Si è conclusa sabato 21 settembre la Settimana del Pellegrino (LEGGI ARTICOLO), che dopo una serie di eventi a Viterbo, nella Chiesa del Gonfalone, e l’inaugurazione della mostra nella Chiesa omonima, ha organizzato un “assaggio” di pellegrinaggio camminando dal quartiere San Pellegrino di Viterbo fino al cippo dei fatidici 100 km da Roma, posto presso la Chiesa di Castel d’Asso, dove viene venerato il Beato Domenico della Madre di Dio

Sono, tra andata e ritorno poco più di 10 km che, fatti a piedi, fanno provare l’emozione di percorrere un pezzetto della Via Francigena, la via, o meglio: l’itinerario che i Romei percorrevano (e percorrono) per andare a venerare le tombe di Pietro, di Paolo e degli altri martiri a Roma. Era un percorso di Fede, di Penitenza, di ricerca interiore, ma in questa occasione, si è arricchito di “Servizio” verso chi, un ragazzo ed una ragazza che, non potendo camminare, sono stati portati con due “Joelette” dagli altri romei opportunamente patentati. Tra questi la consigliera Alessandra Croci che ha le deleghe per il Giubileo e la via Francigena. Il momento spirituale si è arricchito, all’arrivo al piazzale antistante la chiesa rurale degli interventi di don Gianni Carparelli e del Diacono Vincenzo Mirto.

Don Gianni ha spaziato in grande assimilando ad una chiesa in cammino il piazzale sconvolto dalle ruspe, i cavi e le tubature da connettere e la giornata solare che accoglieva tutti: pellegrini per un giorno e pellegrini che dall’Inghilterra arrivavano lì per l’ennesima tappa; quella assemblea rappresentava la Chiesa Viva, che è servizio e condivisione per gli ultimi e con gli ultimi. Gli ha fatto eco il trattorino, condotto da Sandro Toso per spianare un po’ di terreno rimasto per agevolare l’accesso.

Particolarmente sentita anche la benedizione con l’acqua santa profusa abbondantemente sui presenti. Vincenzo da parte sua, come Pellegrino seriale e fulcro dell’associazione ha sottolineato l’aspetto spirituale del pellegrinaggio come una vera chiamata ad un camminare in sintonia di anima e corpo. Poi tutti quanti hanno recitato la Preghiera del Pellegrino.

Nel clima festa fraterna si sono esibiti i figuranti della “Contesa” nei loro costumi medievali. Il responsabile, Giancarlo Brutti, come fine dicitore, ha introdotto l’ambiente medievale in Viterbo ai tempi di Federico II dove la violenza conviveva con le maniere aggraziate. Questi due aspetti sono stati rappresentati teatralmente con un duello tra due cavalieri e con un grazioso balletto delle figuranti. Al termine pellegrini, attori e volontari hanno fraternizzato con un ricco buffet offerto dall’associazione della via Francigena e dalla APS Amici del Beato Domenico della Madre di Dio che, ancora impegnata nei lavori interni ed esterni della chiesetta, ha collaborato al successo dell’iniziativa.

Come ricordo e pegno dell’evento don Gianni ha distribuito il suo ultimo libro, edito dall’associazione Amici del Beato Domenico della Madre di Dio, dal titolo: “…E DALLE TOMBE FIORÌ UN FUOCO DI LUCE” che percorre, in senso spirituale, la vita di questo territorio dagli antenati etruschi fino all’attuale esperienza ecclesiale del sacro che l’autore definisce: “E’ il creato che deve essere trasformato in dono sull’altare della vita” (pag. 66).

foto di Mariella Zadro e Sandro Toso

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