La partecipazione alla Messa resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia festiva, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore è indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica. In questo anno liturgico (A) incentrato soprattutto sul Vangelo di Matteo,

ci guida e ci accompagna in questo cammino padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp da tempo firma importante e preziosa di Sosta e Ripresa, al quale la Direzione esprime gratitudine per questo ulteriore servizio.
23 aprile 2023, III Domenica di Pasqua – Anno A
I DUE DI EMMAUS Lc 24, 13-35
Questo brano è un capolavoro letterario e teologico; qualcuno lo definisce “la perla del Vangelo di Luca”. Presenta i due discepoli di Gesù che sono profondamente smarriti e delusi e che tornano al lavoro di un tempo. Il Risorto li raggiunge lungo la strada come un pellegrino che chiede un po’ di compagnia. Gli parlano di Gesù come di uno che ormai è stato consegnato alla storia; i verbi del loro racconto infatti sono tutti al passato: fu profeta, lo hanno consegnato, l’hanno crocifisso, noi speravamo, sono passati tre giorni…
Gesù, dopo averli ascoltati, prende la parola e, invece di confortarli, li rimprovera apostrofandoli come “stolti e tardi di cuore”; usa il verbo all’imperfetto: “non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (v.26). Lascia intendere che egli ha già portato a termine la sua missione. E lo conferma anche col richiamo delle Scritture. Egli le interpreta in modo così coinvolgente da far ardere il cuore! Ma purtroppo…sono arrivati al villaggio e Gesù fa come se dovesse andare oltre. Essi non vogliono perdere lo sconosciuto pellegrino, non intendono separarsi da lui; sono stati affascinati da lui. L’autore ispirato sottolinea intenzionalmente questo profondo legame tra lui e loro ripetendo la frase con loro:
“Resta con noi. Quando fu a tavola con loro…
Non ci ardeva il cuore in petto
Quando conversava con noi?
Gesù cede volentieri alle loro pressioni. Però il preciso motivo della loro cordiale ospitalità non è il pur necessario riposo, ma loro; si ferma per loro. I tre siedono a mensa. E secondo le buone usanze, tocca all’ospite di riguardo dare l’avvio alla cena, pronunciando la benedizione sul pane. Il rituale che compie è indicato con quattro verbi: prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Sono i quattro verbi e i quattro gesti che egli aveva compiuto tre giorni prima (Lc 22,18). “Ed ecco, si aprirono i loro occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista” (v.31).
“Partirono senz’indugio” (v.33). La scoperta che hanno fatto è troppo grande per circoscriverla a loro due. Sentono l’urgenza di comunicare agli altri la straordinaria esperienza. Così resta confermato che l’incontro con Gesù eucaristico rimanda ai fratelli. Dalla comunione con lui si passa alla missione per i fratelli, dal Corpo eucaristico al Corpo mistico, dall’amore a Gesù all’amore e alla missione per il prossimo, dall’esperienza personale alla testimonianza all’altro.
“Fecero ritorno a Gerusalemme” (v.33). Il verbo “tornare” lo usa solo Luca e ben 24 volte nel Vangelo. Tornano con la vita trasfigurata dall’incontro col Risorto. Hanno riconosciuto Gesù attraverso i due sacramenti di cui tutti noi ora disponiamo: La Parola e il Pane, la mensa della Parola e la mensa del Pane.
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