Spezzare la Parola, pH Laura Ciulli

La partecipazione alla Messa resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia festiva, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore è indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica. In questo anno liturgico (A) incentrato soprattutto sul Vangelo di Matteo,

Padre Ubaldo Terrinoni Ofm
Padre Ubaldo Terrinoni

ci guida e ci accompagna in questo cammino padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp da tempo firma importante e preziosa di Sosta e Ripresa, al quale la Direzione esprime gratitudine per questo ulteriore servizio.

Domenica 17 settembre 2023, XXIV domenica del tempo ordinario – Anno A

IL VANGELO DEL PERDONO Mt 18, 21-35

Quante volte devo perdonare?. Questa domanda ci introduce in uno degli insegnamenti più originali e più rivoluzionari del Vangelo. La comunità cristiana risulta   come “il luogo” dell’amore e del perdono. Nella parabola del servo spietato del capitolo 18 di Matteo, il discorso di Gesù si sonda tanto lucido e avvincente da suscitare la reazione stupita di Pietro che sussume con una domanda: “quante volte devo perdonare al mio fratello se pecca contro di me?”. E fa seguire subito una risposta: “fino a sette volte?”. È più del doppio di “tre”, i rabbini infatti sostenevano che si doveva perdonare fino a tre volte.

In un lungo arco di storia dell’umanità, si può distinguere una triplice progressione di legislazione per regolare i rapporti sociali:

– la legge di Lamech: vendicarsi settanta volte sette: Gen 4,23-24

– la legge del taglione: vendicarsi una sola volta: Es 21,23-25

– la legge dell’amore: perdonare settanta volte sette: Mt 18, 21-35

Nell’economia del Nuovo Testamento, l’amore si colloca al vertice della nuova etica e cancella per sempre le parole “nemico, odio, vendetta, rabbia, rancore”. Il cristiano non sente più nessuno come “lontano”, ma tutti gli sono “prossimo”. Tutti sono raggiunti dal suo amore, che non è selettivo e non si manifesta con vaghe e vane parole, ma impegna seriamente e profondamente il cuore con gesti concreti. È un amore che abbatte frontiere, paletti e confini; è un amore gratuito, generoso e gioioso; è un amore “che non nega la realtà, ma la trasfigura” come insegnava don Primo Mazzolari.

L’unica vendetta consentita al cristiano è di rispondere sempre col bene al male, secondo l’insegnamento di Gesù: “Fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica (Lc 6,27-29). E l’apostolo Palo si sforza di mantenere il messaggio d’amore di Gesù a livelli alti e concreti; scrivendo alla comunità di Roma, insegna: “Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere” (Rom 12,20). E madre Teresa di Calcutta insegna: “Se vuoi veramente amare, devi imparare a perdonare”.

Il perdono è il figlio prediletto dell’amore; è il vertice della carità; è la conferma inequivocabile di un autentico progresso spirituale; è la dimostrazione concreta della pura carità verso il fratello che ha sbagliato; è il cuore della comunità cristiana, la quale non è costituita da santi, ma da peccatori che di continuo avvertono l’urgenza di perdonarsi a vicenda. Il perdono è una risurrezione; è una novità; è l’inizio di una storia nuova.

Mettiamo nel cuore e sulla bocca dei nostri lettori una bella preghiera: “O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace. Dove c’è l’odio che io porti l’amore. Dove c’è l’offesa che io porti il perdono. Dove c’è il dubbio che io porti la fede. Dove c’è tristezza che io porti la gioia… È donando che si riceve, ed è perdonando che si è perdonati”.

Foto tratta dal web

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