Riflessioni
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”.
Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Allora Gesù si fermò e disse: Chiamatelo!”. E chiamarono il cieco dicendogli: “Coraggio! Alzati, ti chiama!”. Egli gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: “Che vuoi che io faccia per te?”. E il cieco a lui: “Rabbunì, che io riabbia la vista!”. E Gesù gli disse: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
E’ una scena vivace, pittoresca, assai movimentata, prevalgono nel racconto i verbi di moto: “giunsero, partiva, cominciò a gridare, lo sgridavano, gridava più forte, gettato via, balzò, prese a seguirlo…”. Gerico è la città che sta circa a 212 metri sotto il livello del mare. Al tempo dei romani era un’oasi fertilissima, una felice stazione climatica. Un cieco, veramente povero, siede al margine della strada per chiedere l’elemosina ai passanti; è talmente povero che non ha neppure un nome, non ha una identità, non è qualcuno, ma è semplicemente “il figlio di Timeo”. Per la sua menomazione è come escluso dalla vita, dalla possibilità di un ruolo. Ed allora sfrutta l’unica possibilità che ha: “il grido!”.
L’esperienza insegna che esiste il silenzio della miseria (si cerca di contenere con dignità tra le pareti di casa la propria miseria, la contingenza infelice); ma esiste anche il coraggio della miseria, quando è il momento giusto per gridare ai quattro venti la situazione estremamente critica nella quale è precipitata l’intera famiglia. E Bartimeo ritiene che quello del passaggio di Gesù sulla strada che porta a Gerusalemme sia un momento buono per gridare, e grida! Figlio di David, abbi pietà di me! Con la prima proposizione, Si appella a una discendenza comune (di lui e di Gesù), con la seconda, invece, allude a una miseria alla quale poter rimediare subito, ora.
Gesù che cammina sulla strada è come bloccato da quel grido, non ha il coraggio di procedere oltre: Stans Jesus, traduce felicemente san Girolamo nel testo latino. Solo lui, Gesù, che ama, sa ascoltare il grido del bisognoso. “Chiamatelo!” – “Cosa vuoi che io faccia per te?” – “Che io riabbia la vista”. “Va’, la tua fede ti ha salvato!”. Una guarigione istantanea lo ridona alla vita e gli ridona la vista.
“La tua fede ti ha salvato!” Occorre l’illuminazione della fede per poter seguire Gesù sulla strada che porta a Gerusalemme fino al Calvario. Il cieco guarito è il modello del vero discepolo: egli è tutto disponibile per Gesù; si è consegnato totalmente a lui. Suona come un duro rimprovero per gli altri discepoli: per Pietro che si è ribellato al primo annuncio della Passione; per Giacomo e Giovanni che sono caduti in un misero arrivismo; per Giuda che sta macchinando di tradirlo; per tutti gli altri che si ritrovano frastornati dagli annunci di sofferenza.
Essi sono troppo lenti nell’aprirsi a scoprire e comprendere la vera identità di Gesù. Sappiamo che l’evangelista Marco scrive il suo Vangelo all’insegna della domanda Chi è Gesù?. Son in tanti a porsela…se la pongono anche i Dodici, ma anche per loro non è facile pervenire a una risposta esatta, chiara, esauriente e definitiva sul conto del Maestro. Occorrerà ancora del tempo per arrivare alla dichiarazione che farà il centurione romano sul Calvario in merito a Cristo: Davvero quest’uomo era Figlio di Dio (15,39).