“Parlare col cuore”, il tema scelto quest’anno da Papa Francesco nel messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 21 maggio 2023, è stato lo spunto di riflessione nell’interessante corso di aggiornamento professionale organizzato dall’Ordine dei giornalisti (Odg) del Lazio, Ucsi Lazio, in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma, WebCattolici, Fisc Lazio, tenuto venerdì il 19 maggio, presso la Sala Giubileo dell’Università Lumsa.
In continuità con i temi delle due Giornate precedenti, “Andare e vedere” e “Ascoltare” come condizione per una buona comunicazione, come scrive il Papa nel messaggio pubblicato il 24 gennaio scorso, giorno della memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, si completa, dunque, un trittico di atteggiamento deontologico che interpella in generale chiunque operi nell’informazione e nella comunicazione ed in particolare i giornalisti cattolici.
In questo periodo che segna più che mai un cambiamento di epoca, favorito anche dai media, il giornalista è chiamato infatti a tenere sempre come punto di riferimento la persona che nella comunicazione è profondamente coinvolta. Così, quel cuore che vede è propenso a sentire nel proprio il battito dell’altro, in un incontro che porta a guardare l’interlocutore con gli occhi della compassione, nel rispetto, senza giudicare, «Secondo verità nella carità» (Ef 4,15), l’espressione paolina che completa il titolo del messaggio.

Nella prima sessione dell’incontro, moderata da Francesco Spagnolo, dell’Ufficio comunicazione della Caritas italiana, componente direttivo Ucsi Lazio,

ha aperto gli interventi Daniela de Robert, giornalista, componente del Collegio dell’Autorità Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, “visitare è il nostro mandato, senza autorizzazione e preavviso e controlli, per vedere e toccare con mano, ragionando su ciò che si è visto e pubblicato per dovere di trasparenza“.

Sul peso e sull’importanza delle parole non solo per denunciare, ma anche per cambiare le situazioni negative si è espresso il giornalista venezuelano Gustavo Edoardo Denis Desloges, in Italia da anni, in molti Paesi, compreso il suo, “non è facile fare il giornalista, cercare di dire la verità, con conseguenze difficili da affrontare”.

Sulla stessa, accentuata linea si è espressa, a tratti con la voce commossa, Nazifa Mersa Hussain mediatrice culturale afghana, in Italia da 16 anni. Nelle sue parole è palpabile l’orrore vissuto sulla propria pelle dalle donne e dalle giovani conterranee vittime dell’oppressione talebana, private dei loro diritti fondamentali, a volte arrestate per aver protestato pacificamente. Politiche oppressive che hanno private donne e ragazze di una vita degna e libera, condannandole ad “una morte lenta e silenziosa”.

Maurizio Lisanti e Gabriella Friozzi di “Gocce di Marsala”, il mensile nato nella Caritas romana con don Luigi Liegro, hanno descritto ai partecipanti all’incontro come la rivista sia riuscita per 24 anni a dare voce agli ospiti dell’ostello, in una sorta di aggregazione di esperienze condivise con “figure senza tempo che cercano di ricostruire la loro vita”.

I due partecipano anche alla distribuzione in Piazza San Pietro de “L’Osservatore di strada” realizzato, per volere di Papa Francesco, all’interno de L’Osservatore Romano, per dare visibilità alle realtà di bisogno e di emarginazione presenti nella capitale della cristianità. Un’ulteriore sottolineatura, quindi, della necessità di ascoltare col cuore il messaggio che ci danno le persone “invisibili”.

Toccante è stata la testimonianza di Flavia Rizza, testimonial di “Una vita da social”, la campagna contro il bullismo della Polizia di Stato in collaborazione con il ministero dell’Istruzione che ha raggiunto oltre un milione di studenti italiani contro bullismo e cyberbullismo. La 24enne vessata fisicamente e verbalmente perché obesa, perché a differenza della massa che va in discoteca, lei ama studiare, leggere, fare passeggiate, durante un incontro a scuola con la Polizia postale conosce la storia di Andrea Spezzacatena, il 15enne romano ‘dai pantaloni rosa’ che il 20 novembre 2012 si era impiccato in casa, perché vittima di bullismo a scuola. Flavia decide di reagire, decide che vuole vivere: contatta la Polizia postale, parla con i suoi genitori che ha visto soffrire perché incapaci di affrontare la situazione della loro figlia. Vuole fare sentire la sua voce, anche attraverso l’ironia e supera il momento critico, perché come sottolinea ” non c’è educazione all’uso delle parole, la discriminazione della diversità, mi hanno fatto male gli insulti, le risatine, sentirmi dire “rubi l’aria, rubi lo spazio“, e augurarle dai coetanei persino la morte. Occorre opporre a tutto questo un linguaggio che esca dalla violenza, dove dialogare è anche schierarsi, assumersi le responsabilità di ciò che si scrive, ribadendo con correttezza la verità.

Del resto come evidenziato da Giulia Pigliucci freelance uffici stampa e comunicazione, vicepresidente Ucsi Lazio, moderatrice della seconda parte del convegno, “Non siamo cantastorie, ma raccontiamo le persone“.
In questo tempo così veloce la tecnologia è parte di noi stessi e per il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, “l’abbiamo inventata, ma dobbiamo guidarla e non perdere mai il tempo del limite“. Il giornalista, dunque, deve parlare con il cuore, in questa epoca così accelerata, con una visione valoriale, prassi della buona comunicazione ed il messaggio è figlio di questa comunione. “Non c’è comunicazione, se non c’è comunione, non c’è vera comunicazione e siamo chiamati a tessere una relazione profonda tra le persone“, ha proseguito Ruffini. È quindi necessario che il giornalista si impegni come cristiano, operi come una rete non di connessione sola, che non ceda al narcisismo, per una ” vera comunicazione relazionando con il cuore come invita Papa Francesco, per costruire e non distruggere, perché con gli occhi del cuore capiremo e parleremo con il cuore”. L’arduo compito per i custodi delle notizie alla ricerca della verità, è dunque “responsabilità senza addomesticare la realtà. La ricerca della verità richiede l’umiltà di non sapere tutto, guardando la sostanza e non l’apparenza”.
Tirando le somme, non c’è connessione vera senza cuore, l’ascolto senza usare il cuore precluso alle macchine. Cercare la verità con la particolare saggezza del cuore puro, senza alcun pregiudizio e ricordando san Francesco di Sales “basta amare bene per dire bene“, perché per fare buon giornalismo “si deve essere innanzitutto uomini buoni, o donne buone: buoni esseri umani“. Sentire nel proprio cuore la nostra piccolezza, perché il mondo digitale va orientato verso il bene, la collaborazione, dove la compassione è il campo della testimonianza dei giornalisti accattivanti, senza diventare cattivi in una comunicazione che non degeneri, evitare gli eccessi degli slogan e le mezze verità.
Anche l’incombenza degli algoritmi va gestita con il cuore, per scongiurare un mero e prevaricante assemblaggio di dati fuorvianti, con attenzione rivolta verso il bene comune, con rigore nel metodo, nel controllo delle fonti, per non perdere il rapporto autentico con chi ci legge.

Il professore ordinario di Comunicazione alla Luiss, Michele Sorice evidenzia tre parole: Visitare, ossia accettare il transito, ascoltare per raccontare, parole elemento del racconto e lo sguardo elemento dell’ascolto. “Contrastare l’intelligenza artificiale e chi c’è dietro”, prosegue Sorice e ricorda le parole della Lettera pastorale del cardinale Carlo Maria Martini dove dice che “La notizia non è merce, ma costruisce la comunità“.

Conclude il convegno la già giornalista parlamentare Maria Zagarelli, vice presidente del Consiglio di disciplina Odg che evidenzia l’importanza di “Essere consapevoli della potenza delle parole, essere nella verità e portarla con la capacità di discernere“. È opportuno comporre un quadro completo di informazioni, senza dimenticare il rispetto dell’altro e la dignità delle persone, senza anteporre il pregiudizio alla verità in un tempo così veloce e spersonalizzato.

Nei suoi saluti ai presenti Guido D’Ubaldo, presidente Odg Lazio, ha sottolineato l’importanza del Messaggio di Papa Francesco che “aiuta a meglio riflettere come muoverci da giornalisti”.
I lavori sono stati introdotti da Francesco Bonini, rettore della Lumsa, don Stefano Cascio, consulente ecclesiastico dell’Ucsi Lazio e Maurizio Di Schino, presidente dell’Ucsi Lazio.

Walter Scarfò, artdirector Youtopia e facilitatore grafico ha commentato gli interventi attraverso delle elaborazioni grafiche.

Laura Ciulli è una giornalista cattolica e una poetessa. Nel primo di questi aspetti ha svolto la sua attività come redattrice presso alcuni quotidiani online e come responsabile di cronaca giudiziaria e speaker radiofonica in varie emittenti viterbesi e della Sardegna. Ha co-fondato e ha diretto la testata TusciaMagazine.it, e da un anno la testata InfiniteRealtà.it. Corrispondemte da Viterbo per Radio Radio nella trasmissione Doppia Vela Ventuno, realizzata in collaborazione con il ministero dell’Interno e con la questura di Viterbo e varie questure delle province del Lazio. L’ultimo impegno che ha assunto è la vicedirezione della testata giornalistica Sosta e Ripresa. Collabora anche con le testate online Il punto quotidiano.it e Ponte Adriatico.
Giornalista cattolica, dunque, come testimonia non solo la sua militanza durata per molto tempo nell’Unione Cattolica Stanpa Italiana (UCSI), che di per se stessa non costituirebbe una prova valoriale, e forse neppure il fatto che abbia frequentato l’Istituto di Scienze Religiose San Bonanentura da Bagnoregio, ma soprattutto la determinazione a improntare sempre più la sua attività pubblicistica e comunicativa all’attenzione peculiare alla verità, al confronto e alla verifica con la verità di ogni evento e di ogni notizia che il giornalismo cattolico dovrebbe avere. La sua crescita professionale in questo senso è stata continua, fin dalle prime giovanili esperienze. In questo si ascrive il servizio, a titolo completamente gratuito, che presta a Sosta e Ripresa, il giornale fondato da Tommasa Alfieri, un tempo periodico solo cartaceo e trasformato in quotidiano online soprattutto grazie al suo personale impegno. Un impegno sostenuto da un sempre più approfondito confronto con gli scritti della fondatrice e con il suo magistero laicale. Socia Anps, Associazione Nazionale Polizia di Stato, socia fondatrice del Gruppo Volontari Sezione Anps Viterbo, donatrice Avis ed iscritta al Gruppo DonatoriNati della Questura di Viterbo.
Come poetessa Laura Ciulli ha all’attivo alcune premiazioni e selezioni in concorsi nazionali come Aletti editore, Premio letterario IBISKOS, Associazione Amici dell’Umbria, Centro Culturale Internazionale d’Arte SEVER. Secondo la professoressa Biondolillo, quotata critica d’arte, “Accostarsi alla poesia di Laura Ciulli è come attraversare i sentieri di un mondo spirituale ove troviamo l’Io tramite un liguaggio poetico della ricercatezza del verso basato sull’accostamento della parola densa di significato concentrato sull’acquisizione dell’essenzialità…”.