Sosta e Ripresa intende offrire ai suoi lettori, oltre al lavoro di chi scrive questo giornale, contributi di altri organi di stampa che si segnalano come particolarmente significativi in questo momento. Significativi, perché modi di leggere gli avvenimenti alla luce del magistero ecclesiale o anche semplicemente, perchè indicazioni di senso sulle quali riflettere.

Oggi ricorriamo di nuovo a  L’Osservatore Romano e per precisione alle sue pagine culturali, con un articolo di Giulia Galeotti che di quel settore è caposervizio. Il che sarebbe una non notizia per qualunque altro giornale, ma non per quello, dato che nei suoi primi circa centocinquant’anni della sua storia (fu fondato nel 1861)  donne redattrici non ne aveva mai avute e Giulia è stata appena la seconda a esservi assunta. Si tratta della recensione di un libro,  La linea del colore di Igiaba Scego, uscito quest’anno edito da Bompiani. Di solito, almeno nei quotidiani, le recensioni di libri costituiscono un arricchimento, ma non “il cuore dell’informazione”. Ma “il giornale del Papa”, nella cui testta campeggia anche la dicitura “Giornale quotidiano politico religioso” prima ancora del più celebre “Unicuique suum Non praevalebunt”, si distingue anche sotto questo aspetto, certo più lodevole della lunga preclusione alle donne. Quindi anche la scelta di un libro da recensire diventa in senso lato religiosa e soprattutto politica. Se poi lo fa con l’accurata penna (o tastiera, faccia il lettore) di Giulia Galeotti, la cosa risulta ancora più evidente.

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