La Bibbia di san Bonaventura torna a Bagnoregio, dopo dieci anni, per poi essere esposta nella cattedrale cittadina di san Nicola, vicino al “Santo braccio”, la più importante reliquia del santo.
L’iniziativa, voluta dal vescovo di Viterbo, Lino Fumagalli, restituisce il prezioso manoscritto, databile alla seconda metà del XIII secolo e di alto valore non solo storico e devozionale, ma anche artistico per le pregevoli miniature che lo adornano, ai concittadini del santo.
L’arrivo a Bagnoregio è previsto per il mese di marzo, per rimanervi fino a metà del mese di settembre 2021. Sarà il Comune di Bagnoregio a provvedere alla digitalizzazione dell’opera, per renderla fruibile a tutti.

Il santo era nato appunto a Bagnoregio e si chiamava Giovanni Fidanza (la data è incerta e collocata tra il 1218 e il 1221), Da bambino viene guarito da san Francesco, che gli segnò la fronte esclamando: “O bona ventura”, da cui prese poi il nome relogioso.
Nel 1235 si recò a Parigi a studiare nella facoltà delle Arti e successivamente, nel 1243, nella facoltà di teologia, entrando forse nello stesso nell’ordine francescano. Conseguiti nel 1253 il titolo di magister (cioè “maestro”) di teologia e la licentia docendi (la “licenza d’insegnare”), lasciò però subito l’insegnamento perché eletto superiore generale del suo ordine. In questa funzione mise mano alla Legenda Maior di San Francesco, una nuova biografia del santo di Assisi che diventerà quella ufficiale dell’ordine, del quale venne dopo la morte acclamato come “secondo fondatore e padre”.
Nel 1270 lasciò Parigi e nel biennio seguente fu spesso a Viterbo durante il famoso e lunghissimo conclave che alla fine elesse Papa Gregorio X, quel Tedaldo Visconte del quale Bonaventura era amico da molti anni.
Fu proprio il nuovo Papa a nominarlo nel 1273 cardinale e vescovo, del titolo di Albano, e poi ad incaricarlo dei lavori preparatori del Concilio Ecumenico di Lione II, per l’unione dei cristiani Latini e Greci. Il Concilio si aprì nel maggio del 1274 e due mesi dopo, il 15 lugio, Bonaventura morì, assistito dalo stesso Gregorio X.

La salma fu inumata a Lione e traslata nel 1450 in una nuova chiesa della città intitolata a san Francesco. In quella occasione si accertò che la lingua era in perfettostato di conservazione.
Fu canonizzato nel 1482 dal papa francescano Sisto IV e sei anni dopo annoverato trai dottori della Chiesa da un altro papa francescano, Sisto V.
Ma la sua fama di santità fu immediata al punto che Dante Alighieri lo cita nella Divina Commedia, collocandolo nel XII canto del Paradso.
Il 14 marzo 1490, a seguito della ricognizione del corpo del santo a Lione, venne estratta una parte del braccio destro e composta in un reliquiario d’argento che l’anno seguente fu portato a Bagnoregio. Oggi il «santo braccio» è la più grande delle reliquie rimaste di san Bonaventura, dopo la profanazione del suo sepolcro e la dispersione dei suoi resti compiuta dagli Ugonotti nel 1562.
Laura Ciulli è una giornalista cattolica e una poetessa. Nel primo di questi aspetti ha svolto la sua attività come redattrice presso alcuni quotidiani online e come responsabile di cronaca giudiziaria e speaker radiofonica in varie emittenti viterbesi e della Sardegna. Ha co-fondato e ha diretto la testata TusciaMagazine.it, e da un anno la testata InfiniteRealtà.it ed è attualmente corrispondemte da Viterbo per Radio Radio nella trasmissione Doppia Vela Ventuno, realizzata in collaborazione con il ministero dell’Interno e con la questura di Viterbo. L’ultimo impegno che ha assunto è la vicedirezione della testata giornalistica Sosta e Ripresa.
Giornalista cattolica, dunque, come testimonia non solo la sua militanza durata per molto tempo nell’Unione Cattolica Stanpa Italiana (UCSI), che di per se stessa non costituirebbe una prova valoriale, e forse neppure il fatto che abbia frequentato l’Istituto di Scienze Religiose San Bonanentura da Bagnoregio, ma soprattutto la determinazione a improntare sempre più la sua attività pubblicistica e comunicativa all’attenzione peculiare alla verità, al confronto e alla verifica con la verità di ogni evento e di ogni notizia che il giornalismo cattolico dovrebbe avere. La sua crescita professionale in questo senso è stata continua, fin dalle prime giovanili esperienze. In questo si ascrive il servizio, a titolo completamente gratuito, che presta a Sosta e Ripresa, il giornale fondato da Tommasa Alfieri, un tempo periodico solo cartaceo e trasformato in quotidiano online soprattutto grazie al suo personale impegno. Un impegno sostenuto da un sempre più approfondito confronto con gli scritti della fondatrice e con il suo magistero laicale.
Come poetessa Laura Ciulli ha all’attivo alcune premiazioni e selezioni in concorsi nazionali come Aletti editore, Premio letterario IBISKOS, Associazione Amici dell’Umbria, Centro Culturale Internazionale d’Arte SEVER. Secondo la professoressa Biondolillo, quotata critica d’arte, “Accostarsi alla poesia di Laura Ciulli è come attraversare i sentieri di un mondo spirituale ove troviamo l’Io tramite un liguaggio poetico della ricercatezza del verso basato sull’accostamento della parola densa di significato concentrato sull’acquisizione dell’essenzialità…”.