Riflessioni
a cura di Ubaldo Terrinoni
(…).“E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli voltatosi e guardando i discepoli rimproverò Pietro e gli disse: “Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. (…).
         Dopo una breve indagine d’opinione sulla identità del Maestro stesso e dopo una lodevole risposta di Pietro, Gesù affronta, per la prima volta, l’arduo argomento della Passione con un eloquente incipit: “E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto…” (8,31). In 9,31 si ha una dichiarazione più esplicita: “E istruiva i suoi discepoli e diceva loro, il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato…”. I Dodici avvertono serie difficoltà alle prese con la croce. La rivelazione sulla sofferenza viene ripetuta tre volte e lascia intendere che è un argomento estremamente importante. Anzi gli annunci si fanno sempre più chiari e più precisi.
       “Il Figlio dell’uomo deve…”. Il verbo deve sta a indicare che il dramma che attende Gesù non è motivato da un cieco destino né da una crudele fatalità, ma tutto è previsto da Dio Padre per un piano di salvezza dell’umanità. Sarà rifiutato (v.31) dai teologi del tempio, dalla classe dirigente e dall’aristocrazia laica, sicché Gesù perde credibilità agli occhi della gente che conta per cui non vi sono più chances per lui presso le folle che lo hanno seguito con interesse e con entusiasmo per l’intero svolgimento della sua missione.
         Gesù “Faceva questo discorso apertamente (parresìa)”. Ciò vuol dire che egli ha rimosso ogni velo di parabola e si esprime con chiarezza di linguaggio; il termine greco parresìa lascia chiaramente intendere che Gesù quel giorno non dette l’annuncio con tremore, ma parlò ai Dodici con “franchezza”, cioè in modo chiarò e coraggioso. Ma a Pietro non piace affatto questa franchezza su un tema così spinoso, per cui prende in disparte Gesù “e si mise a rimproverarlo”.
         Ma al parlare in segreto di Pietro, fa riscontro il parlare in modo aperto di Gesù: si volta indietro e guarda negli occhi uno per uno gli Undici, i quali sono annichiliti dal contenuto del discorso e dal suo fermo e severo atteggiamento; e poi passa a rimproverare Pietro designandolo con l’epiteto di satana. Infatti, inconsapevolmente l’apostolo si era messo sulla stessa linea dell’altro Satana che nel deserto aveva tentato di far deviare il Maestro per un messianismo sulla misura delle aspettative popolari.
         E’ davvero sorprendente come Gesù, dopo il primo annuncio del mistero della sofferenza, si sia trovato subito solo, tremendamente solo! Gli entusiasmi delle folle si sono spenti, i notabili di Gerusalemme lo rifiutano apertamente, i discepoli non lo comprendono. Sicché egli è davvero solo; non c’è una presenza che gli faccia compagnia; non c’è per lui una parola di incoraggiamento. E’ serio e grave il momento che sta vivendo! E’ solo davanti al suo destino di morte, nella debolezza e fragilità della carne. E tuttavia egli cammina con passo fermo verso la Passione!
         E arriva per tutti il momento dell’amara sofferenza da vivere in solitudine; è il momento in cui si è soli, senza poter contare sull’aiuto e il sostegno di qualcuno; soli con i propri problemi, soli alle prese con dure decisioni da prendere, soli con un dolore lancinante che non si può condividere con nessuno, soli nel Getsemani e nella “passione” da vivere e da soffrire.
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