze spirituali di ogni credo religioso. Sono i semi di verità (san Giustino nel secondo secolo, li chiamava: λόγοi σπερματικόi-Logoi spermatikoi, semina verbi) presenti ovunque. Che vanno scoperti, capiti e rispettati.
Papa Francesco ci aiuta ad abbracciare la verità che è sparsa ovunque. Papa Francesco con questo viaggio ci aiuta a credere e a rispettare la fede dei popoli. Un giorno ci sarà un incontro, e sarà forse il “giorno ottavo” della liturgia, il giorno mistico dell’incontro con la perfezione che vediamo e sentiamo in Dio. Mi auguro anche da cittadino canadese che i cammini del mondo migliorino e che la fede da devozione si trasformi in viaggio verso il “regno di Dio”, viaggio che tutti possiamo fare anche se in carrozzella.
Foto tratte dal web
Nato a Viterbo nel 1942. Studi classici a Viterbo. Specializzazione in Teologia presso il Laterano e in Scienze della Educazione presso l’Università Salesiana a Roma. Negli anni 1970-75: Insegnante di psicologia e pedagogia nel Seminario Regionale de La Quercia, di Religione presso l’ITIS di Viterbo, e di Etica Sociale e Deontologia presso la scuola di specializzazione per Fisioterapisti a Villa Immacolata di San Martino al Cimino (Vt). Nel 1975 parte per il Brasile dove ha svolto il suo servizio nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima e nella baraccopoli (favela) di San Carlos. Nello stesso tempo fu invitato (visiting professor) a insegnare Etica Sociale e Introduzione al Cristianesimo nel biennio universitario della Università Cattolica (PUC) di Rio de Janeiro, e come terapeuta presso l’Istituto INFA, sempre a Rio de Janeiro. Ha passato mesi nella missione di Oyapoque in Amapà, sostituendo un padre del PIME malato di malaria. Dal Brasile fu invitato ad aiutare la comunità Italiana a Offenbach on Main (Germania) e poi in Canada (Toronto, Montreal. Vancouver), dove iniziò un programma di Comunità terapeutica per giovani con problemi di dipendenza da sostanze. Il programma è conosciuto come caritas.ca/school of Life. Per le persone affette da problemi di salute mentale o doppia diagnosi diede vita al programma Mens Sana, e per le ragazze, insieme alle suore passioniste, al programma Mater Dei, ora conosciuto come “sister carmelina’s home for women”. Ha anche prestato servizio pastorale in diverse parrocchie multilingue: italiano, inglese, portoghese e spagnolo. Il suo lavoro di terapia delle dipendenze “High on Life”, è stato pubblicato con la collaborazione di Michael Tibollo, ministro della sanità (per le dipendenze e la salute mentale) in Ontario-Canada. Il lavoro delle sue organizzazioni ha ricevuto diverse onorificenze e riconoscimenti sia dal governo canadese che quello italiano.
È autore di più di 40 pubblicazioni in italiano, inglese e portoghese su temi come: pedagogia dell’intervento terapeutico, racconti e favole, poesie, manuali educativi per le famiglie, temi di spiritualità e religiosi. Editorialista, con centinaia di articoli, sulla stampa italo-canadese: il cittadino (Montreal nel Quebec), Il Corriere Canadese (Toronto e Ontario); ospite regolare di programmi radio (CHIN) e televisione (OMNI e Telelatino). Hanno presentato i suoi libri: i cardinali Loris Capovilla e Fortunato Frezza, i vescovi di Viterbo Dante Bernini e Lorenzo Chiarinelli, Don Luigi Ciotti, padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp., il vescovo Pedro Casaldaliga in Brasile, il vescovo ausiliare di Toronto John Boissoneau.
Ha passato periodi più o meno lunghi in territori di missione: Uganda con amici medici del CUAMM, India (Kolkata, nelle missioni di Madre Teresa), Ecuador a Simiatug con Padre Sandro Chiecca e i Quechua, Seong- nam (Corea del Sud) nell’opera di Padre Vincenzo Bordo (Anna’s House). Infine è stato con Migrantes in Inghilterra, nella missione Italiana di Enfield.
Attualmente vive a Viterbo, dove ha prestato servizio pastorale a Canepina (Vt) e presentemente opera a Castel d’Asso (zona etrusca di Viterbo), dove segue una piccola ma attiva comunità alla ricerca di vivere il messaggio cristiano oltre le abitudini devote. Don Gianni continua a pubblicare lavori, anche provocatori, sulla Liturgia che dovrebbe essere il luogo del cambiamento della Chiesa e della sua presenza nel mondo, come scrive Benedetto XVI.
È collaboratore abituale di Sosta e Ripresa per la quale ha curato per diversi mesi la rubrica Spezzare la Parola.