DOMENICA DELLE PALME – PASSIONE DEL SIGNORE – ANNO C 13 Aprile 2025

Luca 19,28-40; Isaìa 50,4-7; Salmo 21 (22); Filippési 2,6-11; Luca 22,14-23,56

Gesù Cristo: Dio come Dio, Uomo come Uomo

 

  1. Nella Passione e Resurrezione di Gesù Cristo sono presenti difetti ancora attuali:

Erode con i suoi soldati insulta Gesù come se fosse su un palcoscenico teatrale e ipocritamente farisaico.

La vigliaccheria di Pilato, che pur affermando: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna», se ne lava le mani e lascia che altri siano ingiusti.

I soldati, «dividendo le vesti di Gesù e tirandole sorte» aiutano i grandi del mondo a spartirsi la dominazione della terra e «della libertà dei figli di Dio».

  1. Gesù Cristo non è immagine. È perfetto Uomo ed è «riconosciuto come uomo, perché umilia se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce; cammina davanti a tutti salendo verso Gerusalemme: non ritiene un privilegio l’essere come Dio». Afferma: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve». Altri si aspettano giorni di gloria; Gesù vive giorni di dolore e resurrezione.

«Entrato nella lotta, prega più intensamente: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».

  1. Gesù è con i suoi piccoli: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Fedeli a «Gesù Figlio di Dio» impegniamo il cuore perché «nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra» e si proclami: «Gesù Cristo è Signore!»: è contemplazione; da essa nasce la fede.

Gesù Cristo, Figlio di Dio e Dio come il Padre e il Santo Spirito, manifesta, nella sua ‘ora’, la sua aspirazione: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi. Fate questo in memoria di me». Offro la mia vita a vostro favore: la vita che ho, non c’è «qualcuno che me la toglie, sono Io che la dono». La paura della morte è breve, la gloria segue ed è durevole; ogni giorno, per sempre.
In pochi si avvicinano all’Amore: sua Madre, Giovanni, poche donne; «Giuseppe» pone il corpo di Gesù in «un sepolcro scavato nella roccia». Molte anime pie, al di là del clamore, provano ad amare.

  1. Perché questa sofferenza, e questa morte? Perché «Il Signore ha bisogno»di elevarel’Uomo sopra ogni ideale umano:
  2. perdonando ed insegnando a perdonare: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me»:lacrime pie non giungono ad essere, come le sue, fatte di sangue.
    b. riconoscendo dignità ed identità umana ai malfattori. Anch’essi hanno possibilità di ricevere accoglienza:[LD1] «Oggi con me sarai nel paradiso». Chissà se sarà escluso chi deride, giudica, condanna o se ne lava le mani?
  3. «Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli. Uscito fuori, Pietro pianse.«Amaramente» pianse: Pietro chiarisce ove giunge l’amore umano, la fraternità, l’aspirazione ad essere ‘charitas – aspirazione, attesa’. Solo Gesù «dopo avere amato i suoi li amò sino alla fine». Nessuno, nemmeno Pietro, pianse nell’orto degli olivi.
  4. Gesù dona, si pone come Giusto e Giustificatore: Pace sorge dalla giustizia. Perché sia autorevole, la pace ha bisogno dell’impegno di ogni uomo di buona volontà, che Dio ama.

La giustizia umana non dona pace; talvolta dona la calma imposta dal più forte. Se è forte, è perversa, non è autorevole, è travisata ed è utilizzata» dal «potente di questo mondo».

Sta accadendo: la Passione di Cristo vive nelle carni di ogni uomo sofferente. Che accada presto la Resurrezione affrettata dall’invocare e dall’incoraggiare dei primi credenti nel Risorto:

«Marana tha» (Aramaico): «Signore nostro, vieni!».

«Maràn atha» (Aramaico): «Il Signore nostro viene!».

 

don Lamberto di Francesco

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