Spezzare la Parola Laura Ciulli

GESÙ CONTESTATO Mc 6, 1-6

 

Laura Ciulli 
Padre Ubaldo Terrinoni

In quel temo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui tra noi? E si scandalizzavano in lui! Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

Gesù ha richiamato in vita una bambina: una notizia che si diffonde in modo rapido da giungere anche nella cittadina di Nazareth, dove Gesù ritorna dopo alcuni mesi di assenza. É sabato! Con spirito di profonda devozione si reca nella sinagoga dove già si è assiepata la folla nel vivo desiderio di vederlo e ascoltarlo. La curiosità di tutti è al massimo. Marco tratteggia la sequenza della reazione al suo discorso in sei passaggi: dall’ascolto, allo stupore, alla domanda, allo scandalo, al disprezzo, all’incredulità.

La folla aspettava il Messia che si sarebbe manifestato secondo le attese, cioè in modo spettacolare conservando sconosciute le sue origini e compiendo prodigi sotto gli occhi di tutti. Ma Gesù non rientra affatto negli schemi consacrati dalla tradizione: egli è un artigiano modesto, semplice, onesto, e i paesani sanno tutto di lui; si conosce la madre, gli altri parenti, i fratelli e le sorelle. Pertanto non negano i miracoli e neppure la sapienza, ma ne contestano l’origine. Egli è troppo noto! Costituisce ostacolo insormontabile la sua semplicità, la normalità, la ferialità! “E proprio per questo si affrettano a incasellarlo secondo le categorie già note” precisa il noto studioso E. Schweizer.

I suoi paesani non hanno saputo cogliere l’identità autentica di un messianismo umile, povero, semplice e si sono affrettati a fare ricorso al rifiuto e al disprezzo; ma questo, del resto, corrisponde alla sorte di tutti i profeti. E purtroppo, di fronte alla ostinata chiusura del cuore e della mente, si arresta anche la potenza di Gesù; egli vuole risultare impotente. L’uomo ha il terribile potere di resistere a Dio; ha la possibilità di chiudersi in una incredulità caparbia e assurda. Certo, il Signore potrebbe sfondare la porta, ma preferisce essere “impotente”. Egli non s’impone, ma si propone, si offre, sollecita una risposta ma non va oltre.

Per chi è la lezione? Prima di tutto, per i suoi discepoli come lascia intuire Marco quando scrive: “andò nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono”. Essi devono assistere a un fatto drammatico, sconvolgente: Gesù è discusso, è rifiutato, è disprezzato. E dunque chi decide di seguire Gesù si prepari anche all’esperienza del rifiuto e del disprezzo…! Il Maestro coglie l’occasione per preparare i suoi alle difficoltà missionarie, quasi che voglia dire: quando vi accadrà tutto questo sappiate che era già stato tutto previsto, tutto calcolato. Qui dunque sono prefigurati tutti gli affronti che dovrà subire il discepolo: persecuzioni, violenze, chiusure, disprezzi, derisioni…

Qui troviamo attuate le dichiarazioni che il quarto evangelista fa nella prima pagina del suo Vangelo: “Egli era la luce, brillò (la luce), ma le tenebre la rifiutarono. / Egli venne nel mondo, ma il mondo non lo riconobbe. / Egli venne nella sua casa, ma i suoi non l’accolsero” (Gv 1,5. 10-11). Cristo resta fedele alla legge dell’Incarnazione e veste i panni del feriale, i panni da lavoro e chiede a noi di saperlo riconoscere quando ci fa visita e indossa i panni ordinari, quando si nasconde nel prossimo, quando si traveste da bisognoso, da povero, malato, lebbroso, carcerato, pellegrino…

Nota della Direzione

La partecipazione alla Messa resta il cuore e il fulcro della vita cristiana. Sosta e Ripresa intende offrire ai propri lettori un contributo di riflessione sulla liturgia festiva, nella convinzione che “spezzare la Parola” del Signore sia indispensabile per meglio partecipare alla sua mensa eucaristica. Anche in questo anno liturgico (B) incentrato soprattutto sul Vangelo di Marco, ci guida e ci accompagna in questo cammino padre Ubaldo Terrinoni OFM Capp da tempo firma importante e preziosa di Sosta e Ripresa, al quale la Direzione rinnova la gratitudine per questo servizio.

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