Riflessioni operative dì Raimondo Raimondi presidente della Consulta del Volontariato di Viterbo.
Volontariato d’impresa: nuova impresa per il volontariato “Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita della fabbrica?”. Così si esprimeva Adriano Olivetti nel 1955: un visionario che ha aperto la via alla responsabilità sociale d’impresa e, da lì, al volontariato d’impresa.
Ma cosa è il Volontariato d’Impresa? Possiamo definirlo “un progetto in cui l’impresa incoraggia, supporta o organizza la partecipazione attiva e concreta del proprio personale alla vita della comunità locale o a sostegno di organizzazioni non profit durante l’orario di lavoro”.
Il 18 gennaio si è svolto nella Sala Regia del Comune di Viterbo, il convegno sulla Disability Card ideato dall’Esecutivo della Consulta del Volontariato di Viterbo e realizzato con il supporto del Comune.
La Disability Card è una tessera che dà facilitazioni e accesso a servizi gratuiti o a costo ridotto su trasporti, spettacoli, avvenimenti sportivi ecc. nel territorio nazionale e nell’UE.
Su impulso dell’Esecutivo della Consulta, i membri dell’Esecutivo e Consiglieri Comunali (Moricoli, Perazzini e Sberna) presentarono in Consiglio un ordine del giorno di adozione della Disability Card che fu approvato unanimemente a novembre 2023.
Intenzione del convegno del 18 gennaio è stata di dare inizio ad un percorso condiviso di valorizzazione e di arricchimento della Disability Card e di promozione del suo utilizzo nelle Istituzioni pubbliche del territorio e nelle attività private.
Al convegno hanno partecipato oltre 100 persone e 39 si sono dichiarate disponibili a collaborare per valorizzare la Disabiility Card, Istituzioni pubbliche e attività private (INPS, Sanità, Scuola. Patronati, FIDAL, mondo del lavoro) sono stati i patrocinanti del convegno. Fra di loro, il mondo del lavoro era presente con la Camera di Commercio di Rieti e Viterbo, la Federalberghi della Provincia di Viterbo, la CNA di Viterbo e Civitavecchia, l’Unindustria di Viterbo e la Confartigianato.
Sottolineo la sensibilità di tutti patrocinanti. Vorrei soffermarmi in particolare, per la sua novità (almeno per me è stata una lieta scoperta), sulla attenzione manifestata dal mondo del lavoro verso il mondo del volontariato. Ne ho avuta evidenza contattandoli in preparazione del convegno e l’hanno resa esplicita nei loro interventi. Per questo resto fermamente convinto che i contatti stabiliti con loro debbano essere coltivati e indirizzati verso una collaborazione con il volontariato non limitata all’occasionale convegno o alla singola manifestazione ma che abbia continuità, pianificazione e struttura.
Una collaborazione orientata verso il volontariato d’impresa e che abbia lo sguardo e il respiro visionario di Adriano Olivetti.
Su tale futura e auspicabile collaborazione del mondo del lavoro con il mondo del volontariato vorrei suggerire alcuni elementi di riflessione e fornire dei dati numerici.
Ad oggi, in Italia, solo 4 mila imprese hanno offerto al personale l’opportunità di svolgere il volontariato d’impresa e altre 21 mila sono interessate a consentirlo (dati Unioncamere 23).
Esiste una leva fiscale a favore del volontariato d’impresa: l’art. 100 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) consente all’impresa di dedurre fino al 5 per mille delle spese relative all’impiego di lavoratori dipendenti per prestazioni di servizi erogate a favore di ETS. Purtroppo oltre il 60 per cento delle imprese intervistate su un campione di 10 mila dichiara di non conoscere l’articolo del Tuir, anche se più di un quarto si dichiara interessata a sviluppare un volontariato d’impresa.
Il volontariato d’impresa si è attuato maggiormente in campo ambientale (pulizia di parchi o di ambienti urbani, raccolta di plastiche e rifiuti). Un altro settore è quello del sociale: dipendenti che trascorrono una giornata in una casa famiglia o in un centro per anziani. O ancora nell’assistenza a persone con disabilità, nella preparazione di pasti, nella raccolta di indumenti per i senzatetto.
Benefici riscontrati dalle imprese: motivazione del personale; migliori relazioni industriali; migliore reputazione; differenziazione dalla concorrenza.
Benefici riscontrati dagli ETS: promozione e diffusione della mission; risorse per affrontare i problemi sociali; acquisizione di volontari e di competenze per interventi sociali più efficaci.
Questo a livello nazionale e, prevalentemente, a nord della linea del Po.
Nella Tuscia come siamo messi?
Probabilmente sono una ventina nella Provincia le cosiddette Società Benefit, imprese con propensione al volontariato d’impresa (2). Sarebbe, quindi, interessante avere dati sul numero e sulle tipologie delle imprese che hanno iniziato un percorso di volontariato nella Provincia. Esperienze che si potrebbero pubblicizzare ed estendere ad altre imprese e ad altri ETS.
“Probabilmente”, “Sarebbe interessante”; “Si potrebbero estendere”: tutte espressioni timide e coniugate al condizionale. Nella nostra Provincia su questo argomento siamo ancora avvolti nella nebbia e non si intravede chiaramente la via per una sistematica e concreta attuazione del volontariato d’impresa (spero di essere smentito da chi, dati alla mano, vorrà rispondere).
Per il momento auspico l’augurio di riuscire con i nostri amici del mondo del lavoro a individuare la via verso il volontariato d’impresa e a percorrerla assieme con il coraggio visionario di Olivetti.
La collaborazione Imprese – ETS per valorizzare e arricchire la Disability Card può essere un buon inizio, un banco di prova nella Tuscia per ilvolontariato d’impresa.