13 APRILE DOMENICA DELLE PALME

La Domenica delle Palme è anche definita Domenica di Passione ed in questi due termini si
sintetizza tutto il significato liturgico e drammatico della celebrazione. Celebrazione che è comune con tutte le varie confessioni della cristianità: cattolici, riformati, ortodossi.
A Castel d’Asso i fedeli si sono raccolti fuori la chiesetta intitolata a S Maria Mater Amabilis (dove l’associazione del Beato Domenico Barberi venera la memoria di questo “apostolo” viterbese) nei prati antistanti lasciati liberi, per l’occasione, delle macchine in parcheggio. Don Gianni, nel benedire i ramoscelli di olivo delle tante persone che hanno sfidato il tempo minaccioso e inclemente, ha sottolineato come il brano di Vangelo letto in quel momento ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, che si conclude di lì a pochi giorni con la sua Passione, Morte e Risurrezione. È il Piano della Salvezza del mondo, ma lui ha lasciato a noi uomini di realizzarlo concretamente nella storia attraverso i secoli: noi uomini siamo le Sue mani e le sue braccia per concretizzare nella vita la Sua legge di amore.
Quando i fedeli si sono diretti in processione verso la chiesa si è unita al corteo una famigliola di pellegrini, con due bambine piccole, che dalla Germania percorrevano la Via Francigena per lucrare il Giubileo della Speranza. In chiesa qualcuno ha ceduto loro il posto per permettere loro di seguire devotamente la S Messa. Per metterli a loro agio don Gianni ha anche rispolverato un po’ del suo tedesco. Alla fine hanno orgogliosamente posato per la foto di rito al cippo dei 100 km ed apposto il timbro ufficiale sulle loro credenziali.
La liturgia della domenica, arricchita dalla lettura del “Passio” (la descrizione degli avvenimenti a Gerusalemme nella Settimana Santa) è stata spiegata “passo passo” da don Gianni, sempre attento a cogliere il significato profondo di gesti e oggetti liturgici per farli vivere nel quotidiano. In particolare nell’Omelia ha sottolineato come la storia della redenzione dell’umanità è appena all’inizio e potrà impiegare ancora migliaia o milioni di anni per realizzarsi.
Scriveva la Signorina Alfieri: “Il Signore viene Redentore: non ha bisogno degli Osanna, non teme i Crucifige. Egli fa la volontà del Padre e beve il Calice che il Padre vuole. Anche se è triste a morte, anche se, come Uomo, ha paura.
E tu, che fai? sei con Lui? o lo guardi da lontano? Anche tu hai il tuo posto nella Passione di Cristo; anche tu hai un posto nel Getsemani e ai piedi della Croce. Se non lo occupi tu, resterà vuoto.
Ma ricordati che è un posto di Gloria: Cristo è Re e depone e riprende la sua vita quando vuole. Ora la deporrà, davanti al Suo popolo che Lo rigetta, sulla Croce che Lo tortura. Poi la riprenderà con la Risurrezione.

 

Mario Mancini

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