Ed annunciare la gioia e la gloria: «Tutta la terra è piena della sua gloria».

Quanto siamo di animo gretto, pur credenti. Scioccamente mutiamo Parola e cantiamo: “Santo ‘È’ santo” oppure “Santo ‘È’ il Signore”, come se fossimo noi a stabilire la grandezza e la misericordia del Creatore. O fossimo noi ad inventare un Dio fatto secondo i nostri comodi.

Si dirà: È questione di parole! Non essere pedante.

No, la preghiera forma alla fede: non è una dichiarazione umana la santità di Dio. Dio non è di nostra invenzione. È canto di lode, di adorazione, di stupore davanti alla santità ed alla misericordia. Non umane sono queste virtù.

La Fede, se povera, genera presunzione: Gesù rassicura gli umili, non rende superbi, sicuri e presuntuosi.

Convertiamo e rettifichiamo il pensiero ed il canto, seguendo letteralmente la Parola: “Santo! Santo! Santo! Il Signore Dio dell’universo!”.

Togliamo dal cuore e dalle labbra quell’È, che, nella Scrittura, non v’è.

Riconosciamo la misericordia divina: «Per grazia di Dio sono quello che sono». In confronto a Dio cosa sono? «Non sono io, ma la grazia di Dio che è con me».

Porsi nelle mani di Dio? Se vuoi! «Io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?».

«E io risposi: «Eccomi, manda me!».

Una Donna, di nome Maria, ha risposto: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Signore, “purifica i nostri cuori con il fuoco della tua parola e perdona i nostri peccati con la dolcezza del tuo amore, così che, come discepoli, seguiamo Gesù, nostro Maestro e Signore”.

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