La malattia di papa Francesco, il suo esempio operoso e l’esigenza di
un silenzio rispettoso, orante per chi crede.
Stefano Stefanini
Molti fedeli cattolici, di altre religioni, oltre a uomini e donne non credenti che cercano il senso
della vita e stimano il Pontefice, pensano che ancora umanamente parlando, non sia ancora
tempo per Papa Francesco di “andare in Paradiso”.
Il Santo Rosario recitato in piazza San Pietro a Roma e le preghiere per il Santo Padre offerte
in moltissime comunità sparse nel mondo, anche appartenenti a diversi credi religiosi, «è il
segnale che veramente la Chiesa crede, spera, ama e prega.
Come ha notato il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo emerito di Tegucigalpa
(Honduras America Centrale): “Quando si prega per il Pontefice malato vuol dire che c’è Fede
nel mondo, e che in tutto il mondo c’è un grandissimo affetto per papa Francesco.
Per questo vogliamo che possa continuare ancora a guidare la Chiesa”.
I medici del Policlinico Gemelli di Roma nutrono un atteggiamento realistico per le condizioni del
Pontefice ottantottenne che, nonostante la malattia, risponde con la dedizione assoluta di un
Padre alle esigenze di guida della Chiesa, sostiene e ringrazia i bambini e i tanti fedeli che gli
dimostrano vicinanza e preghiere in questi momenti di sofferenza.
L’esempio di forza e testimonianza di Papa Francesco coronano coerentemente e naturalmente,
con semplicità vicina a Francesco d’Assisi e al suo Cantico delle Creature, un’esistenza di
dedizione al prossimo, in assoluto abbandono alla Volontà di Dio, che serve con coerenza,
prima da sacerdote, da vescovo e da successore di Pietro alla guida della Chiesa.
L’attesa orante e l’apprensione sincera di milioni di fedeli e di uomini e donne per la salute di
Papa Francesco pensiamo che non debba essere offuscata da tante illazioni che riguardano
già la sua successione, la negatività della zizzania, del chiacchiericcio di chi parla a sproposito,
amplificato da organi di comunicazione che fanno male prima a loro stessi, alla loro reputazione
nei confronti di lettori e telespettatori, a frequentatori di media in cerca di voci infondate, critiche
false, fomentate da presunti o veri avversari del Pontefice.
Il silenzio, semplice, rispettoso, orante per chi crede, e l’attesa operosa e fiduciosa appaiono gli
atteggiamenti più adatti di fronte alla malattia di chi ha difeso strenuamente nella sua vita gli
Ultimi delle Beatitudini e ispirato tutti coloro che con sincerità vivono la loro Fede in Dio e
l’attenzione operosa verso il Prossimo.