Mistero non vero che necessariamente il miracolo (o evento straordinario che dir si voglia) generi la Fede. Per dirla con Pascal, ci sono delle ragioni che si comprendono con il cuore, ma non si riesce a raggiungere con la mente. Il primato, l’eccezionalità di Maria sta nell’Amore.
Ecco una delle elevazioni Mariane della signorina Masa pubblicate in “Parlando con lei”, edizioni Centena 1972:
Proprio tu sola, Maria, dopo Cristo, hai diritto di dirci come e wuanto bisogna amare. Tu sola Hai conosciuto le donazioni sconfinate di un amore assoluto e tu sola hai saputo unire il cielo alla terra stringendo un insieme in un unico abbraccio di carità. Cuore gigante il tuo Maria nel quale la volontà di Dio si è tutta appagata, la grandezza del Figlio si è tutta albergata e nel quale si rifugiano confidenti i bisogno di noi creature che che ricorriamo a Te. Tu lo hai appreso nel lampeggiare della Trinità, in Te questo amore che nulla serba, che inesauribilmente ,intieramente si effonde. E con esso hai riscaldato Betlem, hai allietato Ca’, hai confortato la Croce.
Maria, Noi amiamo a modo nostro…con eccessi o deficienze, con esclusivismi o trascuratezze, con più o meno dichiarati egoismi. E stentiamo assai a vivere un amore potente, che offre senza attendere richiesta, che doni senza chiedere, che vigili senza dimenticanze, che si diffonda senza ridursi. Quell’amore completo che ha la sua ragione in Dio e si perfeziona nel servizio del prossimo.
Maria dilla a noi pure questa dottrina di amore infinito: affinché Esso viva in noi assoluto senza sottrazioni, generoso senza titubanze. Cuore gigante il tuo, il cui palpito non si affievolisce mai; cuore il nostro che vuol restringersi e farsi piccolo. Facci un cuore grande che grandemente si doni, attendendo di sconfinare eternamente nel beatifico amore. Così sia”.
Manete in dilectione mea”. Amare essendo nell’Amore.

Editore e Direttore Editoriale
Mario Mancini, nato in Roma nel 1943, dopo la laurea in scienze geologiche, con tesi in geofisica, nel 1967 e un anno di insegnamento della matematica in un istituto tecnico industriale romano, svolge per un quinquennio la sua professione di geofisico e sismologo prevalentemente all’estero, in particolare in Papua Nuova Guinea presso il Rabaul Central Volcanological Observatory e in Australia nella sezione aviotrasportata a Canberra, in entrambi i casi per la BMR Australia, intervallando le due esperienze con un viaggio di studio in Giappone nell’estate del 1970.
Rientrato in Italia nel 1972, si impiega come geofisico presso la CMP di Roma per la quale lavora per sei anni, con diversi incarichi in Italia e all’estero.
Fin da liceale, nel 1959, aveva conosciuto Tommasa Alfieri e l’Opera Familia Christi da lei fondata. La figura e la spiritualità della Signorina Masa, come i suoi discepoli chiamavano la Alfieri, resteranno per Mancini un fondamentale riferimento per tutta la vita. Laico consacrato nel gruppo maschile dell’opera già dal 1974, nel 1979 fa la scelta di dedicarsi completamente all’Opera e va a vivere nell’eremo di Sant’Antonio alla Palanzana.
Alla morte della fondatrice, nel 2000, l’intero patrimonio dell’Opera passa per testamento all’associazione Vittorio e Tommasina Alfieri, all’uopo voluta dalla stessa Alfieri e della quale Mancini era stato tra i fondatori.
Per accordi associativi, più tardi violati da persone riuscite ad assumere il controllo dell’associazione, Mancini resta all’Eremo, unica persona a risiedervi in permanenza e a occuparsene.
La nuova gestione dell’associazione, decisa a trasformare la Familia Christi da istituzione prettamente laicale e una confraternita sacerdotale anticonciliare, nel 2005 convince Mancini a dimettersi dall’associazione stessa, in cambio della promessa, purtroppo mai ratificata legalmente, di lasciargli l’Eremo.
Fino fino al 2012, questo luogo, sotto la conduzione di Mancini, che sempre nel 2005 ha fondato l’associazione Amici della Familia Christi e ha registrato presso il Tribunale di Viterbo la testata Sosta e Ripresa, anch’essa fondata da Tommasa Alfieri e della quale Mancini è direttore editoriale, svolge un prezioso compito di Centro di spiritualità e di apertura ecumenica e interreligiosa.
Nel 2012 la confraternita appropriatasi del nome di Familia Christi (poi sciolata dalla Santa Sede con riduzione allo stato laicale di tutti i suoi esponenti) in violazione degli accordi presi a suo tempo ottiene dal Tribunale la restituzione dell’Eremo.
Mancini resta a Viterbo e prosegue il suo impegno ecclesiale in vari uffici diocesani e nel comitato regionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso.
