La partecipazione alla Messa resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia festiva, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore è indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica.
Con la prima domenica di Avvento incomincia il nuovo anno liturgico (A) incentrato soprattutto sul Vangelo di Matteo.

Ci guiderà e accompagnerà in questo cammino padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp da tempo firma importante e preziosa di Sosta e Ripresa, al quale la Direzione esprime gratitudine per questo ulteriore servizio.
27 novembre 2022, I Domenica di Avvento – Anno A
STATE PRONTI
L’evangelista Matteo è il primo che designa la seconda venuta gloriosa del Cristo con il termine greco parusìa (24, 3-27. 37-39) col significato di “presenza”; nella grecità classica indicava la visita solenne di un re o di un imperatore o di un alto personaggio al popolo della propria regione e giurisdizione. Nel Nuovo Testamento il termine si arricchisce di un ulteriore significato, cioè del giorno del Signore; è il giorno in cui il Cristo Signore della storia si presenterà come Giudice supremo di tutti i popoli della terra.
Questo evento afferra la totalità del tempo e della storia: Cristo infatti è di certo venuto tra noi, certamente verrà e continuamente viene con il dono della sua grazia per salvarci. L’apostolo Paolo ci informa che “il tempo si è fatto breve” (1Cor 7,29), incombe, e perciò occorre prepararsi per entrare nella luce piena del “giorno del Signore”. Verrà all’improvviso. Nessuno sa quando accadrà, perciò è saggio vegliare: occhi e cuore rivolti al Signore. “Essere pronti” dunque!
Gesù, parlando di questo impegno evangelico della preparazione, si esprime con un verbo all’imperativo: “…convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15). Non si tratta di un invito o di una esortazione a un generico cambiamento; è invece un odine, un comando perentorio, assoluto; implica l’impegno di prendere una decisione con urgenza, perché ogni occasione è unica e non torna più. Il corrispondente greco suona metano è mira a un cambiamento interiore, spirituale, e coinvolge il modo di vivere e di agire come anche il modo di pensare, di programmare la vita, di amare, parlare, lavorare ecc. In breve, il cambiamento che si richiede è prima di tutto teologico e poi morale.
La conversione comporta l’impegno di mettersi dalla parte del Signore Dio per guardare e valutare la mia vita come in uno specchio, per analizzare ciò che realmente sono e non soltanto ciò che sembro. “Allora – afferma san Gregorio Magno – scorgerò le macchie e il mio vero volto interiore”. E avverrà in me inevitabilmente un’autentica rivoluzione copernicana: prima al centro della mia vita e dei miei interessi c’era soltanto l’ “io”, ora è stato sostituito con Dio, e la mia vita intera prende a girare attorno a quest’unico nuovo Centro.
È questa l’esperienza di Francesco: da giovane ricco e brillante, passa ad essere il poverello d’Assisi. Però, tra il prima e il dopo, cioè tra l’esperienza prima di ricchezza e dopo di povertà, vi è l’incontro sconvolgente e determinante con il Crocifisso a san Damiano, nel quale egli scopre tutto l’amore appassionato del Crocifisso per la sua persona.
Tuttavia, si noti bene che la conversione non è un impegno risolto una volta per tutte; non è neppure un lasciarsi illuminare a intermittenza da Dio. La conversione autentica è e resta una necessità permanente, un dovere costante e fondamentale, una incessante tensione verso la meta senza illudersi che sia subito raggiunta. La conversione è un impegno quotidiano, è un ri-orientare sempre di più e meglio il cuore verso l’unico obiettivo: Gesù!!!