“Lavoro e’ preghiera e preghiera e’ lavoro”: un messaggio che da Tommasa Alfieri giunge a noi a venticinque anni dalla scomparsa .. domandiamoci possiamo aspirare ad una “ecologia del cuore” ?
Stefano Stefanini
La testimonianza e l’insegnamento di Tommasa Alfieri deve oggi interrogarci nel tempo presente, in attesa della Pasqua, sul nostro essere lievito della massa, con la preghiera, l’elemosina, la vicinanza, la penitenza, il distacco da ciò che pratichiamo e ci soddisfa, il superfluo, l’effimero.
Digiuno da quegli attaccamenti dispersivi e quasi morbosi dai telefoni cellulari e da Internet, specie per i nostri giovani, invitando a intessere relazioni dirette, vicinanza personale e sociale con le persone, in famiglia come nei luoghi di socializzazione, negli ambienti lavorativi e di sport e divertimento. L’amico Mario Mancini ci ha ricordato recentemente questa rilettura della testimonianza di Tommasa Alfieri.
Le “Soste” di formazione, approfondimento, soprattutto di preghiera personale e comunitaria dovranno servirci ad affrontare ogni giorno le nostre “Riprese”, la testimonianza dei nostri Valori evangelici e sinceramente umani .
Sulle azioni e sul lavoro di ciascuno, conformi all’ideale evangelico, da laici immersi nel mondo e nelle nostre città e sulla attuale presenza dell’Eucarestia e del senso religioso (apparentemente sopito) nella vita delle nostre Città riflettiamo sulle recenti esperienze della Tenda del Giubileo in corso a Viterbo, confrontandoci con le parole più volte pronunciate da Papa Francesco e dal nostro Vescovo Orazio Francesco, sulla centralità della preghiera eucaristica e sulla testimonianza evangelica nella famiglia, nel lavoro, nella disponibilità verso gli Ultimi e nella Festa Eucaristica domenicale.
Dobbiamo testimoniare un nuovo Umanesimo Cristiano, che collega intimamente “l’Eucaristia e la Città”, considerando come “Ogni Messa domenicale generi e offra bene comune, l’Eucarestia rappresenta il nutrimento della testimonianza della carità nella città.”
Papa Francesco, i vescovi ed i nostri sacerdoti e diaconi ricorrentemente ci esortano a considerare gli ambiti di vita, di ogni nostra esperienza di Vita, come luoghi in cui portare la speranza che viene dal Signore Risorto e dall’incontro con lui nella celebrazione eucaristica domenicale.
Con l’adorazione, la nostra “Sosta” davanti al Tabernacolo, l’Eucarestia viene messa al centro delle “abitazioni degli uomini”, nella bella definizione del sindaco di Firenze negli anni 50 e 60 del Novecento, Giorgio La Pira, assertore infaticabile della Pace tra i popoli.
Il Binomio Città’ dell’Uomo ed Eucarestia .
Giorgio La Pira, dichiarato venerabile da Papa Francesco nel 2018, durante la Guerra Fredda convoco’ a Firenze i Colloqui Mediterranei, tra i sindaci delle città di Oriente e Occidente: ispirò alleanze tra città con il motto unire le città per unire le nazioni: « nessuno ha il diritto di distruggere le città: dobbiamo conservarle, integrarle e ritrasmetterle alle generazioni future. La ricerca della Pace e dell’armonia va edificata non solo nella cura della singola persona, ma deve trasparire anche dagli edifici .. occorre creare un grande ponte di preghiera tra Occidente e Oriente per sostenere la grande edificazione di Pace nella quale tutti siamo impegnati … il nostro comune programma costruttivo deve essere: dare ai popoli la Pace, costruire case, fecondare i campi, aprire officine, scuole e ospedali, ricostruire ed aprire dovunque le chiese e le cattedrali.
Perché la Pace deve essere costruita ad ogni livello della realtà umana: economico, sociale, politico, culturale e religioso. Soltanto così il nostro ponte di Pace tra Oriente e Occidente diventerà incrollabile !
La stessa Tommasa Alfieri, con testimonianza più mistica, ma altamente pedagogica, mutuate dal suo essere docente di Religione, ci suggerisce l’invito a considerare: “Lavoro e’ preghiera e preghiera e’ lavoro”
Siamo convinti che concretamente, in questo periodo storico intriso di sofferenze e preoccupazioni legate alla guerra, ma anche da altrettante speranze e opportunità di solidarietà umana, l’orizzonte del cammino delle nostre comunità cristiane resti quello della responsabilità per il Bene comune, come quotidiano e costante impegno a migliorare il vivere sociale delle nostre Città.
Le Città ed i cittadini formano le Nazioni e le Citta’ con i loro cittadini possono indirizzare le decisioni di chi governa che con le “divisioni” impone le decisioni.
Ma ne siamo assolutamente convinti: le forze del male alla fine non prevarranno !