La partecipazione alla Messa resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia festiva, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore è indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica.

In questo anno liturgico (A) incentrato soprattutto sul Vangelo di Matteo, ci guida e ci accompagna in questo cammino padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp da tempo firma importante e preziosa di Sosta e Ripresa, al quale la Direzione esprime gratitudine per questo ulteriore servizio.
8 gennaio 2023, Battesimo del Signore – Anno A
“SI APRIRONO I CIELI” Mt 3, 13-17
Gesù si reca sulle rive del fiume Giordano per ricevere il battesimo da Giovanni Battista. Viene da Nazareth dove per circa trenta anni è vissuto avvolto nel silenzio. Un lungo periodo di vita che l’evangelista Luca sintetizza con una semplice e breve espressione: era loro sottomesso (Lc 2,51). Ora Gesù procede a fare un passaggio importante: dalla vita privata a quella pubblica; dal prolungato dialogo orante con il Padre al servizio premuroso di amore per i fratelli. Infatti, con il battesimo, egli riceve l’investitura messianica e dà inizio alla sua coinvolgente missione.
L’innocentissimo Agnello di Dio si mette in fila con i peccatori, confuso tra coloro che realmente avvertono un bisogno urgente di purificazione dai peccati e di una radicale conversione. Anch’egli si immerge nelle acque per riemergere quale simbolo del vecchio Adamo che viene sepolto nell’acqua e riemerge il nuovo Adamo: purissimo e santo! La celebrazione liturgica dell’Oriente legge così il rito: “Ci ha lavati tutti nel suo corpo; solo si è immerso ma ha rialzato tutto il mondo; solo si è caricato dei peccati di tutti perché in lui i peccati di tutti fossero distrutti”.
“Uscendo dall’acqua si aprirono i cieli”: il Padre mette fine al lungo silenzio e riprende il dialogo di Dio con gli uomini che si era interrotto in seguito alla scellerata ribellione di Adamo; si ode “una voce dal cielo” che proclama Gesù “Figlio prediletto” sinonimo di “unico del Padre”; e scende su di lui lo Spirito Santo, dove rimarrà in pienezza e stabilmente (Is 11,1-3) e poi sarà diffuso universalmente in tutti i chiamati alla salvezza (At 2,16-21). Il Messia ci legherà così strettamente alla sua missione da risultare “il primogenito di molti fratelli” (Rom 8,29).
Nell’evento del Giordano si configura mirabilmente il nostro Battesimo: anche per noi l’acqua è una tomba in cui viene sepolta una vita di peccati e riemerge una creatura nuova, un essere nuovo, nato da Dio e dunque suo figlio, al quale spetta il Cielo (il Paradiso) come eredità. É l’inizio di una vita nuova, è un germe destinato a crescere e a fiorire per portare frutti abbondanti. Il dono dello Spirito Santo sarà il principio dinamico che accompagnerà fedelmente tutto il cammino della vita nuova finché non giungerà a pienezza.
Nel Battesimo inoltre si fonda pure la futura missione del cristiano. Col crescere e maturare nel cuore e nella vita, egli si renderà responsabile di tutti i suoi fratelli, dato che non si è cristiani solo per sé, ma si vive e si cammina insieme. Ogni cristiano risulta un apostolo. É chiamato a collaborare con Cristo per salvare i fratelli, proclamando a tutti la sua fede sia con la testimonianza silenziosa della vita e sia con la parola. Così il Battesimo non risulterà soltanto un povero documento ingiallito dal tempo nell’archivio parrocchiale, ma sarà un festoso dono del Padre che ci ha generati alla sua vita divina.