Spezzare la Parola, ph laura ciulli

La partecipazione alla Messa domenicale resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia domenicale, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore è indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica.

Padre Ignazio Martelletto
Padre Ignazio Martelletto

Ci accompagna in questo cammino padre Ignazio Martelletto C.S.I.

 

 

 

5 giugno 2022, Pentecoste – Anno C

Io pregherò il Padre ed egli vi manderà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre”

“Se uno mi ama, il padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”

“Lo Spirito Santo che il padre manderà in mio nome lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”(Gv 14,15-16.  23b-26)

Pentecoste, Vaticano

Sono passati cinquanta giorni dalla Resurrezione di Cristo. Oggi è il giorno in cui si completa il cammino di salvezza del Salvatore. Mancava ancora quella forza che doveva spingere gli apostoli a sentirsi come Gesù, inviati a salvare i fratelli.

L’evangelista Giovanni ricorda le parole che leggiamo oggi: sono state dette da Gesù nell’ultima cena, parole in cui Egli compie il dono della grandezza misericordiosa del Padre che vuole rimanere con noi per sempre.

Paraclito significa “colui che ci assiste, ci difende, sta al nostro fianco nel cammino della vita e nella lotta per il bene contro il male”.

Non siamo mai soli. Quando ci sentiamo amati, abbiamo una natura nuova, siamo diversi sentiamo che c’è una forza più grande di noi che ci invade e che ci apre al mondo. Sentirci uniti ai fratelli come in una famiglia sprigiona in noi una spinta di vita che ci apre al prossimo per stabilire un rapporto costruttivo per il genere umano. Ricuperare il tono di fondo del nostro essere, quello di sentirci figli di Dio e fratelli e sorelle. Costituire una comunione di amore che ci fa sentire veri uomini e vere donne. Ecco la dimora di Dio tra gli uomini.

È questa presenza che ci richiama tutta la sapienza degli insegnamenti di Gesù. Nelle varie situazioni della vita, quando noi ci sentiamo incapaci di affrontare difficoltà, ci sono delle ispirazioni misteriose che entrano nella nostra mente e che ci portano coraggio e fiducia nell’affrontare e superare questi momenti di crisi. E poi quando lo sconforto vuole rovinarci l’esistenza ecco le sue parole di risurrezione e di vita che risuonano nel nostro spirito. E avviene il cambiamento. Non abbiamo mai riflettuto a questi miracoli che avvengono in noi senza che ce ne avvertiamo.

Compito della nostra vita è quello di rendere presente la “prossimità” amorevole di Dio. Far capire che tutta la realtà è impregnata di questo alito di amore che è cura amorevole per un cammino sereno e pieno di fiducia. Purtroppo abbiamo gli occhi velati da quella oscurità che papa Francesco chiama “mondanità”. Immersi nell’apparenza, nell’ambizione, nell’avidità di riconoscimenti umani, non siamo contenti e siamo convinti che saremo felici sono se realizzeremo ciò che la “mondanità” ci promette.

Invochiamo lo Spirito Santo e ricordiamo che Egli è il Consolatore.  I suoi sono i doni che appagano il nostro essere assetato di assoluto e di infinito. “Manda o Signore la tua verità e la tua luce, mi portino al tuo monte santo e alla tua dimora”.

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