All’inizio del XIV secolo un filantropo, Mastro Fardo, cerca di venire incontro alla povertà materiale e morale dei più bisognosi con una serie di interventi come ospizi e chiese : tra le sue realizzazioni un Ospitale dietro il palazzo dei Priori ed un altro sulla via Cimina; opere sopravvissute solo nelle Cronache del tempo. Ma la sua realizzazione che ha sfidato il tempo è la Chiesa dedicata a “Sancta Maria Salutis” sita in quella che è oggi Via della Pescheria, di fronte alle Poste Centrali di Via Ascenzi.

L’interno è spoglio, frutto di rimaneggiamenti ed interventi di “ripristino” e “tutela” avvenuti nei secoli. Ma il capolavoro unico è il portale della facciata, preziosamente cesellato (scuola del Maitani) a raffigurare le 14 Opere di Misericordia (7 Corporali e 7 spirituali). Questa è la chiave di lettura di tutto l’apostolato di Mastro Fardo che l’aveva voluta in ordine alla “Salvezza” (Salutis in latino) delle donne convertite.

È proprio questa salvezza che oggi, in piena pandemia, tutti cerchiamo da un nuovo male che ci fa tornare indietro nei secoli.

L’Associazione Onlus Archeotuscia che da qualche anno cura la Chiesa, ha fatto fare quadro che oggi illumina l’abside della Chiesa.

È un’opera su tavola di Elisabetta d’Agnano e da lei donata. È una icona della Madonna che dispensa a piene mani il flusso delle grazie. A Sancta Maria Salutis va l’omaggio e la preghiera dei fedeli.

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